Democrazie avanzate

1 Luglio 2008

Berlusconi
Raffaello Ugo

Siamo governati da un uomo piccino. E non mi riferisco assolutamente alla statura morale. Ne ho avuto percezione improvvisamente l’altro giorno guardandolo al fianco di Sarkozy. Ragazzi, anche Sarkozy è più alto di lui, fatevene una ragione. Mi viene in mente il mitico Demis Roussos di “We shall dance”, un barilotto che però portava tuniche larghe e risolveva così il rapporto larghezza/altezza. Anche quelle bisogna saperle portare però. Il nostro presidente del consiglio, con la sua camminata, sembrerebbe una campana che suona a festa. La comicità ha regole precise e non bisogna abusarne. Pur essendo il grottesco un elemento fondamentale del potere non può essere lasciato tutto all’improvvisazione. Occorrono schemi di riferimento rigorosi. E questo qui invece va a braccio. Non va bene. Anche il genio ha bisogno di qualche regola. Quando penso a Berlusconi mi viene in mente Materazzi 2006, quello che prima provoca Zidane e quando questi reagisce crolla a terra colpito a morte. Se l’Italia non avesse vinto il mondiale ci sarebbero stati guai giudiziari per tutti, si intercettavano conversazioni inquietanti e sembrava dovesse arrivare un gran terremoto. Grazie a quel colpo di genio si divenne campioni del mondo ai rigori. E tutto fu dimenticato. Il modello è il medesimo per entrambi, è il modello italiano, funziona e piace, non ho proprio consigli per migliorarlo. Ma non si può ridere delle proprie battute, via. Un vero comico sa che così gli si toglie forza. Probabilmente la tensione è eccessiva, capisco che lo stress di preparazione della battuta a volte è troppo e la reazione nervosa porta alla risatina ma così si smoscia la battuta. Inoltre il presidente del consiglio sviene troppo spesso. Vuol fare tutto da solo ma ormai ha anche la sua età. E quelli che ha intorno invece di porgergli la battuta ridono anche loro. Non si può andare avanti così. Alla fine lo perdiamo. Ci vuole una spalla per alleggerirgli il lavoro. Farò qualche esempio. Tutti ricorderanno la battuta sui malati di Aids (Ansa, 3 aprile 2004), non sto qui a ripeterla e in ogni caso è sufficiente sapere che gira per l’Italia uno che fa battute sui malati di Aids. Andava preparata meglio. Schifani la trovò divertente e rise. Non ricordo altri esseri umani che facessero altrettanto e comunque non sono nemmeno sicuro che Schifani rientri nella categoria. Gli sketches sono macchine complesse e delicate e richiedono studio e prove. Molto più riuscita invece la recente battuta nel numero con Mubarak. Sarebbe stata ancora più efficace se solo si fossero messi d’accordo prima. Berlusconi gli chiede di svelargli il segreto per rimanere trent’anni al governo. Mubarak sembra Tutmosis III appena riesumato. Divertentissimo. Accordandosi prima di andare in scena Mubarak avrebbe potuto, per esempio, rilanciare facendo il simpatico gesto del mitra e chissà in quanti modi avrebbe potuto ancora svilupparsi lo sketch. I comici, si sa, amano citarsi l’un l’altro, il pubblico capisce e ride. Con uno come Materazzi, cm 1,93 per 89 kg probabilmente avrebbe la spalla ideale. Sono una coppia che può funzionare. Materazzi, l’uomo semplice, un po’ rozzo e grigio, a interpretare la parte dell’italiano furbetto e vigliacchetto e l’altro ad acchiappare al volo gli assist per battute brillanti. Il presidente del consiglio troverebbe fatta gran parte del lavoro e potrebbe limitarsi alla battuta conclusiva. Riuscirebbe così anche a liberare del tempo per pensare a quello che dice. E invece si logora ma non molla. Vuol rimanere in scena a tutti i costi anche da solo e senza copione. Sa che il pubblico lo ama e da persona generosa lui si dà. “Ve darò tutto basta che nun me domandate nulla” Ma l’Italia alla lunga potrebbe risentirne. I suoi 44 avvocati si impegnano in parlamento per contrastare i “fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica” e tuttavia lui preferirebbe senz’altro che i parlamentari si impegnassero a trovare invece il modo di tutelare gli italiani dai “reati recenti” perché non se ne può proprio più dei reati passati, che noia. E io ho come l’impressione che la squadra non lavori abbastanza per lui. Sono passati i tempi dell’indimenticabile Bondi, il budino più famoso d’Italia, purtroppo trasferitosi ai beni culturali. L’uomo che appariva sullo schermo per dire cose che si potevano ascoltare anche senza spegnere il phon. Eppure Materazzi e Berlusconi sono convinto che possono rilanciare quel genere di comicità che negli anni ’70 i critici più attenti definirono “Macaroni style”. Gli italiani non più giovani capirebbero, si commuoverebbero e apprezzerebbero. E non mi riferisco solo a quell’italiano su tre che non è in grado di leggere e interpretare un documento, figuriamoci un giornale. Penso a quell’area più vasta degli italiani che vedono e lasciano fare perché in fondo c’hanno un amico che conosce uno che è il fratello… Perché siamo indiscutibilmente una democrazia avanzata. Basta sentire l’odore.

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