Sella del Diavolo, la natura violata grazie al menefreghismo di chi deve tutelarla

2 Marzo 2025

[Stefano Deliperi]

La Rete Natura 2000 è nata – grazie alle direttive n. 92/43/CEE e  n. 2009/147/CE – per difendere e conservare gli habitat naturali e le specie faunistiche e botaniche importanti nel territorio dell’Unione Europea.

I siti di importanza comunitaria (SIC), le zone di protezione speciale (ZPS), le zone speciali di conservazione (ZSC) – che costituiscono la Rete Natura 2000 – sono individuati dagli Stati membri coinvolgendo Regioni, Enti locali e Istituzioni scientifiche per poi esser approvate definitivamente dalla Commissione europea. Da quel momento in poi scattano gli obblighi di conservazione.

In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e circa il 6,5% di quello marino.  Le Regioni e le Province autonome sono titolari della gestione di tali aree, in diversi casi han delegato Enti di gestione di aree naturali protette e Comuni.

In Sardegna la Rete Natura 2000 è composta da 128 fra SIC, ZPS e ZSC, in grande parte gestiti dalla Regione autonoma della Sardegna.

A Cagliari, la Sella del Diavolo ne ospita due, proprio per la sua eccezionale importanza naturalistica.

Sulla Sella del Diavolo, infatti, sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora.

Già il piano di gestione dei S.I.C.  “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera, approvato con decreto Assessore Difesa Ambiente Regione autonoma Sardegna n. 3 dell’11 febbraio 2011 prevedeva, fra le prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale.

Da due anni sono stati approvati con decreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.6/1225 (+ Allegato) l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042242 “Torre del Poetto e con decreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.7/1226 (+ Allegato) l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042243 “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera“: fra le misure regolamentari di conservazione si afferma che “è espressamente vietato, nel sito, il transito con mezzi ciclistici di qualunque tipologia”, quindi stop alle mountain bike sulla Sella del Diavolo.

La Regione autonoma della Sardegna – e per essa l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – come qualsiasi altra amministrazione pubblica competente, è tenuta a dare immediata esecuzione alle disposizioni.

Disinvoltamente se ne frega, come le autorità pubbliche che dovrebbero salvaguardare habitat naturali tutelati a livello europeo.

Per esempio, in via d’urgenza potrebbe e dovrebbe intervenire il Comune di Cagliari con un provvedimento analogo a quello che vieta il transito sulle dune della spiaggia del Poetto (ordinanza sindacale n. 84 del 18 luglio 2023).

Ma anche il Comune di Cagliari – dopo aver giurato e spergiurato su rapidi interventi di tutela – disinvoltamente se ne frega.

Nemmeno una manciata di cartelli con l’indicazione delle misure di salvaguardia, divieti di transito con mountain bike compresi.

Taglio della vegetazione mediterranea per aprire nuove piste per mountain bike, realizzazione di trampolini per salti, piste con solchi di erosione sempre più profondi questa è la cruda realtà di un’area naturalisticamente importante quale la Sella del Diavolo, mentre le amministrazioni pubbliche competenti – Regione autonoma della Sardegna (autorità di gestione delle aree isolane della Rete Natura 2000) e Comune di Cagliari innanzitutto – dormono i sonni dell’ignavia, in attesa magari di chissà quale ennesimo progetto tanto dispendioso quanto evanescente per la tutela concreta del bene ambientale.

Nonostante precisi obblighi di salvaguardia, nessun provvedimento di attuazione degli aggiornamenti dei piani di gestione delle ZSC che forniscono tutela – finora in gran parte solo sulla carta – al promontorio cagliaritano di grandissimo valore naturalistico e storico-culturale degradato da attività antropiche decisamente impattanti sui delicati habitat naturali.

Il primo provvedimento previsto dai piani di gestione, provvisorio e di emergenza, è il divieto di transito con mountain bike per evitare ulteriore degrado della vegetazione e l’incremento dell’erosione del suolo.

Ancora in queste ultime settimane sulla Sella del Diavolo sono stati verificati tagli di vegetazione mediterranea per realizzare nuovi percorsi per mountain bike, senza che nessuno ne risponda.

E fin da subito le sanzioni possono e devono essere applicate.

Le aree ricadenti nella Rete Natura 2000 (ZSC, SIC, ZCS) sono “aree naturali protette” ai sensi della legge quadro nazionale n. 394/1991 e s.m.i., come riconosciuto dalla giurisprudenza costante (es. Cass. pen., Sez. III, 15 luglio 2022, n. 27466Cass. pen., Sez. III, 11 maggio 2020, n. 14246), quindi si applicano le sanzioni previste per la violazione dei piani di gestione delle ZSC.

Finora soltanto una spudorata installazione di una zip – line abusiva è stata oggetto di sequestro preventivo e denuncia all’Autorità giudiziaria (nov. 2024) da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.

Per il resto nulla.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, pertanto, inoltrato (1 marzo 2025) una nuova richiesta di applicazione delle misure di salvaguardia dei piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo, comprese le sanzioni previste dalla legge n. 394/1991 e s.m.i. per le reiterate violazioni delle prescrizioni dei suddetti piani, interessando la Commissione Europea, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Cagliari, le Amministrazioni Militari titolari del compendio demaniale, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, la Polizia Locale.  

In particolare, sono stati segnalati atti e comportamenti di soggetti identificabili.

Segue le analoghe istanze documentate del 30 settembre 2024 e del 27 giugno 2024.

Quanto è chiaramente emerso grazie anche alla sistematica campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo posta in essere dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) è, infatti, decisamente molto preoccupante ed è stato confermato sistematicamente dalle varie amministrazioni pubbliche competenti, salvo, poi, non tradursi in alcun atto concreto di salvaguardia.

Il valore naturalistico, ambientale, culturale della Sella del Diavolo è semplicemente straordinario.

La Sella del Diavolo rientra nel demanio militare (ramo Esercito e ramo Marina) ed è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e in parte con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.).

Sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, ed è prevista quale riserva naturale regionale “Capo S. Elia” (legge regionale n. 31/1989 – Allegato A).

Sono presenti testimonianze archeologiche di epoca punico-romana (i resti del Tempio di Astarte/Venere Ericina, resti di viabilità, cisterne puniche e rimane), i resti della Chiesetta e del Monastero di S. Elia, oggetto di una lunga campagna di scavi, le Torri costiere del Poetto e di S. Elia, i ruderi delle installazioni militari risalenti alla II guerra mondiale, tutti beni culturali tutelati dall’omonimo vincolo (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Il GrIG, oltre ad aver promosso con escursioni la conoscenza e la fruibilità dell’area mediante il sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, ormai percorso da migliaia e migliaia di cagliaritani e turisti, è fermamente impegnato in una vera e propria campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo, autentico luogo identitario che non merita gli scempi e la penosa, pigra, ignavia menefreghista dei poteri pubblici che dovrebbero difenderlo.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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