Blindati nel palazzo fanno strame della volontà popolare

11 Novembre 2024

[Francesco Casula]

Pubblichiamo questo articolo a firma di Francesco Casula, certi di arricchire un dibattito necessario e prezioso sul percorso della transizione ecologica e sui rischi della speculazione energetica. Pubblichiamo anche la replica di Roberto Loddo e siamo disponibili ad ospitare altri contributi.

210.729 firme su una popolazione di 1.549.832 persone. Una cifra che è più dei voti ottenuti dai due più grandi Partiti nelle scorse elezioni regionali in Sardegna: Pd (94.411) e FdI (93.122). Un risultato clamoroso. Ancor più significativo se pensiamo che la proposta di legge non era sostenuta dai Partiti e dai Sindacati di Stato. Anzi la osteggiavano.

Un risultato da attribuire interamente alle Sarde e ai Sardi LIBERI. Liberi da incrostazioni ideologiche o da appartenenze a Partiti e camarille. Un risultato che vale mille elezioni: in cui, spesso i voti sono di scambio: per mance favori e protezioni. Talvolta persino comprati e pagati. O comunque dati per lo più a amici parenti familiari famigli padrini e padroni.

Le decine di migliaia di firme sono state apposte per un Progetto: di libertà e di liberazione. Le sarde e i sardi hanno voluto esprimere con una scelta libera e consapevole, la denuncia la protesta l’opposizione la resistenza all’assalto lo scempio lo sfregio lo stupro che faccendieri di mezzo Pianeta volevano inferire al territorio al paesaggio all’ambiente all’identità della Sardegna intera. Le firme sono state raccolte, ubiquitariamente, in tutta l’Isola. Ma segnatamente nella Sardegna rurale, agropastorale, interna. No a caso. Storicamente, ieri come oggi, si rivela la parte dell’Isola più “resistente” e “resistenziale.

I numeri parlano chiaro, scrive sull’Unione Sarda del 3 ottobre scorso Ciriaco Offeddu, intellettuale nuorese di vaglia e attento osservatore delle cose sarde e non solo: “210.729 firme su una popolazione di 1.549.832 persone, quasi il 14% equivarrebbero a livello nazionale a una raccolta di 8.142.000 firme, cioè oltre 8 milioni di firme su una popolazione di circa 59 milioni di italiani, un risultato inimmaginabile…Aggiungo un fatto che deriva dall’esperienza professionale su diversi mercati e progetti. Un risultato del 5% o come si dice in inglese, una “reception” di risposta a una qualsiasi campagna di marketing, è considerata un sogno e ultimamente un’utopia… Il fatto che i sardi abbiano riposto in maniera così diffusa, così profonda e pronta, rappresenta invero un’inversione storica che nessuno può permettersi di non cogliere e dimenticare…”.

Ebbene, i primi segnali della classe politica sarda, in primis della Presidente Todde, sono inquietanti: fanno velina, sottovalutano. Fanno i legulei e gli azzeccagarbugli, riferendosi a regolamenti regole e papiros (meglio sarebbe chiamarli con il loro vero nome: paperalla). Prendono tempo rimandano e ritardano. Fanno i cuncatores, i temporeggiatori: come novelli Quinto Fabio Massimo Verrucoso. Mentre la casa brucia e ci sarebbe bisogno di approvare immediatamente la Proposta di “Pratobello 2024” per tentare di bloccare l’assalto e lo scempio dei mostri eolici, per terra e per mare. Rivendicano, arrogantemente assurdamente e ignorantemente, il monopolio legislativo: non sapendo o facendo finta di non sapere che se a far le leggi è il Consigliere regionale a proporle è anche il popolo, oltre che i Consiglieri stessi, senza alcuna gerarchia fra loro? Manca solo, alla Presidente, che si autoproclami: l’Etat c’est moi! E la democrazia diretta che fu già cavallo di battaglia, un vero e proprio mantra di 5 stelle cui appartiene la Presidente Todde?

Evidentemente per lei carta straccia: da mandare al macero. Gli è che, come scrive in un suo post Giuseppe Melis Giordano, valente docente nell’Università di Cagliari: “La democrazia diretta non piace a chi detiene il potere. Quella rappresentativa, opportunamente blindata da legge elettorale antidemocratica (come accade in italia e in Sardegna), permette di fare quel che si vuole. Perché loro sono loro e i cittadini non sono un xxxxx come disse il buon Alberto Sordi.La verità è che

rappresentano se stessi e le loro truppe cammellate”. Gli è che ancora una volta, a prescindere dalle maggioranze o minoranze, la classe politica sarda è sorda (ma soprattutto cieca), lontana e avulsa dalla società reale, dai suoi bisogni, dalle sue lotte.

Questa volta è il caso del cosiddetto Campolargo ma nella scorsa Consiliatura regionale abbiamo avuto la Giunta Solinas, una delle più disastrose e funeste di tutto l’ottantennio autonomista, per la Sardegna e per i Sardi. Mai come in quest’occasione abbiamo notato infatti la separatezza del Palazzo dalla Piazza: pensiamo solo alla sedia “vuota” della Todde in occasione della straordinaria Manifestazione, partecipata festosa e colorata, di migliaia e migliaia di Sarde e Sardi il 2 ottobre scorso a Cagliari, in occasione della consegna delle Firme per “Pratobello 2024”.

Gli è che l’invalicabile palazzo di Via Roma, chiuso ai Sardi e blindato, anche simbolicamente e plasticamente rappresenta enfatizza e ribadisce, superbamente, la separazione fra la piazza e lo Stato, fra i dannati della terra e gli addetti ai lavori: i mandarini politici e burocratici. Con una Regione che si è fatta stato – da cui mutua i tratti più negativi – e l’Autonomia si estenua nei tempi morti della burocrazia e nei giochi simulati dei vassalli che chiedono a Roma gli inutili riti dell’investitura. Continuando con il ruolo di sempre: cortigiani agli ordini e al servizio dei vari Cesari romani.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI