A chi interessa Tuvixeddu?
16 Febbraio 2008
Redazione
La questione di Tuvixeddu accende il dibattito politico. La sentenza del TAR, oggettivamente dura, attende conferme, o modifiche in sede definitiva presso il Consiglio di Stato. Lasciando che la legge faccia il suo corso, notiamo come nel dibattito tutto stia emergendo tranne che la preoccupazione, che oggi ci pare debba aumentare, per la tutela ferma di un area come Tuvixeddu che si riapre a nuove tensioni e pericoli. E pur tuttavia la difesa di Tuvixeddu è un problema assai reale, quanto il suo decennale abbandono, la successiva, criticabile mediazione urbana fra Comune e Soprintendenza Archeologica – negativa, a nostro parere, quanto quella sull’anfiteatro romano, danneggiato per legge – ed infine la nuova difficoltà, che ora si avvelena in una fortissima tensione politica che non vorremmo funzionale ai peggiori interessi..
Sarà importante rilanciare l’appello che ormai diversi anni fu sottoscritto da intellettuali come Giovanni Lilliu per la difesa dello straordinario sito archeologico. Rinnovandolo cercheremo dal prossimo numero di aggiungere qualcosa: un dibattito, che fin d’ora ci impegniamo a preparare, su come inserire nella città un complesso archeologico della qualità e natura di Tuvixeddu.
16 Febbraio 2008 alle 11:45
Nel 1965, nell’approvare il PRG di Roma, il ministro Giacomo Mancini definì “d’interesse nazionale” il comprensorio dell’Appia Antica e ne impedì lo svillettamento. nel 1979 il sindaco di Roma Luigi Petroselli lanciò il “progetto Fori”: la realizzazione di un immenso cumeo verde, dai confini comunalial Campidoglio, che saldasse in un’unica area pubblica tutte le ricchezze archeologiche di Roma e attorno a questo ripensasse tutta l’organizzazione della città (vedi: V. De Lucia, “Se questa è una città”, Donzelli, Roma 2006. p.121 e segg.).
Sarebbe bello se oggi, ricordando quel ministro e quel sindaco, chi ha il potere di salvaguardare il patrimonio della storia e del paesaggio appoggiasse Renato Soru e l’azione intrapresa per la necropoli e il suo territorio, e se chi ha il potere di governare la città partisse dalla salvaguardia dell’intero comprensorio di Tuvixeddu per ridisegnare Cagliari.
L’area a cui il TAR vorrebbe eliminare il vincolo ha infatti un’importanza dello stesso ordine e dello stesso livello di quella dell’Appia antica.
16 Febbraio 2008 alle 13:10
A me non pare affatto che il TAR Sardegna abbia voluto eliminare il vincolo su Tuvixeddu. Per converso non mi pare affatto che il PPR sardo abbia voluto tutelare il nostro ambiente e il nostro paesaggio.
17 Febbraio 2008 alle 09:43
Il partito del mattone la fa da padrone … stanno tornando.
18 Febbraio 2008 alle 09:48
Caro Carreras, il partito del mattone non è mai scomparso e lo favorisce anche chi, anzichè porre in essere atti di contrasto legittimi ed efficaci, adotta atti grossolanamente illegittimi, e, quindi, destinati a sicuro annullamento. Fra l’emanare questi atti e non far nulla non c’è alcuna differenza, se non i risarcimenti ai mattonari e la facile pubblicità presso gli ingenui e i creduloni.
Occorre, dunque, smuovere le energie migliori dei vari saperi per salvare beni irripetibili e bisogna anche mobilitare i cittadini con consapevolezza e senza tifoserie.
19 Febbraio 2008 alle 13:57
A me sembra che i partiti e i padroni del mattone siano in aumento,e il TAR lo spiega bene.Tuvixeddu fa gola a molti!…Sarebbe interessante sapere chi ha pagato il progetto “alternativo” alla Coimpresa, approvato dalla giunta regionale, “Parco karalis “del paeseggista Giles Clement. Uno sponsor importante che ha dato 50.000,00 euro gia’ si conosce. Il progetto è costato 150.00,00 euro, attendiamo di conoscere gli altri. E meno male che c’è la magistratura!