Letture precarie del presente e del futuro

16 Dicembre 2007

RAGAZZA CHE LEGGE
Tonino Cugusi

Leggere al mare, in montagna, al lago, in collina. Leggere sulla panchina, sul muro, sulla scrivania, sulla poltrona, sull’erba, a letto. Leggere in autobus, in treno, in macchina, in barca, in aereo, in bicicletta. Leggere in biblioteca, a scuola, in caserma, nel pub, in ospedale, in carcere. Leggere con la mente, gli occhi, il cuore, le mani. Leggere libri, riviste, quotidiani, volantini, manifesti, cd rom, dvd, film, note e siti. Leggere il tempo degli altri. Leggere il nostro tempo.
Sogni eversivi al tempo del rumore.
Organizziamo anche gli eventi, grandi e piccoli, e facciamoli di qualità. Servono e servono tutti, perché coinvolgono e rafforzano i lettori abituali, attirano lettori potenziali e creano nell’opinione pubblica, intorno al libro, attenzione, disponibilità e simpatia. Ma non basta. Al bisogno di lettura quotidiano si risponde organizzando i luoghi e gli istituti della cultura deputati a garantire molteplici opportunità di lettura quotidianamente. Sono convinto che i grandi eventi raccolgano e amplifichino i frutti del lavoro e dell’impegno quotidiano di insegnanti, bibliotecari, librai e volontari che anno dopo anno organizzano la promozione della lettura, creano e diffondono segmenti di nuova produzione culturale. L’evento, a sua volta, amplifica e contagia, mette in movimento idee e persone, suscita curiosità, crea aspettative, stimola la voglia di replicare le pagine e le voci, i sogni, i colori e le atmosfere. E gli eventi servono anche a sostenere la nostra economia, perché concorrono a dare più visibilità ai prodotti, materiali e immateriali della nostra isola; servono per creare un clima sociale più sereno, tollerante e accogliente, una partecipazione consapevole e spesso gioiosa. Anche nei paesi più sperduti e spopolati, quando i conflitti e le violenze quotidiane paralizzano la circolazione delle idee e lo scambio culturale e creano muri di silenzio e di tristezza (come fanno le guerre che armano e distruggono i popoli), ben vengano, anche in questi paesi, le incursioni di libri e lettori nei ristoranti, nei bar e nelle piazze, coniugando parole e musica, immagini e voci narranti, suoni della memoria e dubbi del presente; ben vengano le invasioni di scrittori e scrittrici, di artisti attori e musicisti, per ampliare lo scambio di idee emozioni e progetti, alimentare la creatività e il confronto.
Ma gli eventi che preferisco sono quelli che durano tutto l’anno e durano nel tempo: le scuole, le biblioteche, le librerie, i musei…i luoghi e gli istituti della cultura che tutti, a parole, indicano come presidi di una società che vuole crescere, conoscere e vivere meglio, ma che tanti, nei fatti, ostacolano o ignorano. La legge regionale in materia, attesa da mezzo secolo, stenta a decollare, anzi non parte proprio, e saltano uno dopo l’altro i tempi di attuazione.
Negli ultimi trentanni abbiamo creato nella nostra isola una rete di biblioteche diffusa in tutto il territorio, che ha dato più di una risposta al dilatarsi esponenziale dei bisogni di informazione e conoscenza nella società contemporanea, ma che per vivere e crescere ha bisogno, oggi più che mai, di un grande progetto regionale, con indirizzi e orientamenti condivisi, di maggiore chiarezza normativa, di risorse materiali e professionali, di certezze nei tempi e nelle procedure. Amministratori locali e bibliotecari hanno avvertito nel corso dell’anno un crescente disagio su tutti i versanti: la disgraziata scelta delle nuove Province e il conseguente contenimento delle risorse; la telenovela del riordino delle Comunità Montane e il travagliato parto delle nuove aggregazioni; il precariato della metà degli operatori impegnati nei servizi bibliotecari (che ancora oggi non sanno cosa succederà di certo a gennaio); il mancato trasferimento delle risorse per l’acquisto del materiale librario e documentario e il funzionamento dei sistemi bibliotecari. E non basta: la legge regionale ha previsto il trasferimento di funzioni, competenze e risorse alle Province per l’istituzione dei Sistemi bibliotecari e archivistici e questo non è ancora avvenuto, mentre la nuova legge finanziaria regionale, ai commi 10 e 11 dell’art. 4, sembra rimangiarsi il decentramento amministrativo promesso dalla legge sui beni culturali e istituisce una fantomatica agenzia denominata “Patrimonio culturale-Sardegna” che non si capisce bene a cosa serva e come e quando interagisca con la Regione e gli Enti locali.
E’ per questo che la rete rischia di sfilacciarsi, inficiando il lavoro e l’impegno di quanti, bibliotecari qualificati e amministratori illuminati, hanno creduto tenacemente nell’investimento culturale e l’hanno tradotto in servizi, partecipazione e nuove opportunità.
Mi farebbe piacere, nell’anno che verrà, assistere a questi eventi: la creazione del sistema bibliotecario urbano di Cagliari; l’istituzione dei sistemi bibliotecari e archivistici provinciali; la stabilizzazione dei lavoratori “stabilmente precari” da ventanni; la banda larga in tutte le biblioteche della Sardegna.
E scusatemi se ho dimenticato qualcosa.

3 Commenti a “Letture precarie del presente e del futuro”

  1. Gianni Cossu scrive:

    Parole sante, caro direttore. Ma ho paura che i presagi per l’anno che verrà non siano di quelli buoni. E l’anno bisesto non c’entra nulla.

  2. Marilena Puggioni scrive:

    Finora, l’unica cosa che ci è dato sapere e sulla quale le idee sembrano essere chiare è:
    l’Agenzia sarà composta da funzionari regionali, che verranno incentivati con parte delle risorse previste in Finanziaria per il funzionamento di questo nuovo organismo per svolgere quelle funzioni di programmazione che, evidentemente, durante il normale orario di lavoro non riuscivano a svolgere visti i ritardi nell’approvazione del Piano previsto dalla legge 14/2006.

  3. Marilena Puggioni scrive:

    A quando un altro articolo sulle biblioteche pubbliche?
    Mi sembra che ci sia il tanto per parlarne ancora

    http://www.aib.it/aib/cen/iniz/in1110.htm

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