Notti padane. Il modello Piemonte
16 Novembre 2010Valeria Piasentà
Ne ha fatta di strada il nostro quarantenne in carriera partito dal consiglio comunale di Novara: città ‘capitale della Lega’, come afferma lui. Il designato alla successione si dà molto da fare nel caso perda, per le note vicende giudiziarie, la presidenza della Regione. E mentre diserta «per l’ennesima volta i lavori del Consiglio regionale (sull’alluvione alessandrina del ’94 ndr) per sfilare a fianco del suo protettore Umberto Bossi nella parata che ha visto protagonista lo stato maggiore della Lega in Veneto» (Fiorio, Pd Piemonte) partecipa a tutte le trasmissioni televisive romane, specie l’élitario salotto di Vespa, e alle sagre compresa l’asta esclusivissima del tartufo a Grinzane Cavour, un salotto ‘buono’ dell’aristocrazia piemontese, fra i volti degli establishments politici e mediatici nazionali. A Vicenza, in occasione dell’emergenza maltempo, reggeva devoto il portacenere sotto il sigaro fumato da Bossi nei locali della Prefettura (alla faccia dei divieti). Cota, all’articolo comparso su La Stampa con foto esplicativa, risponde «Figurarsi se mi toccano le battute da salotto!», che secondo sue precedenti esternazioni la politica dei salotti è appannaggio esclusivo della rivale Mercedes Bresso. Come il presenzialista Cota si candida successore di Bossi così il Piemonte si candida laboratorio delle politiche leghiste.
L’assiduo frequentatore di salotti televisivi e non, ha anticipato qui alcune grandi tematiche del progetto di scuola federale: dall’assunzione di docenti autoctoni costretti ad abitare nel territorio e a non chiedere trasferimenti per 5 anni; agli aumenti di 5 ml dei fondi (passano da 11 a 16 ml di euro, e sono soldi pubblici elargiti dalla Regione) per le scuole private perché «Non si tratta di garantire un privilegio, ma la libertà di scelta educativa. Ed è necessario riaffermare in tutte le sedi il concetto che la scuola cattolica paritaria non è una scuola privata» con simultaneo taglio ai fondi per le borse di studio e le residenze che vorrebbe garantite ai soli studenti piemontesi. Gli universitari torinesi hanno contestato con fischi e cartelli «Con Cota in Piemonte si dorme sotto il ponte». La risposta non si è fatta attendere, ecco il Volantino leghista che ha rinfocolato le polemiche, con tanto di fumetto leghista. L’ultima finanziaria prevede tagli all’istruzione pubblica mentre ripristina con 245 milioni i fondi governativi per le università private, come commenta la CGIL: «un governo in agonia vuole completare l’opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione», e così anche il Vaticano è contento.
Tutto ciò è in perfetta sintonia con il progetto federalista sull’istruzione, presentato il 4 novembre nel corso di un convegno alla scuola Bosina di Varese, quella della moglie di Bossi finanziata dal governo con 800.000 euro in due anni. Il documento (Istruzione federale ) articola in 17 punti le proposte, ne esce un’idea di scuola ridotta nei tempi e nei contenuti. Eppure, proprio ai leghisti servirebbe la frequenza a qualche corso accelerato per affinarli nelle loro esternazioni irrispettose delle istituzioni e delle persone. Dopo le assegnazioni piemontesi dei tapiri verdi logati col sole delle Alpi, a Castel San Pietro vicino a Imola il consigliere comunale della Lega ha regalato un paio di mutande – di quelle un po’ dimesse in cotone bianco con l’elastico in vita – al sindaco donna di quel Comune. Dalla locale segreteria dell’Udc si puntualizza: «Non chiediamo molto solo di vedere reciproco rispetto fra le forze politiche, il rispetto per le donne e infine, il rispetto per la persona umana. Siamo stanchi di questo modo di fare opposizione spesso muta e inconcludente, ma molto attiva per offendere le istituzioni» Il sole delle Alpi, logo ufficiale della Lega Nord, regolarizza un simbolo arcaico universale – Jung direbbe un archetipo simbolico -per la sua semplicità costruttiva e immediatezza espressiva è presente in tutte le aree nord-americane, africane ed euroasiatiche. La sua costruzione precisa ha segnato gli incubi del nostro primo anno di liceo, alle prese con le tavole tecniche di raccordi e tangenti. Ma dal 1998 è un marchio registrato dalla Nord Scarl, l’editoriale di tutte le pubblicazioni leghiste e dei prodotti commerciali Made in Padania, presieduta dallo stato generale della Lega, Cota compreso. Ora i leghisti si attivano per apporlo sui beni pubblici e le infrastrutture di tutto il Nord. Il sindaco di Adro dopo aver marcato la scuola e le panchine pubbliche, lo pretende nel gonfalone comunale; ancora in provincia di Brescia, a Calcinato, al sole delle Alpi intitolano una strada e a Cividate compare nella pavimentazione della piazza principale; nella brianzola Garlate ci hanno pavimentato il cortile del Municipio (che ne dice la Soprintendenza ai beni ambientali?); oltre alla Lega se ne sono appropriati pure gli UFO, disegnandolo con un diametro di 100 metri nel grano della campagna padovana; ecc. Ma anche per quanto riguarda il sole delle Alpi il Piemonte ha fatto da apripista.
Carrù è un paesino della Langa cuneese famoso per la sua sagra del bue grasso, con asta del raro bovino inclusa. Lì il logo era già stato collocato nel 2002 a ai piedi della statua del bue. Allora le discussioni sfociarono in un esposto alla magistratura ma il logo restò in loco fino al 2009. Ora la Giunta comunale ne ha deliberato il ripristino.
La polemica infuria in tutto il nord, perché il nord non è tutto leghista. La Segreteria Organizzativa Federale della Lega corre ai ripari e invia da «Milano (Padania)» a tutte le sue sedi provinciali il documento allegato (Il sole delle alpi ), dove chiede un censimento fotografico dei simboli autoctoni sparsi sul territorio, perché «dicono che la Padania sia una nostra invenzione e che il Sole delle Alpi sia un simbolo senza storia anch’esso inventato da noi». Attendiamo con trepidazione i risultati.