Un altro Einstein
1 Ottobre 2013Marco Ligas
Sono sempre più numerose le definizioni che vengono usate quando ci si riferisce a Berlusconi. L’ultima, e questa volta davvero originale, l’ha usata Mara Carfagna: “le grandi menti, le grandi persone – ha detto la Carfagna citando Einstein – hanno sempre ricevuto violenta opposizione da parte delle menti mediocri”. Berlusconi dunque una grande mente! Per certi versi è un’affermazione veritiera: riuscire a praticare il malaffare per interi decenni e rimanere impuniti non è una cosa semplice, non tutti sono dotati di questa destrezza, tanto più se il malaffare diventa la strada per accedere ai centri di potere e attraverso il loro controllo giungere alle cariche istituzionali più rilevanti.
È probabile che oggi il ciclo di Berlusconi si concluda, anche se la prudenza è sempre opportuna quando si valutano processi di questa natura; più volte in passato abbiamo pensato al suo declino e malauguratamente, grazie alle complicità di tanti, lo abbiamo ritrovato nei posti di comando, più arrogante che mai.
Oggi è importante comunque capire quali prospettive si presentano al paese e per quali obiettivi sia importante impegnarsi. Già si parla di un nuovo esecutivo che accolga i dissidenti del Pdl oppure di un governo di scopo. Per far che? Per rifare la legge elettorale, si dice, e definire la legge finanziaria. Sono obiettivi da molti ritenuti indispensabili. È probabile, per il tipo di accordi sottoscritti a livello europeo, che attualmente non si possa fare altro.
Ma non basta questa constatazione, la dimensione della crisi è tale per cui c’è da chiedersi con preoccupazione se sia davvero indispensabile andare avanti così senza opporsi a questa Europa e senza ipotizzarne un’altra che contrasti la subalternità dei governi italiani (e del centrosinistra) alle politiche tedesche ed europee.
Questa stessa subalternità è una delle cause fondamentali per cui regioni come la Sardegna subiscono una crisi gravissima con un’ulteriore perdita di posti di lavoro e la chiusura delle ultime aziende presenti nei vari settori produttivi.
Il fiscal compact imposto dal governo Monti, nessuno più si azzarda a metterlo in dubbio, è una clausola che riproduce politiche neocoloniali, non ha niente a che vedere con l’idea di un’Europa che voglia promuovere la democrazia e la partecipazione dei cittadini. E la mancanza di un consenso popolare non è una condizione che possa favorire relazioni fondate sul rispetto dei diritti e del lavoro.
Indispensabile dunque l’uscita di scena di Berlusconi e dei suoi luogotenenti, ma se a questo ricambio non seguiranno politiche diverse le condizioni di vita degli italiani e soprattutto dei sardi non cambieranno.
La crisi sta producendo una povertà diffusa in tutta l’isola, ma questo malessere non dipende soltanto dalle politiche neoliberiste. Abbiamo alla Regione dei gruppi consiliari che sembra abbiano mutuato da Berlusconi le pratiche della corruzione attraverso il peculato, l’abuso di ufficio e il clientelismo. Il silenzio e la complicità dei partiti sono davvero preoccupanti e l’astensione crescente dalle elezioni non provoca alcuna reazione, né viene vissuta come un’offesa alla democrazia.
Bisogna rompere con questa pratica e ripartire da un obiettivo fondamentale: la difesa della Costituzione. In tutto il paese le forze democratiche sono impegnate su questo obiettivo. Non rimaniamone fuori.
3 Ottobre 2013 alle 20:44
La Carfagna in un talk si è rivolta con un: “spiritosa lo dici a tua sorella (a sorreta!)” ad un interlocutore che la invitava a non incalzare e sovrastare con battute di spirito il proprio intervento. E’ comprensibile che ritenga un genio colui che l’ha promossa da velina Mediaset a ministra. Solo Caligola ci andò vicino promuovendo senatore il suo cavallo (con tutto il rispetto per i cavalli). Sarò pessimista ma credo che in questa Italia, e sopratutto in quest’Isola, il ciclo di B. si concluderà solo per motivi biologici.Certo, la “sinistra” deve liberarsi dei dogmi liberisti vecchi e nuovi, e a maggior ragione ora che c’è B. Non se ne può più di quelli che “grande imprenditore ma mediocre politico”. Con la Mammì ad personam, che gli regalava le frequenze, e con Craxi che gli rendeva edificabili le aree agricole dove riciclare i soldi di mafia, anche il cavallo di Caligola avrebbe fatto i miliardi. Il fatto è che B è un esponente esemplare di questo capitalismo finanziario che piace tanto alla BCE, alle agenzie di rating e ai grillini che pensano si possa campare di aria fresca e asparagi di campo. L’isola soffre come l’Italia il peso di una de-industrializzazione senza il prospetto di un’alternativa che non sia la bulimia burocratica. Vedi RAS: 7.000 dipendenti, 250 dirigenti che se si limitassero a prendere stipendi milionari farebbero meno danni. Il problema è che hanno il potere di decidere, tutto. Anche le fermate del tram nel comune di Sassari.
28 Ottobre 2013 alle 17:40
Einstein è un caso unico globale “mondiale” il suo contributo riecheggia per l’eternità, come il Sacro Romano Impero. rappresentativo di tutto il 900, nessun paragone può essere fatto.