Ectoplasmi coraggiosi e parchi naturali
1 Luglio 2010Stefano Deliperi
Stava per iniziare – almeno per il calendario – l’estate anche in Sardegna, quando Mauro Pili, deputato coraggioso e saldo nella difesa delle prerogative isolane quanto disciplinato votante nell’aula parlamentare di tutti i provvedimenti-ordini del suo premier Silvio Berlusconi, tuonò una raffica di interrogazioni parlamentari e di comunicati stampa. A ruota, Ugo Cappellacci annunciava una durissima impugnativa in tutte le sedi possibili e immaginabili da parte della Regione autonoma della Sardegna. E, come una valanga inarrestabile, si susseguivano le dichiarazioni di Roberto Deriu, il battagliero Presidente della Provincia di Nuoro, di altri deputati, di consiglieri regionali, provinciali, comunali, di esponenti di forze politiche con valore elettorale pari a un prefisso telefonico e chi più ne ha più ne metta. Ma che cosa è accaduto? I rappresentanti politici della Sardegna hanno deciso – come un sol uomo – di denunciare Bertolaso & co. per la bonifica ambientale farlocca realizzata a suon di milioni di euro a La Maddalena? Han forse deciso d’ergersi a diga davanti ai continui scippi governativi dei fondi destinati alla nuova strada Sassari – Olbia? Manco per sogno. Ringhiano interrogazioni e dichiarazioni stampa contro il parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei. Il perché è presto detto. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010 (supplemento ordinario n. 115) è stato pubblicato il D.M. Ambiente 27 aprile 2010 contenente il nuovo elenco ufficiale delle aree naturali protette e include ancora il parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei, come nel precedente elenco (aggiornamento n. 5 del 2003). Momento conclusivo della procedura di revisione culminata nella conferenza Stato-Regioni del 17 dicembre 2009 e tre precedenti riunioni (2 ottobre 2008, 28 gennaio 2009, 17 novembre 2009). In realtà si tratta di polemiche pretestuose e demagogiche. Nulla di più. Aria fritta. Infatti, l’art. 1, coma 573°, della legge n. 266/2005 (legge finanziaria 2006) ha stabilito che «La concreta applicazione delle misure disposte ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 110 del 14 maggio 1998, avviene previa intesa tra lo Stato e la regione Sardegna nella quale si determina anche la ripartizione, tra i comuni interessati, delle risorse finanziarie già stanziate sulla base dell’estensione delle aree soggette a vincolo. I comuni ricadenti nell’area individuata potranno aderire all’intesa e far parte dell’area parco attraverso apposita deliberazione dei propri consigli». In buona sostanza, l’applicazione delle misure di salvaguardia stabilite dal provvedimento istitutivo del parco (D.P.R. 30 marzo 1998) avverrà previa intesa Stato – Regione autonoma della Sardegna e i Comuni che vorranno potranno aderire ed entrare nel parco. Né più né meno quello che c’è scritto nell’elenco ufficiale delle aree naturali protette (VI aggiornamento) approvato con il D.M. 27 aprile 2010. Anche la nota sentenza T.A.R. Sardegna, sez. I, 7 aprile 2008, n. 626 che ha posto fine alla querelle dell’istituzione del parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei, nulla in più aveva detto. Il ricorso n. 1343/1998 del Comune di Gairo (con intervento ad adiuvandum del Comune di Urzulei ed intervento ad opponendum del WWF) per l’annullamento del D.P.R. 30 marzo 1998 istitutivo del parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei e del relativo Ente Parco è stato, infatti, dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse. Si comprende davvero poco che cosa abbiano da far chiasso a vanvera deputati, consiglieri regionali, presidenti di province, sindaci e chi più ne ha più ne metta. La vicenda era già nota da anni e non c’è alcuna nuova notizia. Purtroppo. Così come non c’è alcuna seria e concreta proposta di tutela ambientale e crescita economico-sociale per le zone interne. Altro che solito blà blà sul prolungamento della stagione turistica e favole simili. ”No al parco e basta !” Questo è l’unico programma politico-amministrativo che vogliono darsi ? Quale futuro vogliono per le zone interne della Sardegna? Le norme di tutela ambientale già ci sono, mentre si perde un’occasione più unica che rara per far finalmente crescere in modo equilibrato alcune delle zone interne e marginali sarde che ne evidenziano il maggior bisogno. I parchi nazionali e le aree naturali protette d’Italia generano un giro d’affari di 2 miliardi di euro all’anno e un fatturato pari a 9 miliardi di euro, con un’occupazione di 86 mila posti di lavoro (4 mila diretti, 17 mila per servizi, 65 mila per turismo, agricoltura, artigianato, commercio), con 2.450 centri visita, strutture culturali e circa 34 milioni in media di visitatori ogni anno. Anche la sola presenza di un flusso turistico di 100 mila visitatori annui nelle zone del parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei, per una presenza media di soli tre giorni ciascuno, calcolando una spesa giornaliera complessiva di soli 100 euro, significherebbe una ricaduta economica diffusa di 30 milioni di euro annui. Qualcuno è in grado di dire che altro attualmente garantisce un simile contributo economico costante nelle aree interne della Sardegna? Il mitico contratto d’area di Ottana? La mitica Legler? Il mitico canto a tenores, oggetto d’una dispendiosa proposta di riconoscimento internazionale all’Unesco da parte della Provincia di Nuoro e assolutamente inutile per mettere insieme il pranzo con la cena? Eppure non c’è uno straccio di politico, di rappresentante del territorio, come s’usa dire, che voglia almeno esplorare una possibilità che altrove ha portato tutela ambientale e benessere. Roba da Sardistàn, purtroppo. Ricordiamo che al “famigerato” D.P.R. 30 marzo 1998 si è giunti dopo ben tre intese Stato – Regione (1992, 1995 e 1998) e che proprio la Provincia di Nuoro era stata individuata quale ente gestionale provvisorio fino alla nomina degli organi definitivi. Ricordiamo anche che su 24 Comuni interessati ben 18 avevano formalmente aderito al parco nazionale, 3 hanno aderito con condizioni, uno non si è espresso per le dimissioni del proprio sindaco (Orgosolo) e solo due (Desulo e Talana) hanno opposto un rifiuto formale: perchè in Barbagia ed Ogliastra esiste la “democrazia al contrario” e l’area protetta non è potuta partire con i Comuni favorevoli? Ricordiamo, inoltre, che il programma comunitario Feoga 1994-1999 (sottoprogramma sviluppo rurale) fra i vari interventi finalizzati proprio al decollo del parco ha distribuito circa 35 miliardi di vecchie lire in favore di 161 interventi anche fra tanti oppositori del parco. Possono essere citati tanti altri “fiumi di denaro pubblico” già giunti in nome della tanto vituperata area protetta nel campo delle progettazioni, degli interventi di infrastrutturazione e così via. Non si vuole il parco? Allora neppure più un euro finalizzato ai parchi venga distribuito, come anche avvenuto nel recente passato…..
2 Luglio 2010 alle 16:14
Caro Stefano, mi fa sempre piacere vederti sul “fronte”.
Io quest’anno, durante un pranzo non proprio felice, ho avuto l’onore di sentirmi appellare da un collega trentino, fra l’altro sposato con una sarda, “esponente di quella razza che si è messa in casa le cattedrali nel deserto”.. Il Trentino, che vive e bene delle sue “cattedrali” in pietra, le Dolomiti e non solo, sia quando sono ricoperte da verdi prati sia quando sono ricoperte da bianche coltri, DOCET! E noi quando passeremo dall’aria fritta allo sviluppo sostenibile ?
2 Luglio 2010 alle 21:08
Cara Cristina,
si è e si rimane sul “fronte” per fare tutto il possibile per difendere questa Terra e per cercare di far breccia nelle zucche dure, spesso piene di pregiudizi di tanti nostri conterranei. Leggere il penoso “blà blà” trito e ritrito dei politici nostrani contro il “malvagio” parco nazionale del Gennargentu – Golfo di Orosei mi disegna in mente tante figurine di Tafazzi “bipartisan”. Autonomia sprecata, soldi pubblici sprecati, talenti sprecati, disoccupazione in crescita, malessere sociale e criminalità in crescita. Qui è ancora Sardistàn, purtroppo.
6 Luglio 2010 alle 16:43
Io resto basita davanti all’assenza di orgoglio e amore per questa nostra terra. Che ci invidiano tutti….Non vi dico le esclamazioni dei miei alunni “montanari” quando ho detto che dovevo tornare a casa in Sardegna…. Che questa assenza sia solo la manifestazione esteriore di una mancanza più profonda, di una mancanza di orgoglio e amore per se stessi ? Se si prende a emblema le dichiarazioni che ho avuto modo di sentire 2 anni fa all’interno di un ufficio di una circoscrizione, a Cagliari, non dico quale, in occasione del rinnovo della mia carta d’identità, sembrerebbe di si……Quando ho detto che ero disoccupata e per questo ero andata via dalla Sardegna, mi sono sentita dire qualcosa tipo….”ti occupi di politica….e …un posticino non sei riuscita a fartelo procurare ?” Chissà che reazione, a parte il silenzio, ho provocato negli UFFICIALI DI STATO CIVILE in quel momento presenti, quando ho risposto che nel dizionario non erano ancora scomparsi i termini orgoglio e dignità….