La morte di Cenzo Defraia
9 Luglio 2011E’ morto il compagno Cenzo Defraia uno dei fondatori del Manifesto in Sardegna. Negli anni sessanta faceva parte della sezione Lenin, della ‘malfamata’ sezione Lenin. Contribuì, insieme agli altri compagni che allora dirigevano la sezione, al rafforzamento del Partito Comunista a Cagliari. In quegli anni la Lenin diventò un importante punto di riferimento per centinaia di militanti, dai portuali ai ferrovieri agli artigiani, dagli studenti agli insegnanti. Le attività della sezione erano seguite anche da tante persone non iscritte al partito, simpatizzanti dicevamo, che consideravano il lavoro politico della Lenin un’occasione di confronto e di apertura del partito comunista. Non è un caso che la sezione raggiunse i 1300 iscritti. Cenzo Defraia era un organizzatore instancabile di questa attività. I dirigenti della federazione di Cagliari non vedevano favorevolmente la sezione Lenin: troppo indipendente e talvolta anche indisciplinata, poco incline a rispettare le direttive del partito. Cenzo era vice segretario quando, nel dicembre del 1969, venne radiato ‘per attività frazionistica’.
Non fu una grande scelta quella: non lo fu per il partito che si dimostrò incapace di accogliere le sollecitazioni che venivano dalle lotte operaie e studentesche; non lo fu per Cenzo Defraia che subì un provvedimento disciplinare anacronistico.
Fuori dal partito Cenzo continuò il suo impegno col Manifesto: ne seguì tutte le vicende offrendo un contributo importante e sempre in prima linea; sebbene in condizioni di salute precarie, ha partecipato anche alla nascita e alle attività del Manifesto Sardo occupandosi dei temi del lavoro e del ruolo del sindacato.
Cenzo è stato inoltre, a livello nazionale nel settore delle telecomunicazioni (lavorava alla Sip), un dirigente sindacale apprezzato e stimato dai suoi compagni di lavoro.
Lascia un vuoto nella sinistra cagliaritana.
Parleremo ancora di Cenzo, Lo faremo nel corso dei prossimi numeri con più lucidità di quanto non riusciamo a fare adesso.
Alla moglie Anna e ai suoi figli vanno le condoglianze del Manifesto sardo.