Le papucce del papa
16 Settembre 2008
Raffaello Ugo
Che fatica ragazzi. Sono stanco morto. Però è andata proprio bene. Erano mesi che ci si preparava per la visita del Papa. Certo, la giornata era iniziata un po’ in salita, prima di atterrare il Pontefice ha dovuto fare alcuni giri sull’aeroporto di Elmas perché la pista era occupata da un mezzo parcheggiato di traverso ma tutto si è risolto in breve tempo. Era l’aereo del Capo del Governo Silvio Berlusconi atterrato poco prima. Berlusconi ha minimizzato sostenendo che però aveva lasciato le chiavi nel cruscotto. Per farsi perdonare ha poi offerto brioches e cappuccino a tutti, circa seicento persone. Ha anche voluto mettere personalmente due cucchiaini di zucchero nella tazzina del Pontefice che comunque avrebbe preferito il suo dolcificante. Poi via verso la città. Durante il tragitto la macchina del Premier ha scherzosamente stretto la strada alla papamobile ogni volta che questa metteva la freccia per superare e nonostante le ripetute segnalazioni coi fari. Pare che Padre Georg, il segretario del Papa, sia sia molto risentito e infatti non si è più aggiustato il ciuffo per quasi un’ora. Il Santo Padre, amante della botanica come il suo segretario, per rimetterlo di buon umore gli ha donato, come già aveva fatto a Genova, la testa di un pino di 50 anni che fino a giovedì era di proprietà dei sardi. Arrivati a Cagliari, il Premier ha raccontato una divertentissima serie di barzellette su Maometto mentre Padre Georg dichiarava: “C’è un tentativo continuo di ridicolizzare le figure cattoliche.” Il Pontefice ha mostrato al Premier le sue nuove babbucce damascate a punta (“le papucce”, come correttamente dice Sua Santità) e il Premier ha offerto al Papa della bottarga di muggine e un crocefisso, simbolo della vera fede, pezzo unico fatto da lui, nel quale sono incastonate pietre e decorazioni raffiguranti la storia di papi, cardinali e un recente capo di governo. il Papa ha molto apprezzato il dono e lo ha messo via dicendo: “Lo guardo dopo”. Da parte sua Benedetto XVI ha regalato a Berlusconi una penna commemorativa dei 500 anni della costruzione della basilica di San Pietro. Muovendo velocemente la penna davanti agli occhi appare l’immagine di Gesù benedicente. Il cappellano militare Monsignor Mani si è più volte avvicinato al Pontefice sussurrandogli qualcosa circa il suo trasferimento e il Santo Padre cantilenando gli ha ripetuto “Don-Mani, do-mani” ridendo poi di gusto per la sapida battuta da sagrestia. Da un cero momento in poi però Sua Santità, forse infastidito dalle insistenze del prelato si è un po’ incupito e a preso a rivolgersi a lui con un secco “Sitz!” Durante la messa nella basilica di Bonaria ci sono stati anche momenti di forte emozione quando il Pontefice ha incontrato un piccolo gruppo di centenari già lavati o quando lo staff di Forza Italia guidato da Ugo Cappellacci, Emilio Floris e Mauro Pili ha cercato di forzare il cordone di sicurezza per farsi fotografare con Sua Santità in vista delle elezioni politiche. Ma le telecamere hanno simpaticamente immortalato anche momenti più curiosi e inusuali come quando Benedetto XVI sbadigliando ha ingoiato, nella decompressione, due candelabri del quattrocento. Durante l’omelia ha inoltre affermato con forza che serve una nuova generazione di politici cattolici, che abbiano rigore morale e competenza ma comunque va bene lo stesso ha concluso. Nell’Angelus ha trovato anche modo di esprimere la sua solidarietà e la sua preghiera per le care popolazioni di Haiti duramente provate negli ultimi tempi dal passaggio di ben tre uragani e del contingente Onu. Per finire, nel pomeriggio, ha incontrato noi giovani in largo Carlo Felice e ci ha esortati: “Tornate alla politica” e, in effetti, pochi minuti dopo, molti giovani stavano già tornando alla politica. Allora abbiamo cominciato a fare l’onda e non abbiamo smesso finché il Papa non è sbiancato ed è venuto giù. Niente di grave per fortuna, ma si è saputo dopo che soffre la nave. In serata è stato accompagnato fin sulla scaletta dell’aereo dal nostro capo di governo che lo ha abbracciato con un orecchio raccontandogli di quando lui era Papa. Padre Georg, silenzioso e corrucciato, è salito sulla scaletta senza voltarsi mentre il Premier lo invitava simpaticamente a “uscire più spesso”. Monsignor Mani è stato trasferito a Firenze col volo successivo. Pare abbia portato con sé sull’aereo solo una piccola bibbia e l’ultimo numero di “Armi e Soldati”. Ci mancherà, sicuro.
24 Settembre 2008 alle 19:15
caro UGO ho nostalgia del film L’UOMO VENUTO DAL KREMLINO interpretato da ANTHONY QUEEN..un papa progressista dove i beni materiali venivono destinati a opere caritatevoli, purtroppo e’ solo un film PURTROPPO;la fede ha ha un prezzo e il CAVALIERE templare sa fare le sue crociate in terra di SARDEGNA…un castello in costa smeralda e un regno a ROMA cosa ci potevamo aspettare ? la spada del popolo della liberta’ trafigge i poveri sardos pellittos ignorantes abituati a innaffiare le risate a 36 denti dei due OPUS DEI …SAI UGO coltivare ignoranza e’ virtu’ di pochi e loro sono i gran maestri ..come farlo capire a tutti ?CI VORREBBE UN MIRACOLO..nel frattempo volo via” ma con quale compagnia ? la frustazione incalza e l’impotenza e’ tanta e io aspetto un miracolo ,non ci resta che piangere …