Cagliari Social Forum: “Sentenza TAR attacca il diritto al dissenso”
16 Maggio 2016Red
Il nucleo centrale della motivazione è questo. La giurisprudenza amministrativa consolidata ritiene che “la misura del Foglio di via obbligatorio è diretta a prevenire reati, piuttosto che a reprimerli, e presuppone unicamente un giudizio di pericolosità per la sicurezza pubblica, fondato su concreti comportamenti attuali del soggetto destinatario, ossia su episodi di vita che, secondo il prudente apprezzamento dell’ Autorità di Polizia, rivelino un’ oggettiva ed apprezzabile probabilità di commissione di reati”.
Quindi, il fatto che la persona sia notoriamente militante dei movimenti pacifisti e dunque sempre presente alle manifestazioni di per sè vale – secondo il Tar – a concludere per la correttezza della valutazione della Questura. Detto con tutto il rispetto, secondo queste sentenze, difendere il valore della pace in modo permanente diventa, sulla base delle relazioni delle forze dell’ordine,una ragione per ritenere che il pacifista un giorno o l’altro compia reati. Si trascura così del tutto la prospettiva costituzionale, sancita dall’art.11 Costit. di ripudio della guerra e si nega l’alto valore di chi manifesta per la pace. Si omette di considerare anche la libertà di riunione (art.17 Cost.) se la partecipazione a tante manifestazioni pacifiste diventa un indice di pericolosità.
Non è assurdo tutto questo?
Noi riteniamo che la sentenza sia assurda, ingiusta e inquietante. Perchè il Tar elude i principi fondamentali della Costituzione e fa proprie le valutazioni della Questura? Quale è il reato in questione? Chi sono i destinatari dei fogli di via ?
Il reato è manifestare , i destinatari sono i manifestanti. I destinatari sono persone che esercitano un loro diritto costituzionale, sono persone che lottano contro la guerra, contro le basi, contro la fabbrica di bombe, contro la repressione e contro ogni sopruso. Ma per il Tar Sardegna manifestare è indice di cattiva condotta; chi manifesta diverse volte rivela propensione alla commissione di reati.
Bisogna ,quindi, prevenire il reato. Come? Somministrando ai destinatari dei fogli di via una cura obbligatoria basata sulla limitazione della libertà per un periodo di anni tre. E’ allucinante,eppure nella sostanza è questo il senso delle parole dette dalla magistratura. Appare evidente che le vere motivazioni sono altre. Il vero obiettivo è l’ eliminazione del diritto a manifestare. Sotto lo spauracchio della ” sicurezza pubblica ” si vuole bloccare qualsiasi protesta di opposizione alla guerra, alle basi, alla produzione di bombe,alle scorie e quant’altro chi detiene il potere vuole imporre alla popolazione contro la sua volontà.
Sotto la ” prevenzione del reato” si vuole colpire chiunque si opponga a decisioni scellerate, infliggendo pene limitative della libertà su semplice segnalazione e valutazione della polizia. Non è solo assurdo. E’ altro, voluto e programmato. La storia ce lo insegna. Non sono lontani i tempi in cui gli oppositori venivano incarcerati, esiliati o uccisi. Ma non eravamo in uno stato democratico.
Oggi possiamo dire di vivere in uno stato democratico ? E’ democrazia la pena preventiva? E’ democrazia che la pena sia inflitta di fatto dalla polizia? Evidentemente NO. E questo lo affermiamo senza aggiungere ” con tutto il rispetto “. Il rispetto lo riserviamo a chi lotta per i diritti delle persone e contro ogni mostruosità. Il nostro rispetto è quindi per i destinatari dei fogli di via. Molti di noi hanno sperimentato sulla propria pelle quali possono essere ” le gentili attenzioni ” riservate ai manifestanti dalla polizia.
Molti di noi hanno avuto modo di conoscere il senso della frase “secondo il prudente apprezzamento dell’Autorita’ di Polizia”. Continueremo a manifestare consci di esercitare un nostro diritto. Ma chi tutela i nostri diritti? Forse è giunto il momento, se veramente crediamo nei diritti costituzionali e nei diritti delle persone, di difenderli con più forza e decisione.
Foto Roberto Pili