Il Bingo di Pinco
16 Ottobre 2008Raffaello Ugo
Sono per natura ottimista. Mi piace pensare che in ogni tragedia ci sia qualcosa di utile. Per questo credo che sia un buon segno che qualsiasi Pinco possa svegliarsi la mattina e proporre un referendum. E’ indubbiamente indice di vitalità e di fantasia, caratteri tipici di noi italiani. E non si può negare che parlare all’estero dell’Italia porti una ventata di buon umore e di ottimismo anche nei più malinconici. E comunque una risata è assicurata. Alcuni sostengono che l’istituto del referendum sia da noi ormai delegittimato perché utilizzato come una clava dai partiti. Dispiace sentir parlare così dei morti. Ma non vorrei essere frainteso, non sono contrario alle sedute spiritiche anzi, trarre insegnamento dagli antenati è sempre utile e opportuno. Solo che Pinco è trasversale e non ama farsi ingabbiare in schemi o etichette. Indice un referendum (non con soldi suoi) non raggiunge neanche il quorum e invece di essere crocifisso con chiodi arrugginiti riparte di slancio per nuovi lidi. Lo chiamano fare opposizione. Si oppone, Pinco. Con tutte le sue forze. Chiama all’Unità per il Bene Superiore. Guardo in su e non vedo niente ma intanto Pinco sta già pensando alla prossima mossa. Lo stratega. E’ indebolita la maggioranza? Chissà. Però in tv appare un tale che dice di essere della maggioranza, uno sconosciuto, che dice che i sardi non si fanno mettere in mezzo e non sono andati a votare perché hanno capito il giochetto. Non riesco a prendere a schiaffi il televisore. E’ un mio limite. Ho paura che esploda. Ma era Pinco che parlava? O era Pallino, il feroce oppositore di Pinco? Sono contrario per principio alla violenza così mentre rifletto mi accorcio le unghie con la smerigliatrice. D’altra parte sull’elenco del telefono non appare chiaro dove abiti Pinco e anche Pallino probabilmente non ha dato l’autorizzazione alla pubblicazione dei suoi dati. E io che li facevo rozzi e un po’ stupidi. E’ necessario un colpo di reni. Si potrebbero inserire nella scheda dei prossimi referendum puntini di sospensione al posto del numero degli articoli, delle leggi ecc. di modo che ognuno possa andare al seggio con la possibilità di far abrogare qualsiasi cosa. Una grande manifestazione di democrazia totale in cui ognuno potrà dire la sua. Certo, grande confusione ma anche grande party. Un po’ faticoso anche il conteggio delle schede ma che importa, non sarebbe una novità se una certa quantità di queste venisse poi ritrovata nei sacchetti della spazzatura. Quello che conta è il rispetto per le istituzioni e dunque il rispetto per i cittadini e quindi il rispetto per se stessi e mi pare che abbiamo finito. Mica come a Vicenza che hanno voluto fare a tutti i costi un referendum di quelli all’antica per decidere sul loro futuro. D’altra parte per capire il senso degli ultimi dieci/quindici referendum non basta una normale intelligenza e sorprende che ci siano ancora persone che leggono e cercano di comprendere il senso del quesito referendario senza protestare per l’assoluta mancanza di asterischi e apici nel testo. Un’assenza che rende complicato l’approfondimento del sottotesto, del metatesto, del paratesto e anche dell’infratesto e che, in definitiva, ostacola la possibilità di arrivare là dove Pinco vuole andare a parare. Ma a Pinco risponderemo Si oppure No? Dipende dalla domanda dice qualcuno. Non esageriamo. Vista la difficoltà di molti a comprendere la formulazione dei quesiti e visto che un italiano su tre non è in grado nemmeno di tenere la scheda con i caratteri orientatati correttamente, si aggirerà il problema. Invece di stare a preoccuparsi per i significati si suddivideranno tutti i problemi conosciuti in due grandi categorie a cui rispondere con un si o con un no secchi. Dispiace per i sofistici ma sono tempi difficili. Un fanciullo bendato sparerà raffiche di palline, gialle per i Si e rosse per i No sulla folla dei votanti. I votanti correranno a mettere quelle rosse in un apposito sacchetto rosso e quelle gialle nel sacchetto giallo (così anche i più emotivi non potranno sbagliare) le palline verranno contate e un notaio dichiarerà la vittoria del Si oppure del No. Ed è a questo punto che in un tripudio di trombette Pinco introdurrà una valletta fisicamente molto dotata ma laureata e con il quesito referendario all’interno del reggiseno. Applausi, abbracci, commozione e giochi di luce. Una vera festa della partecipazione. E ancora una volta avrà vinto la democrazia.
16 Ottobre 2008 alle 11:43
copio, incollo e sottoscrivo
…Invece di stare a preoccuparsi per i significati si suddivideranno tutti i problemi conosciuti in due grandi categorie a cui rispondere con un si o con un no secchi. Dispiace per i sofistici ma sono tempi difficili. Un fanciullo bendato sparerà raffiche di palline, gialle per i Si e rosse per i No sulla folla dei votanti. I votanti correranno a mettere quelle rosse in un apposito sacchetto rosso e quelle gialle nel sacchetto giallo (così anche i più emotivi non potranno sbagliare) le palline verranno contate e un notaio dichiarerà la vittoria del Si oppure del No. Ed è a questo punto che in un tripudio di trombette Pinco introdurrà una valletta fisicamente molto dotata ma laureata e con il quesito referendario all’interno del reggiseno. Applausi, abbracci, commozione e giochi di luce. Una vera festa della partecipazione. E ancora una volta avrà vinto la democrazia….
Buona lettura del bel pezzo di Raffaello Ugo
Angelo Liberati
18 Ottobre 2008 alle 09:45
Mi complimento con Raffaello per questo suo intervento, sempre godibilissimo, tutto giocato sul filo di un humour molto particolare, grottesco e paradossale, pregevole sotto il profilo squisitamente letterario.
Mi complimento anche con la redazione che ha aperto a contributi “artistici” che danno respiro ad un contesto altrimenti molto serio (e qualche volta serioso).
Avanti così, mi raccomando, senza pentimenti.
P.S. Perché i caratteri sono diventati così piccoli? Spero non per scoraggiare dall’inviarwe commenti, a volte anche critici. (Sto scherzando!!)