Come facciamo a costruire un mondo senza guerre?
1 Marzo 2025[Mario Fiumene]
Ciò di cui ci sarebbe estremamente bisogno oggi per affrontare adeguatamente i vitali problemi che ha di fronte l’umanità tutta è un governo mondiale.
Avremmo bisogno di uomini e donne capaci di “guardare lontano con il pensiero”: tra crescenti spese per le armi per le numerose guerre in corso, le nuove povertà con le conseguenti migrazioni, è auspicabile che le forze politiche mondiali tendano alla risoluzione di queste problematiche.
Il premio Nobel per la letteratura conferito a Bob Dylan ci riporta a quando ci invitava ad ascoltare nel vento con Blowin’ in the wind. Un canto che non apparteneva a nessun luogo o tempo specifico, o meglio, era un appello alla giustizia e alla pace adatto a ogni luogo e ogni tempo.
In questi giorni, in queste ore appare quanto mai assurdo che l’unica voce, che si è sentita a condanna della guerra o meglio di tutte le guerre in corso nel mondo, quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, che esercita nel mondo il mandato di Papa con il nome di Francesco: un nome scelto per dare continuità al Santo di Assisi, lui uomo che parlava con gli esseri viventi presenti sulla Terra, colui che ha laudato l’Ambiente. Chi ha un’età vicina alla mia, avrà ancora ricordi d’infanzia riferiti al dopoguerra della Seconda guerra mondiale.
Una Guerra che sconvolse il Continente europeo, peraltro anche la guerra 1915/1918 si svolse nel Continente europeo: a certuni pare sia una maledizione, in realtà è una scelta consapevole fare la guerra in Europa: divide et impera serve a Nazioni economicamente e militarmente dominanti per mantenere il bastone del comando. Eppure, è noto a tutti che nel Continente europeo, secoli addietro, la letteratura, la pittura, la musica, le scienze, hanno avuto un importante sviluppo a favore delle migliori condizioni di vita delle popolazioni europee.
Purtroppo bisogna riconoscere che dal Continente europeo sono partite le Crociate, vere e proprie guerre di conquista mascherate dal credo religioso; sempre dal Continente europeo sono partite le invasioni verso altri Continenti: dalla Spagna verso le Americhe, dall’Inghilterra verso la penisola Indiana, il Canada, etc.; dall’Olanda e dal Belgio verso il Continente Africano, dalla Francia e America la crudele guerra nel Vietnam, dalla Francia in Algeria ed è bene non tralasciare la guerra che l’Italia fascista portò in Africa.
Dovunque siano andati gli europei hanno portato una cultura di guerra! Per anni nel dopoguerra della seconda mondiale abbiamo sentito elogiare l’intervento degli Stati Uniti d’America: ci hanno sempre detto che solo grazie al loro intervento sono stati sconfitti il nazismo e il fascismo; nel racconto della sconfitta del Nazifascismo ha trovato poco spazio l’intervento della Russia e si è dimenticato che il popolo Russo ha avuto oltre ventisette milioni di morti tra esercito e civili. Fare tesoro di quello che è accaduto in Europa è fondamentale e non può essere lasciato cadere nell’oblio della memoria.
L’Europa dovrebbe mettere da parte l’idea che solo con le armi si mantiene la pace, la storia dice il contrario. Non è bene inseguire personaggi come Putin e Trump solo per citare alcuni dei paladini della forza armata, come loro in altre parti del mondo ci sono tanti altri cultori della guerra, personaggi capaci di insensibilità nei confronti dei poveri del mondo: è evidente che hanno solo interessi economici. I Popoli dell’Europa dovrebbero farsi portavoce di una cultura di pace e prosperità, non solo per il Continente europeo ma per tutti i continenti.
Facciamoci portavoce di divulgare il solo messaggio che può salvarci, un appello alla giustizia e alla pace. Altrimenti sarà la fine dell’Europa e non solo.