Considerazioni a margine dell’incontro cagliaritano, il 25 marzo scorso, con Simonetta Fiori e Alberto Asor Rosa sul ruolo degli intellettuali. Potremmo oggi dirlo non-ruolo. Caminantes. Peregrinos. Chene contu e nen capu. (altro…)
Giugi rei fiat babbai / fillu miu cavalleri: / e comenti ispiegai / ca deu seu stadderi *
Così malinconicamente riflette Pedru, figlio spurio di Mariano V, figlio a sua volta di Eleonora, secondo la Carta di Fraus ritrovata/inventata da Giulio Angioni. (altro…)
L’assenza di lavoro e di progettualità è alla radice della crisi attuale della Sardegna (Marco Ligas, Difendere la legalità, difendere il lavoro), ma grandi opere e grandi eventi vengono scritte – ‘per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti’, (altro…)
Vi presentiamo in questo numero un interessante documento filmato, che mostra l’azione del volontariato internazionale a favore del popolo palestinese, espropriato persino del diritto di piantare ulivi, concesso invece alle organizzazioni civili dell’Occidente. (altro…)
Il governo vara il decreto salva liste e il presidente Napolitano lo firma. Un altro passo verso la sconfitta della democrazia. Intanto i diritti del lavoro diventano sempre più evanescenti: viene liquidato nei fatti anche l’articolo 18.
Su questi temi proponiamo due articoli apparsi sul Manifesto di venerdì 5 marzo.
Un’altro drammatico resoconto dalla Palestina per il Manifesto Sardo e i suoi lettori.
Il finimondo. Pioggia, diluvio, da giorni il caldo è passato e le acque sono sempre più agitate. Israele alza la tensione, sempre più, senza pudore, e i media occidentali tacciono, come sempre. (altro…)
La risposta c’è stata. Forte, persino allegra e vivace nonostante la drammaticità della situazione sociale, l’abominio del razzismo e della discriminazione. Anche in Sardegna. Soprattutto a Sassari, con un migliaio di persone in corteo, diventate almeno 1500 (altro…)
Il governo usa la violenza per imporre le sue decisioni destinate a sconvolgere gli equilibri naturali dei territori (Marco Ligas e Raffaello Ugo). Sul gasdotto Galsi c’è da cambiare parecchio (Stefano Deliperi) sebbene il premier continui a usare il governo come un’azienda (Bruno Caria). Intanto politica e spettacolo nelle intenzioni del potere tendono a convergere (Valeria Piasentà), per fortuna c’è chi fa altro: un insieme di giovani ha intrapreso una marcia che ha attraversato tutto il mondo, per difendere un’idea, forse un po’ utopica, finalizzata a costruire un mondo libero da guerre (Angelo Baracca e Emilia Giorgetti) e dove siano garantiti i diritti dei migranti (Gianni Loy). La poetessa e giornalista eritrea Elisa Kidané propone per il 2011 il Nobel per la pace alle donne africane (Manuela Scroccu). Continua la ricerca (di Alfonso Stiglitz) sull’identità dei sardi mentre precipita la crisi della scuola (Angelo Morittu) e alcune voci rimangono inattuali (Natalino Piras). Buona lettura.
Cioè una giornata senza di loro, gli immigrati, che proprio il 1° marzo hanno proclamato il loro primo sciopero generale. Non si fermeranno, in realtà, ma hanno lanciato un messaggio. E’ nato un movimento, esteso a tutta Europa (altro…)
Si ha l’impressione di un gioco che diventi sempre più difficile. Si inasprisce il contrasto fra chi non ha lavoro (Marco Ligas, Quando il pubblico diventa privato) e chi troppo possiede (Marcello Madau, Protezione affarile) , in un sistema che talora (altro…)
Il G8 e l’emergenza, il terremoto e la strada a quattro corsie. I bronzi di Riace o le statue di Monti Prama? E ora l’inchiesta della Procura fiorentina sulla Protezione Civile.
E’ successo di tutto, tranne (altro…)
Berlusconi impone il voto di fiducia sul maxiemendamento che sancisce la fine del diritto soggettivo al contributo pubblico del quale finora hanno goduto il manifesto e un centinaio di testate no profit e di partito, tra cui L’Unità, Liberazione, Il Secolo d’Italia, la Padania, (altro…)
Ci hanno mandato via da Giorgino dicendo che si stava male, che le case stavano crollando, e che eravamo abusivi, anche se avevamo un contratto. Ci hanno mandato in una situazione peggiore. Noi senegalesi che fino al 10 febbraio 2010 abitavamo a Giorgino (altro…)
Otto del mattino. Il bus ci porta verso una zona di campagna che sta tra la città di Betlemme e la città di Hebron: Jab’a si chiama. È una terra che si trova nella zona C, la zona che dal 1993 (dagli accordi di Oslo) occupa ben il 70% della terra cisgiordana, (altro…)
Vi riproponiamo, per via dei caldi sviluppi su G8, lavori a La Maddalena, Protezione Civile e indagini in corso l’articolo di Bruno Caria già pubblicato su questo sito alcuni mesi addietro. Cliccate su questo collegamento.
La recente decisione del Consiglio di Stato blocca l’ edificazione di una parte significativa della collina di Tuvixeddu, almeno sino a più convincenti valutazioni paesaggistiche. Di essa ci colpisce questo periodo: “Altrimenti opinando, si introdurrebbe una (altro…)