Amministrative in Sardegna
1 Giugno 2007Redazione
Il problema non appare tanto quello di decidere, a seconda della sconfitta, se le amministrative abbiano avuto o meno un significato politico (come se non si trattasse, alla fine, di politica…) quanto quello, nella prova non certo esaltante del centro-sinistra, dell’evidenziarsi di una progressiva disaffezione nell’elettorato più sensibile, più a sinistra. In Italia, in Sardegna.
Possiamo capire la scelta conservatrice in città come Olbia e Alghero che esprimono, pur nella forte differenza, i noti modelli di sviluppo costiero (e comunque non sembrano essere neppure scalfite dalla ‘modernizzazione’ turistica di Renato Soru), ma preoccupa l’assenza di prospettiva, di persone, di coraggio, di idee, di fascino in una sinistra sarda arroccata in una difesa senza convinzione di un buon piano paesaggistico nella sostanza subìto, al quale si sovrappongono linee speculative volta per volta manifestate nei bandi, nei progetti, nelle idee per sviluppare un turismo di qualità su un ambiente moderatamente ipostatizzato (Parco geo-minerario, La Maddalena, Asinara).
E’ necessario rispondere subito ad un mondo che ha bisogno di speranza e progettualità nel lavoro, nell’ambiente e nella cultura, nella lotta alle basi militari, nella qualità dei rapporti umani e civici. La pesante crisi di rappresentanza a sinistra, centrale per le sorti della democrazia, trova una conferma in queste amministrative: il dibattito politico sulla necessità di un nuovo riferimento a sinistra del Partito Democratico è urgentissimo, ma deve dare voce alla società ed essere intransigente contro lo strapotere di dirigenti storici senza rappresentanza sociale, non poco responsabili del degrado della politica e delle speranze della sinistra sarda.
Il Manifesto Sardo, con gli strumenti della discussione e dell’inchiesta, vuole mettersi al servizio di questa esigenza.
10 Giugno 2007 alle 17:46
Soru o non Soru la classe dirigente andrebbe cambiata radicalmente soprattutto per far cambiare le modalità di concezione e di fruizione della politica. Per far ciò ci vorrebbe un partito dei regolamenti che porti avanti istanze nel solo ed esclusivo interesse della regione e non dei gruppi di potere clientelare.
Tutti a casa Raus!!!!
19 Giugno 2007 alle 12:23
La gente si allontana dalla politica?!.Perchè in ogni competizione elettorale l’esercito delle persone che non vanno a votare è sempre piu’ numeroso?!..Beh, qualcuno avra’ pure qualche responsabilita’. Io credo che dobbiamo iniziare a ragionare non solo per ricercare e individuare le cause , ma anche avere il coraggio di analizzare se ci sono responsabilita’ dirette di gruppi dirigenti.Tutto cio’ anche per evitare tentativi maldestri di fare di tutta l’ erba un fascio in cui tutti siamo responsabili cosi nessuno è responsabile. E io per primo non voglio essere corresponsabile di scelte politiche che ho ritenuto e ritengo sbagliate. Voglio citare due episodi che ritengo politicamente importanti, e che non hanno bisogno di molti comenti, ma rendono chiaro il concetto di cio’ che voglio dire.
I due episodi sono questi: 1°) Dopo la votazione in consiglio regionale della statutaria,ho chiesto ai miei compagni di partito, eletti nell’assemblea regionale , le ragioni per la quale non hanno espresso il loro voto contrario alla staturaria è soprattutto contro quella parte che riguarda il presidenzialismo, (rifondazione comunista è contraria a qualsiasi tipo di presidenzialismo)