Breve storia delle miniere
1 Settembre 2018[Ottavio Olita]
Centotrentatre pagine ricche di fotografie, grafici, storia, ma soprattutto dell’umanità che – negli ultimi due secoli in maniera industriale, preceduta da antichissime radici storiche – ha palpitato nelle miniere della costa sud-occidentale sarda. Questo il contenuto di un libro affascinante, scritto da Luciano e Maria Rita Ottelli, padre e figlia, dal titolo ‘Breve storia di Nebida, Masua, Montecani, Acquaresi’. Centotrentatre pagine a cui l’editore Carlo Delfino ha saputo dare la consueta, curatissima veste editoriale.
Un libro scritto da due esperti, profondi conoscitori della storia e dell’ambiente di quello splendido territorio che si affaccia sul mare e che al mare offre due monumenti di incomparabile bellezza come Porto Flavia e la Laveria Lamarmora.
Luciano Ottelli è stato per anni lo stimato direttore di miniere e del Parco Geominerario della Sardegna. Sua figlia è ingegnere per l’ambiente e il territorio. Sulle loro competenze hanno costruito questo libro che diventa un indispensabile strumento di conoscenza di una parte fondamentale della storia del Sulcis e di tutta la Sardegna sud occidentale.
Articolato in undici capitoli il libro cura con particolare attenzione gli aspetti geologici dell’area, la struttura delle quattro miniere di cui si occupa, la progressiva trasformazione dei trasporti dei materiali estratti. Ricco di ricostruzione storica, il libro offre una documentazione unica per immagini e testimonianze. Da quella di Gabriele D’Annunzio, fino al racconto biografico della giovanissima vedova di un minatore che muore in galleria e che a 25 anni rimane sola a dover allevare i quattro figli.
E poi la fatica degli operai per portare a casa un tozzo di pane e i lunghi chilometri a piedi lungo sentieri sterrati e spesso pericolosi. L’organizzazione di quelle comunità e poi il loro progressivo disgregarsi con la chiusura di attività che hanno segnato la storia e la crescita umana di quel territorio. In tanti non hanno voluto andarsene e comunque vogliono continuare a vivere in quelle terre che sentono profondamente loro.
Così due tecnici esperti come i due autori riescono a fornire un quadro complessivo di un’umanità viva, solidale. A dimostrazione che non può esserci distanza tra l’analisi teorica dei mezzi materiali disponibili e l’attenzione agli uomini che quei mezzi devono utilizzare.
Infine, per comprendere a fondo il perché di questo libro e come è stato costruito, mi piace terminare riportando gli ultimi due capoversi delle conclusioni scritte dagli autori.
“La grande storia è fatta dell’insieme di memorie di coloro che furono i protagonisti e poiché la memoria non è capace di conservare tutto quello che lo spirito osserva, per seguire l’incitamento di Sant’Agostino, mettilo per iscritto affinché questa creazione del tuo cuore ti rianimi e ti renda forte.
Chiudiamo questa piccola storia con un ricordo rivolto ai minatori che hanno percorso chilometri e chilometri di buie gallerie accompagnati solo dal pensiero della famiglia, da una invocazione a Santa Barbara e dalla luce della loro inseparabile compagna: la ‘lampada a carburo’ “.