A Tortolì una manifestazione femminista e antirazzista

16 Maggio 2021

[red]

Martedì 18 maggio alle ore 19.00 a Tortolì, nel piazzale delle scuole elementari centrali e di fronte Café noir un gruppo di donne ogliastrine hanno deciso di mobilitarsi per sottolineare aspetti che sono passati in secondo piano, come il tentato femminicidio, come la violenza maschile che ad oggi continua a produrre vittime. Pubblichiamo il loro comunicato stampa e aderiamo al loro appello come redazione del manifesto sardo, invitando le nostre lettrici a partecipare alla manifestazione indossando qualcosa di colore fuxia.

Le donne ogliastrine si stringono intorno alla famiglia di Paola e Mirko a una settimana dal drammatico fatto di cronaca, e chiamano tutta la comunità a partecipare a un momento di riflessione collettiva sul gravissimo episodio di violenza avvenuto questa settimana nella nostra cittadina. È stato un tentativo di femminicidio, che non è riuscito solo perché Mirko è coraggiosamente intervenuto in difesa della madre ed è stato ucciso al suo posto. Paola lotta ancora, ma il femminicidio, come violenza e distruzione della sua identità, è stato attuato. A pagarne le orribili conseguenze è stato suo figlio.
In Italia avviene un femminicidio ogni tre giorni. Ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo. Nella maggior parte dei casi l’omicida è il partner, ex partner, un familiare o un conoscente della donna uccisa. I femminicidi sono caratterizzati da un’estrema brutalità e sono l’apice di una piramide di abuso e violenza che la donna subisce nel tempo e che include anche la violenza psicologica e verbale. La violenza dell’uomo è rivolta verso la donna ma molto spesso coinvolge figli, minori e parenti.
Dall’inizio del 2021 già 34 donne sono morte di femminicidio, solo tre nel mese di maggio, l’ultima venerdì 7. Se non fosse stato per Mirko, Paola sarebbe stata la quarta. Ma sappiamo che è solo questione di tempo perché ci sia un’altra vittima: statisticamente ciò avverrà durante questa settimana, da qualche parte in Italia.
Ma nonostante tutto ciò appaia un vero e proprio bollettino di guerra , il problema non sembra essere al  primo posto nell’agenda delle istituzioni. Gli strumenti operativi più importanti quali i centri antiviolenza o le associazioni restano bloccati per mancanza di fondi. Sappiamo inoltre che in moltissimi casi la donna, prima di cadere vittima del femminicidio, aveva cercato aiuto e protezione nelle istituzioni e aveva denunciato il suo aguzzino. Le storie di femminicidio sembrano ripetersi sempre uguali e non sono mai raccontate adeguatamente dai mezzi di informazione e dalla politica, che tendono a minimizzare l’accaduto o a porre l’accento su presunte responsabilità della vittima – come aver cercato di porre fine alla relazione.
I femminicidi non sono mai raccontati per quello che sono, cioè un fenomeno sistemico che ha origine in un’educazione malsana degli uomini, molti dei quali agiscono nella convinzione di detenere un potere o un diritto sulla vita e sui corpi delle donne. 
Spesso i femminicidi vengono strumentalizzati da discorsi di stampo razzista. Ma quando si dice che gli uomini che agiscono con violenza sulle donne sono sempre stranieri, e che lo fanno per “arretratezza culturale”, si sta dicendo una menzogna. La verità è che la violenza sulle donne non ha nazionalità, non ha colore e non ha confini. La maggior parte degli uomini femminicidi in Italia sono italiani, italianissimi, sardi.
Siamo stanche della violenza sulle donne. Siamo stanche dei femminicidi.
Ci stringiamo intorno alla famiglia di Mirko e Paola, a tutte le vittime di femminicidio e alle loro figlie e figli: quelli rimasti senza madre, quelli morti per difenderla, quelli la cui vita è distrutta per colpa della violenza di un uomo. 
Vi aspettiamo nel piazzale delle scuole elementari centrali (fronte Café noir) in via Mons. Virgilio il prossimo martedì 18 maggio alle h.19.00.
Chiediamo a tutte e tutti di rispettare rigidamente e con attenzione le prescrizioni igienico-sanitarie, ovvero di indossare sempre la mascherina e di mantenere il distanziamento tra i partecipanti sul luogo dell’evento.

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