G8 a Chiaiano
1 Giugno 2008Raffaello Ugo
La terza carica dello stato ci fa notare che in democrazia puoi dire quello che vuoi ma dipende da cosa dici. Volendo ci si può anche arrabbiare ma dice quello che grosso modo pensano diverse persone. Chi dissente da fastidio. Pare che ormai si tratti solo di convincerti usando la strada più breve. I rifiuti a Chiaiano e la scelta del presidente degli Stati uniti sono nodi complessi e il relativismo fa perder tempo. Meglio semplificare. Così in parlamento si organizzano per dare l’ultima e definitiva versione della storia d’Italia. E la sinistra non c’è più. Da anni. Salvador Allende diceva che nessuno muore finché qualcuno lo ricorda. Chissà quanti dei nostri rappresentanti politici a sinistra pensano davvero di aver fatto l’interesse della comunità. Alcuni di loro si possono certamente definire brave persone anche se trovo un po’ offensivo quando si dice di qualcuno che è “una brava persona”. Ma basta sapersi accontentare. Preferisco comunque le persone oneste. Ognuno con la sua parte di responsabilità per quello che fa dalla mattina quando scende dal letto fino alla sera quando si addormenta. Non è necessario essere persone eccezionali, basta essere conseguenti. E se questo momento storico non è altro che il risultato delle azioni che sono state compiute così come il futuro è fatto di quelle che compiremo si può facilmente dedurre che qualcuno a sinistra non ha fatto la parte che gli toccava. D’altra parte si sa che delegare ad altri la soluzione dei propri problemi è come firmare un assegno in bianco. Le dittature non hanno bisogno tanto di grandi masse osannanti quanto di persone che lascino fare e pensare, per esempio, che il pogrom in atto contro i rom non ci riguardi significa prepararsi la catastrofe. Nel discorso di Pericle agli ateniesi un uomo che non si interessa della cosa pubblica non viene considerato innocuo ma inutile mentre la stragrande maggioranza delle persone si è ormai assuefatta a infilare semplicemente una scheda dentro uno scatolone di tanto in tanto. Grottesco e politica sembrano indissolubilmente legati e il fine pare essere semplicemente quello di ingannare sistematicamente i cittadini per aumentare i privilegi di pochi facendo affondare l’unica cosa che ci può salvare, il senso di comunità. In alternativa i fenomeni mediatici come il blog di Grillo da una parte mettono giustamente il dito nelle piaghe purulente e sono uno dei pochi servizi di informazione presenti in Italia ma dall’altra possono fungere, anche involontariamente, da valvola di sfogo della rabbia popolare incanalandola e depotenziandola. Abbiamo la possibilità di ripartire da zero. Dico cosa farò io. Il cambiamento ha tempi lunghi e per questo non ho intenzione di perdere altro tempo. Attualmente quando mi capita di intercettare i politici di sinistra che parlano batto con il palmo delle mani sulle orecchie e alzo la voce emettendo suoni inarticolati ma sono disposto a ricominciare ad ascoltare le loro parole se verrò informato di un loro repentino e inequivocabile ravvedimento. Non parlo di una rassettata. C’è qualcosa che mi dice che molti di loro non stiano pensando a come salvarsi l’anima ma a come mettere al sicuro il proprio fondoschiena. Voglio prima di tutto chiare e inequivocabili scuse. Non le ho ancora sentite. Non mi interessa un cambio ai vertici del partito poiché non mi garantirebbe nulla. Voglio segni inequivocabili di cambiamento, segni epocali. Mi hanno tolto l’orgoglio di essere di sinistra a poco a poco raccontandomi che bisognava fare argine contro una destra che avanzava e intanto trattavano la resa alle migliori condizioni, altro che 8 settembre. Adesso che siamo invasi dalla destra voglio che queste persone chiedano scusa e dicano cosa hanno intenzione di fare. In Sardegna, in consiglio regionale hanno votato compatti per i finanziamenti al G8. Voglio che chiedano scusa al mondo e propongano soluzioni innovative ed efficaci. Dal parco buoi, che sembrava ormai assuefatto al “meno peggio” giungono diversi segnali di irritazione, è probabilmente meglio non stuzzicarlo ulteriormente. Nessuno è obbligato a candidarsi in politica e se lo fa che risponda delle sue scelte. In questo momento non esiste alcun collegamento tra buona parte della società e chi la dovrebbe rappresentare. Le chiacchiere hanno fatto il loro tempo. Ci vogliono segnali di fortissimo valore simbolico. Sono certo che nelle stanze del potere agguerriti consessi di teste d’uovo stanno febbrilmente escogitando nuove, efficaci strategie. Sono estremamente paziente. Attendo grandi e forti segnali. Nazionali, regionali, comunali e condominiali.