A Sa Domu una serata per rompere l’isolamento dei Cpr
16 Novembre 2023[red]
Sabato 18 novembre alle ore 17.00, sa Domu, spazio autogestito a Cagliari in Via Lamarmora 126 organizza insieme all’Assemblea sarda No CPR la serata dal titolo Rompiamo l’isolamento, volume uno. Una serata benefit in solidarietà alle persone recluse nel CPR di Macomer che prevede la proiezione della video inchiesta l’inchiesta di Spotlight andata in onda su RaiNews24 a cura di Giulia Bosetti e intitolata Asso piglia tutto. Il business dei centri di permanenza per i rimpatri dei migranti. A seguire si svolgerà il concerto con Dj set con Andrea Andrillo e Djibba.
Dal gennaio 2020, a Macomer è attivo un CPR, Centro di Permanenza per il Rimpatrio. Si tratta di un luogo in cui uomini e donne stranieri vengono privati della libertà, non a causa di reati commessi, ma per le difficoltà nell’ottenere o rinnovare un permesso di soggiorno.
Questi centri, noti anche come CPT, CIE e oggi CPR, esistono dal 1998. Nonostante il cambio di nomi nel corso degli anni, il trattamento riservato alle persone recluse rimane invariato: sono luoghi di segregazione e violenza, dove i diritti fondamentali sono regolarmente calpestati, come testimoniano anni ed anni di esperienze documentate.
I CPR sono essenzialmente prigioni gestite da società private che, con un lauto finanziamento di denaro pubblico, operano per profitto sulla pelle delle persone detenute. Il profitto sulla gestione si traduce in pessime condizioni di reclusione, servizi di base carenti, violazioni continue della dignità e dei diritti fondamentali dei reclusi.
La comunicazione con l’esterno è fortemente limitata: telefoni sequestrati, servizi di mediazione culturale carenti, avvocati difensori che lottano per comunicare con i loro assistiti, diritto di visita negato. La violenza quotidiana dei CPR è nascosta dall’isolamento cui sono costretti i reclusi. Queste persone recluse hanno il diritto di essere ascoltate, e noi, come società civile, abbiamo il dovere di ascoltare e il diritto di essere informati.
Con il nuovo decreto del governo, i CPR saranno gestiti dal Ministero della difesa, trasformandoli in strutture ancora più militarizzate e isolate, mentre la detenzione viene estesa fino a 18 mesi. 18 mesi di detenzione per la sola colpa di provenire dal paese sbagliato. Crediamo che il diritto di emigrare, cercare rifugio e cercare nuove opportunità di vita sia inalienabile per ogni essere umano. I Centri per il rimpatrio sono come “buchi neri”, luoghi avvolti dal silenzio per rendere invisibili e isolare coloro che vi sono costretti.
Gli stranieri che migrano non sono criminali, e le persone detenute nei CPR non sono “ospiti”, ma detenuti. I CPR non possono essere riformati, devono essere chiusi. Invitiamo tutte le persone di Macomer e della Sardegna a non restare indifferenti. Rompiamo il silenzio sulla presenza di un CPR in Sardegna, in Italia e in tutta Europa.