Cagliari, alberi tagliati infischiandosene dei vincoli ambientali e culturali
16 Aprile 2022[Stefano Deliperi]
La politica del verde pubblico a Cagliari, nonostante roboanti annunci nel corso degli anni, non ha mai brillato per efficacia e semplice buon senso.
Alberi tagliati e mai sostituiti in numerose zone della città, potature/capitozzature che sembrano uscite da incubi, malsani progetti di sostituzione di rigogliosi alberi secolari con insignificanti alberelli orientaleggianti, roba così.
Ed è meglio non parlare delle aree naturalisticamente più importanti affidate alla gestione comunale, come i siti di importanza comunitaria (“Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca, Cala Fighera”) presenti sulla Sella del Diavolo, progressivamente illecitamente degradati da sempre nuovi percorsi per mountain bike che scorazzano in lungo e in largo senza che l’Amministrazione comunale – pur sistematicamente sollecitata – muova una paglia.
Ciò nonostante l’Amministrazione comunale Truzzu, con indubitabile coraggio e spregio delle intelligenze, ha candidato Cagliari a Capitale Verde Europea 2024. Evviva…
Mentre Cagliari viene allietata da tre alberelli finti con le lucine, grazioso dono d’eleganza cecena nella strada ormai ridotta a pertinenza dell’albergo “Palazzo Doglio”, è pervenuta la risposta da parte del Comune di Cagliari – Servizio Parchi, Verde e Gestione Faunistica (nota prot. n. 110319/2022del 5 aprile 2022) riguardo il taglio di alcuni alberi ad alto fusto avvenuto l’8 marzo 2022 in Via del Cammino Nuovo, sotto il Bastione di Santa Croce del Castello di Cagliari.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), su segnalazioni indignate di cittadini, aveva inoltrato (10 marzo 2022) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, vista l’assenza di alcun cartello “inizio lavori” e di specifica eventuale ordinanza contingente e indifferibile per ragioni di incolumità pubblica presente sul sito web istituzionale del Comune di Cagliari. Insomma, nessuna spiegazione, solo il rumore delle motoseghe. E la risposta è piuttosto sconcertante.
Il taglio dei quattro alberi di Ailantus altissima (“4 esemplari cresciuti spontaneamente e di età pari a circa anni 40 in quanto successivi all’intervento di realizzazione del nuovo sistema a parcheggio”) è stato deciso con ordine di servizio n. 154 del 25 febbraio 2022 del Direttore di esecuzione del contratto di gestione del verde pubblico, vistato dal Dirigente del Servizio Parchi, Verde e Gestione Faunistica.
Le motivazioni sono contenute nella relazione del Direttore di esecuzione del contratto di gestione del verde pubblico del 4 aprile 2022 (a taglio avvenuto) secondo cui “si tratta di alberi di specie esotica per i quali incombe l’obbligo di lotta in quanto specie altamente invasiva, e maggiormente in prossimità di monumenti storici vulnerabili all’azione pervasiva delle radici”. Il taglio è avvenuto perché “quello dimorante nello spazio verde sotto le mura era secco; i due grossi esemplari che dimoravano nello stretto spazio dell’aiuola posta nella scarpata contenuta da muri di spinta, ormai ne minacciavano la stabilità, prima di tutto per il peso eccessivo in rapporto al luogo di radicazione (piccolo terrapieno), inoltre le radici avevano già invaso tutto lo spazio e da esse già nascevano nuovi polloni ben visibili nel paramento a valle e sviluppandosi in poco tempo avrebbero causato il cedimento della struttura con grave situazione di pericolo per le persone, il quarto albero abbattuto, proprio per l’elevata capacità di resilienza e adattamento a tutte le situazioni, è cresciuto in un buco dell’asfalto; esso è stato abbattuto in quanto dalla visione in quota (tramite il cestello) è stato osservata una grossa cavità interna, estesa anche alle branche, tali da consigliarne l’abbattimento immediato ciò dovuto alle sue precarie condizioni di stabilità e di salute”.
In realtà, quindi, uno era secco, un altro malato incurabile, due sanissimi, ma potenzialmente fastidiosi per le auto parcheggiate.
In ogni caso, nessuna ordinanza contingibile e urgente che ne disponesse il taglio per effettive ragioni di pubblica incolumità, come la legge prevede (art. 50, comma 5°, del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.) e nessun coinvolgimento preventivo della competente Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio in quanto area tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo storico-culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
La cosa curiosa è che la presenza dei vincoli è perfettamente conosciuta, tanto che “riguardo alla sostituzione degli esemplari abbattuti con alberi a chioma più piccola, l’indicazione contenuta nell’Ods mira più alle dimensioni dei futuri alberi che alle specie ivi indicate (Agrume, Nespolo, n.d.r.), ben consapevole che prima di effettuare la messa a dimora di nuovi esemplari, trattandosi di intervento in zona tutelata, dovranno essere acquisite le necessarie autorizzazioni da parte dei competenti Uffici”.
Quindi, secondo questa singolare interpretazione, l’autorizzazione paesaggistica e culturale andrebbe acquisita per piantare i nuovi alberi, ma non sarebbe necessaria per tagliare quelli precedentemente viventi in area tutelata.
La comunicazione comunale è stata inviata anche al Ministero della Cultura, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, coinvolti nell’istanza ecologista.
Ora sarebbe estremamente interessante conoscere che cosa ne pensano.
Si riproduce, in buona sostanza, una situazione analoga a quella determinata nel settembre 2020 con l’abbattimento di diversi Pini d’Aleppo sul Viale Buoncammino, che ha visto l’apertura di un procedimento penale e le indagini dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Di sicuro l’alberata di Via del Cammino Nuovo, già esistente almeno dai primi del ‘900, ora non esiste più, mentre esiste ed impera il gas di scarico delle auto lì in cerca di parcheggio. Questo sì infestante, non il povero Ailanto, utilizzato spesso nelle città per il consolidamento dei terreni instabili e per combattere inquinamento e polveri sottili.
Segno dei tempi per una città candidata a capitale europea del verde.
Cagliari ha bisogno di alberi, di verde pubblico, non di motoseghe.
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico odv
(foto da Sardegna Digital Library, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)