La storia siete voi!

16 Giugno 2011

Luisella Cossu

Raccolta, recupero e valorizzazione della memoria filmica privata. Riappropriarsi di una memoria collettiva caduta nell’oblio, di uno sguardo intimo calato nella variegata realtà sarda sarà presto possibile grazie a Film di famiglia, il progetto promosso dall’Università degli Studi di Sassari, dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico e dall’Associazione Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia.
L’home movie ha vissuto fino agli anni Ottanta una scarsa considerazione delle sue potenzialità storico-culturali, laddove l’aggettivo “amatoriale”, affiancato al film, lo relegava al ristretto ambito familiare, non solo per la sua produzione, ma anche per la sua fruizione. Lontano, quindi, dal poter rappresentare una fonte di memoria collettiva di un Paese, il film di famiglia iniziò, col passare del tempo, a essere oggetto d’interesse da parte di studiosi e studiose di ambiti diversi (cinematografico, antropologico e storico), soprattutto in Francia, Olanda e America, i quali iniziarono a rapportarsi all’home movie come a un documento storico inedito.
L’Italia arriva solo una decina di anni fa alla riscoperta e valorizzazione di questa importante testimonianza storica e culturale con la creazione dell’Archivio Nazionale del Film di Famiglia grazie all’Associazione Home Movies di Bologna. Questo ritardo non stupisce eccessivamente se si pensa a quanto accaduto per la fotografia, in Italia ufficialmente riconosciuta come bene culturale solo a partire dal 1999. Con l’album fotografico il film di famiglia condivide spesso gli oggetti del proprio sguardo: episodi di vita quotidiana, eventi pubblici, riti collettivi, paesaggi, costumi e tradizioni che possono riprendere vita solo grazie alla valorizzazione di questi importanti vettori di conoscenza e riscoperta dei tempi ormai trascorsi. Dare nuova veste ai film di famiglia ed elevarli a testimonianza diretta delle realtà del passato, significa mostrare i protagonisti sconosciuti di una storia meno “famosa” ma che forse ci appartiene più da vicino di quanto non si pensi. La Sardegna, in particolare, rappresenta in questo senso un tesoro tutto da scoprire e riportare alla luce.
Basti pensare alle tradizioni popolari, ai costumi policromi tipici di ogni zona dell’isola, alla moltitudine di feste e riti collettivi civili e religiosi, alle varietà linguistiche del sardo di cui si può trovare traccia nei vari film privati, grazie ai quali sarà possibile evidenziarne i mutamenti operati dal trascorrere del tempo. Lo sguardo fortemente marcato, lontano dall’oggettività dei documentari istituzionali, profondamente intimo e frutto del contesto storico, sociale e geografico dal quale prende vita, rende il film di famiglia una fonte importante per mostrare una realtà “altra”, inedita, che rischierebbe di scomparire definitivamente. Per questo il progetto di recupero e valorizzazione degli home movie rappresenta un’importante occasione di rivitalizzazione della memoria collettiva sarda.
Il lavoro di ricerca che vede in prima linea le cattedre di Storia e critica del cinema dell’Università degli Studi di Sassari e di Cagliari si colloca, come già scritto, in un movimento di respiro internazionale, ma volge l’attenzione per la prima volta a una regione che, per la sua insularità, ha preservato e custodito antichi sguardi e saperi ma ha anche accolto molteplici spinte dirette al cambiamento, al progresso, alla trasformazione, in continua tensione tra modernità e tradizione. Si tratta di un progetto importante che si nutrirà della diretta collaborazione di cittadini e cittadine che negli anni, con le loro cineprese, hanno documentato ricorrenze, feste, manifestazioni pubbliche culturali e sportive, vacanze; pellicole risalenti a un arco di tempo tra gli anni Venti e Ottanta del Novecento. I possessori di pellicole amatoriali (nei formati 8 mm, Super8, 16 mm, 9,5 mm) sono invitati a consegnare i supporti originali al personale dei centri di raccolta distribuiti sul territorio sardo (Cagliari, Oristano, Macomer, Nuoro, Ozieri, Sassari, Olbia) fino al 30 ottobre 2011. Le pellicole raccolte verranno successivamente catalogate e restaurate tramite il trasferimento in formato digitale e il materiale resterà liberamente consultabile a chiunque ne faccia richiesta presso le sedi dei promotori, nelle biblioteche, nei musei e negli archivi dei soggetti collaboratori.
Ai proprietari dei film verrà data gratuitamente una copia su supporto DVD delle pellicole consegnate. I formati originali possono anche essere depositati presso l’ISRE, in locali climatizzati adatti a conservare questo tipo di materiale, oppure restituiti al donatore. La donazione delle pellicole è quindi facoltativa, ma sempre raccomandabile. Questi film, infatti, sono facilmente deteriorabili e sensibili agli agenti atmosferici e rischiano di andare perduti per sempre se non conservati correttamente, come spesso accade nelle soffitte o cantine di case private.
Il progetto ha preso ufficialmente il via l’11 giugno a Nuoro con la proiezione del film Un’ora sola ti vorrei e il 12 a Sassari, dove è stato proiettato Vogliamo anche le rose alla presenza della regista Alina Marazzi. La serata sassarese è stata l’occasione per un confronto diretto con la regista milanese che ha sottolineato l’importanza di accedere alle memorie, quali diari e film privati, di donne che negli anni Sessanta e Settanta del Novecento hanno contribuito alla conquista dei diritti civili, vivendo il bisogno di contrastare gli schemi della società patriarcale del tempo, per affermare autonomia, identità e diritti.
Ecco che le tre autrici dei diari privati prendono vita sullo schermo grazie a volti e corpi di altre donne che in quella stessa epoca hanno vissuto e condiviso le stesse passioni, le stesse ribellioni, donne che non si sono mai incontrate realmente ma che si ritrovano, nel film, lungo lo stesso percorso di testimonianza che arriva al pubblico contemporaneo con un coinvolgimento detonante. Proprio questa è la grande potenzialità del film di famiglia, poter essere fonte preziosa per raccontare storie che ci coinvolgono e ci riguardano da vicino. È importante, quindi, che il lavoro di ricerca in corso in Sardegna venga promosso, soprattutto attraverso la più antica ed efficace formula del “passaparola” perché anche chi non possiede personalmente vecchie pellicole possa comunque contribuire al recupero di un prezioso capitale storico che ci appartiene, dalle potenzialità sorprendenti.

Per info: [email protected]

2 Commenti a “La storia siete voi!”

  1. Giovanni Cocco scrive:

    L’idea di poter recuperare la memoria mi piace molto e sarò felice di allargare il messaggio di cui Luisella e tanti altri si stanno facendo promotori. La cultura filmica privata rappresenta la nostra terra, le nostre tradizioni e i nostri valori.

  2. Sara Filippelli scrive:

    Grazie Giovanni per condividere il nostro progetto. Sarà importante se tutti e tutte ci supporterete e aprrezzerete l’iniziativa. Credo che questa memoria, la memoria della gente comune, non debba andare perduta. Portate le pellicole ai nostri centri e sarete sicuri di aver partecipato ad una grande operazione di salvataggio: la storia siete voi!

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