Cagliari politiche sociali e sicurezza
16 Settembre 2015Roberto Mirasola
Quanto accaduto nei giorni scorsi al noto giornalista Antonello Lai, sposta il dibattito in città’, inevitabilmente sul tema della sicurezza. Sono fortemente convinto che una forza politica che abbia l’ambizione di governare la città debba essere capace di affrontare il tema seriamente senza scadere nel populismo da quattro soldi. Dunque ritorna alla ribalta il problema dei rom, delle periferie abbandonate ai tossicodipendenti, delle case occupate e via dicendo. Personalmente sono convinto che quando si inizia a parlare di sicurezza e legalità in campi che riguardano la microcriminalità è perché il più delle volte la politica non ha fatto bene il suo mestiere e non è stata capace di mettere in campo delle adeguate politiche sociali capaci di arginare per tempo il nascere della devianza. L’Unione Europea è da anni impegnata a promuovere l’inclusione sociale delle minoranze rom e sinti, predisponendo adeguati fondi al riguardo. In particolare l’Italia riceverà per il periodo 2014/2020 32 miliardi di euro, ma è anche vero che la strategia della commissione Europea è volta, giustamente, al superamento dei campi rom. È questa dunque la strada da seguire, non perché ce lo chiede l’Europa, ma perché è evidente che la convivenza in un unico ambiente non fa che creare problemi alle stesse persone che compongono quella comunità, con tutte le conseguenze del caso. Problema case occupate. Si parla sempre più spesso di emergenza casa ma niente viene fatto al riguardo. Eppure il problema è serio, circa 1000 famiglie hanno richiesto un alloggio popolare, per non parlare di chi è costretto a cercare casa nei paesi limitrofi visti gli affitti elevati della città. Si può fare qualcosa? Certo che si. Esistono delle proposte fatte da tempo dal consigliere Enrico Lobina: 1) liberare le risorse di AREA 2) progetti per la riqualificazione del patrimonio pubblico comunale , regionale, demaniale e militare 3) concludere progetti già avviati o nuovi come quelli di via Rossini, via Flumentepido, Sant’Elia e Mulino Becciu. Problema periferie. Al riguardo basterebbe una più oculata distribuzione delle forze di sicurezza impiegandoli nei luoghi dove più forte è l’esigenza della loro presenza. Probabilmente questo darebbe anche un grosso contributo al problema dei parcheggiatori abusivi nell’arena grandi eventi. Una volta saltato fuori il problema parcheggiatori è bene affrontarlo in maniera ampia senza pregiudizi di sorta. È chiaro che esiste anche il problema dei giovani parcheggiatori senegalesi ed è bene che il problema lo si affronti per tempo. Ho più volte visto i ragazzi senegalesi e sono sempre più convinto che il loro posto, data la giovane età, debba essere la scuola e non la strada. Un adeguata formazione può dare un valore aggiunto all’Intera comunità Cittadina, perché è evidente che ad oggi manca un senso di appartenenza alle seconde generazioni dei migranti. Devono essere messe in campo delle serie politiche di migrazione che promuovano la conoscenza dell’altro, solo così le persone possono comprendere che quello che gli sta davanti è un essere umano come lui.
Come ho scritto all’inizio il problema è prettamente politico, senza dimenticare che il sindaco ha compiti di vigilanza su tutto ciò che possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico.
P.S.
Ho vissuto le due settimane dei “pesci arrosto” al mercato con un senso di forte disagio morale, penso che ci sia stata una sorta di ingiustizia nei confronti di un intero quartiere tenuto sotto smacco dalla sete di guadagno di uno. Le colonne di fumo si vedevano da centinaia di metri così come l’odore, gradevole di mattina, un po’ meno la sera, visti i liquami che venivano gettati nei tombini. Si dice che l’operatore avesse autorizzazione dalla ASL, ma diverse funzionari negano che ciò fosse possibile, l’impressione è che si siano volute evitare le polemiche. Creando però un brutto precedente.
Foto Vittorio Pisu