Alghero, arriva il sequestro preventivo sul litorale di Calabona

15 Agosto 2024

[Stefano Deliperi]

Il G.I.P. del Tribunale di Sassari, con decreto del 5 agosto 2024, su richiesta della Procura della Repubblica ha posto sotto sequestro preventivo il complesso turistico A-mare Beach Club, realizzato sulla scogliera di Calabona, ad Alghero (SS).

Il sequestro è stato eseguito la mattina dell’8 agosto da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e del Centro Anticrimine Natura.

Si tratta dell’ultimo atto (finora) di un’operazione di snaturamento di un tratto di costa demaniale in nome di un preteso sviluppo turistico tanto invadente quanto remunerativo.

Infatti, una società turistica (la Società Bagni del Corallo s.r.l.s.) ha ottenuto una concessione demaniale (determinazione Regione autonoma della Sardegna – Servizio demanio, Patrimonio e Autonomie locali di Sassari n. 2904 dell’11 luglio 2023) per dodici anni per la realizzazione stagionale (periodo giugno – settembre) di un pontile per piccole imbarcazioni, una piattaforma lignea amovibile, servizi balneari e nautici.

Il Comune di Alghero, previa conferenza di servizi, ha successivamente autorizzato definitivamente (provvedimento unico SUAP Alghero n. 4634 dell’11 settembre 2023).

Il fatto è che nello scorso mese di marzo 2024 sono iniziati i lavori che han visto modificare radicalmente vegetazione e litorale, con mezzi meccanici, lo sversamento di terra e il posizionamento di piante di ignota provenienza.    Non sembra proprio una sistemazione temporanea e amovibile alla fine della stagione estiva.

Da notare, poi, che una precedente versione del medesimo progetto è stata oggetto di parere negativo non superabile emesso sia dalla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari (nota prot. n. 16555del 10 novembre 2021) che dal Comune di Alghero – Ufficio Tutela Paesaggio sub-delegato RAS (nota dell’8 novembre 2021).

L’avvìo dei lavori ha dato corpo a numerose proteste, mentre l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato (26 marzo 2024) specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti per verificare la legittimità o meno di quanto in corso di realizzazione.

La Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari ha, quindi, adottato un provvedimento di sospensione dei lavori (art. 150 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), perchè – a differenza di quanto dichiarato e autorizzato – “è stata rilevata l’esecuzione di opere che hanno comportato una modifica sostanziale dello stato dei luoghi in ambito sottoposto a vincolo paesaggistico …

 Nello specifico le suddette opere hanno riguardato:

- l’estirpazione di tutta la vegetazione spontanea esistente, per una superficie pari a circa 900 mq;

 la modificazione delle altimetrie del terreno attraverso lo spostamento e la regolarizzazione delle curve di livello: i dolci promontori naturali sono stati trasformati in aree terrazzate bordate da pietre e massi rocciosi disposti in modo regolare secondo l’andamento delle nuove curve di livello realizzate;

- la messa a dimora di prato erboso, per una superficie di circa 800 mq;

- la messa a dimora di varie specie vegetali disposte in piccoli raggruppamenti alla maniera del giardino ornamentale;

- la messa in opera di un impianto di irrigazione”.

In particolare, “le opere … non sono ascrivibili tra quelle di cui al punto A.26 dell’allegato A del DPR 31/2017 (interventi puntuali di ingegneria naturalistica diretti alla regimazione delle acque e/o alla conservazione del suolo che prevedano l’utilizzo di piante autoctone e pioniere, anche in combinazione con materiali inerti di origine locale o con materiali artificiali biodegradabili) in quanto non dirette alla regimazione delle acque e/o alla conservazione del suolo, né limitate al solo impianto ‘puntuale’ di piante autoctone ma, al contrario, estese a un’intera superficie di terreno, preventivamente livellata e modificata con l’utilizzo di mezzi meccanici”, non sono necessarie perchè si tratta di aree “a rischio geomorfologico nullo”, quindi avrebbero dovuto esser preventivamente autorizzate sotto il profilo paesaggistico.

Inoltre, “trattandosi … di un progetto unico, che oltre alla posa di strutture temporanee e amovibili (pedane, pontile etc) prevedeva anche la ‘riqualificazione delle aree pubbliche verdi interne alla concessione’… , con opere che richiedono la preventiva acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica, nessuna lavorazione può essere eseguita in assenza del suddetto titolo autorizzatorio” e, pertanto, è stato sospeso l’intero intervento.

Infine, la Soprintendenza ha segnalato i lavori riscontrati al Servizio regionale demanio, patrimonio e autonomie locali di Sassari e Olbia-Tempio per verificare se sia stata rispettata la concessione demaniale emanata, alla luce della prescrizione del mantenimento di “2.792 mq di area scoperta, per salvaguardia ambientale e mantenimento della vegetazione esistente” (nota Sopr. ABAP SS prot. n. 5683 del 10 aprile 2024).  Potrebbe, infatti, esser revocata la concessione demaniale per mancato rispetto della prescrizione.

La Soprintendenza ha svolto sopralluoghi (5 aprile 2024), mentre in precedenza aveva emanato parere negativo al progetto e chiesto informazioni al Comune di Alghero in relazione al palese prevedibile effetto modificativo del paesaggio (note prot. n. 16555 del 10 novembre 2021, n. 18841 del 29 dicembre 2021, n. 12232 del 14 agosto 2023, n. 4792 del 25 marzo 2023).

La Società turistico-immobiliare, che ha affermato di aver effettuato lavori di ingegneria naturalistica incontrando forti critiche da parte di Emanuele Farris, Presidente regionale della Società Botanica Italiana, ha ottenuto un provvedimento di sospensiva da parte del T.A.R. Sardegna (T.A.R. Sardegna, Sez. II, 16 maggio 2024, n. 127, ord.), “considerata l’assenza di una motivazione esaustiva relativa all’impatto delle opere sugli specifici valori (panoramici) protetti dal vincolo e considerato, altresì, il già avanzato livello di realizzazione dei lavori, che rende ingiustificato l’impugnato provvedimento sospensivo degli stessi, tanto più alla luce del carattere amovibile delle sole opere ancora da realizzare, cioè le pedane previste in progetto”.

Insomma, per il T.A.R. non bastava che avessero fatto fuori “tutta la vegetazione spontanea esistente, per una superficie pari a circa 900 mq” e avessero livellato e modificato l’area quando che la legge affermi che qualsiasi modifica territoriale permanente del territorio tutelato debba essere preventivamente autorizzata (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

A fine giugno il complesso turistico balneare ha aperto e ha avviato una serie di eventi di richiamo.

In seguito, la Soprintendenza ha emesso parere vincolante negativo (nota prot. n. 10739 del 5 luglio 2024) per la realizzazione di “opere precarie – chiosco bar, reception e servizi igienici”, così come sottolineato dalla Regione autonoma della Sardegna – Servizio Tutela del Paesaggio (nota prot. n. 38110 del 19 luglio 2024), comportando il diniego di autorizzazione da parte del Comune di Alghero – SUAPE (provvedimento unico prot. n. 54688 del 9 luglio 2024).

Nuovo ricorso al T.A.R. Sardegna e nuovo provvedimento cautelare favorevole, ma non finisce qui.

Il Comune di Alghero – SUAPE, con provvedimento del 24 luglio 2024, ha disposto la decadenza del titolo relativo alla pratica SUAPE avente ad oggetto “Avvio attività di pedana prendisole per il posizionamento di lettini e ombrelloni e servizio di approdo per piccole imbarcazioni e servizi complementari quali somministrazione di alimenti e bevande”, con la conseguente rimessa in pristino della situazione antecedente.

Di conseguenza altro ricorso al T.A.R., seguito da nuovo provvedimento cautelare favorevole (T.A.R. Sardegna, Sez. II, 7 agosto 2024, n. 225, ord.) “nelle more dello svolgimento dell’udienza di trattazione della causa nel merito, da fissarsi con celerità”, cioè “alla data del 7 maggio 2025”, ma è giunto il provvedimento di sequestro preventivo nell’ambito di un procedimento penale con ipotesi di reati ambientali.

Spiace davvero per gli incolpevoli lavoratori coinvolti, ma il punto è semplice: la società immobiliare è mai stata autorizzata a modificare permanentemente lo stato dei luoghi demaniali?

Quest’ultima vicenda che interessa la povera costa di Calabona è davvero emblematica.

Niente da fare.

Non basta la speculazione edilizia, sfacciatamente favorita da un piano regolatore generale (P.R.G.) ormai d’interesse archeologico e mai adeguato – nonostante gli obblighi di legge – al piano paesaggistico regionale (P.P.R. – I stralcio costiero) proprio per conservare fin che si può la possibilità di speculare più possibile.

No, non basta.

Ad Alghero, sul litorale di Calabona, si specula anche sugli scogli e nel mare.  

Il GrIG, per accertare la legittimità o meno di quanto si è andati a realizzare, ha coinvolto il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia. Belle Arti e Paesaggio di Sassari, il Comune di Alghero, i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.

E ora la magistratura ha iniziato a esprimersi.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI