Nicole Argenziana

Siamo ormai al decimo giorno di scontri in tutta la Cisgiordania. Il numero dei morti palestinesi è salito a 20, circa 1000 sono stati feriti mentre da parte israeliana i morti sono 4 e i feriti una decina. Nella sola Gerusalemme nelle ultime quattro ore sono stati uccisi 3 palestinesi, mentre gli scontri divampano i tutti i quartieri arabi, inclusa la città vecchia. La polizia israeliana e i reparti delle forze di sicurezza hanno imposto un controllo ferreo della città e l’isolamento dei quartieri arabi. Sono previsti ulteriori scontri nelle prossime ore in previsione dei funerali dei 3 palestinesi uccisi. I tre ragazzi sono tutti di Gerusalemme, uno ucciso durante un’incursione notturna nel campo di Shu’fat, 2 nei pressi della Porta di Damasco, freddati dopo un presunto tentativo di accoltellamento ai danni di 2 israeliani. Tutti e 3 i ragazzi sono tra i 17 e i 20 anni, mentre nelle stesse ore moriva a Gaza uno dei feriti dello scontro di ieri nei pressi della barriera di separazione. A Gaza oggi Marwan Barbakh, 12, e Khalil Othman, 15, of Khan Younis sono stati uccisi dall’esercito durante una manifestazione a est di Khan Younis.

Interrogato sull’evoluzione della situazione, Saeb Erakat, segretario dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha negato che si tratti delle terza Intifada. Erakat ha sottolineato che l’ondata di violenza è dovuta all’aggressione israeliana, che va avanti da più di 50 anni e richiama gli israeliani al confronto e alla cessazione dell’Occupazione della Cisgiordania. Per tutta risposta il Vice Ministro degli Esteri Israeliano, Hotoveley, ha negato vivacemente che questa sia un’opzione percorribile, ribadendo che l’attuale Governo è in campo per evitare con ogni mezzo che la soluzione a due stati possa avverarsi.

[Foto degli scontri di oggi a Betlemme, di Nicole Argenziana]