Accoglienza o punizione?

16 Luglio 2015
ACCOGLIENZA1
Valentina Brinis

Mercoledì 15 luglio la Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato ha invitato in audizione alcune delle organizzazioni religiose impegnate in Italia sul tema dell’accoglienza: la Caritas, Sant’Egidio, la Fondazione Astalli, le Acli e la Federazione delle Chiese Evangeliche.

In questa occasione è stato presentato un documento, da loro sottoscritto, in cui si evidenzia che la riforma del sistema dell’asilo e dell’accoglienza è un passaggio necessario e non più rinviabile per il nostro paese. Ecco perché il recepimento delle due direttive europee sull’accoglienza dei richiedenti asilo e sulle procedure per l’accesso alla protezione internazionale, rappresenta un’occasione preziosa.

Lo schema di decreto, su cui ha già espresso un parere la Commissione Affari Costituzionali del Senato, e su cui il Governo è chiamato a intervenire, presenta alcuni aspetti controversi. Tra questi la previsione del trattenimento nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE) anche di quei richiedenti asilo per i quali sussisterebbe il pericolo di fuga.

Ma nello stesso schema di decreto non viene attuata l’urgente e necessaria riforma del sistema di accoglienza, mentre vengono previste affollate strutture (i cosiddetti hub regionali) dove i richiedenti asilo dovrebbero in linea di principio solo avviare la procedura per poi essere trasferiti in strutture idonee a favorirne il migliore inserimento, senza che sia stato stabilito un termine massimo di permanenza.

Nel documento presentato oggi si fa riferimento anche al lavoro delle Commissioni territoriali che potrà diventare davvero efficace solo attraverso alcune modifiche, tra cui l’attribuzione di incarichi a tempo pieno dei funzionari addetti e il ripristino della collegialità delle audizioni.
Sono questi alcuni dei passaggi fondamentali cui è necessario provvedere se si intende portare a compimento una riforma efficace del sistema dell’asilo nel nostro paese.

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