Calamandrei e l’educazione alla legalità

16 Giugno 2014
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Giuliana Mura

L’educazione alla legalità: citando Calamandrei l’importanza per divenire cittadini attivi si fonda nel superamento dell’ostacolo della dimenticanza storica che sminuisce la democrazia compiuta e sul valore del linguaggio, che esclude o identifica nelle pari opportunità economiche, di genere e sociali.  Ci stà ancor prima nella partecipazione di tutti al cambiamento. Riprendendo i concetti  in merito alla inadeguata interiorizzazione di valori espressi nella lingua italiana per raggiungere una maggiore consapevolezza pubblica , vorrei aggiungere  la responsabilità del linguaggio usato da soggetti con incarichi politici istituzionali apicali per nomina o elezione. Ciò che colpisce nella giustificazione dell’operato , nelle imputazioni di concussione , abuso d’ufficio, corruzione  e via dicendo, oltre l’umano  tentativo  di discolpa (legittimo sino al termine dell’ iter processuale, opinabile a livello etico)  e’  il linguaggio stereotipato, comune  di aggettivi  quali “ sfigato” o “inconsapevole”che accompagnano  il comportamento tenuto dal politico di turno( turno che in media dura circa  venti anni  di carica ). Partiamo   dal sempreverde “ancient regime”   lombardo, dallo “sfigato” ,  aggettivo  in auge durante il governo Monti.  Utilizzato per valutare indistintamente studenti di buona famiglia per nascita e censo – a proposito di pari opportunità –  e  per apostrofare studenti  lavoratori  che non riuscivano –  e non riescono –  a concludere nei termini la sessione di esami e conseguire il  diploma di laurea. Ma  neanche, aggiungo,  a pagare le tasse universitarie  o  a sbarcare il lunario in una Repubblica che tra le fondamenta costitutive  vede   lavoro e istruzione per tutti  come diritti e doveri imprescindibili.  New entry nella categoria di “ sfigati”  di Formigoniana memoria  fu per coloro che “prediligevano”  viaggiare singolarmente, questa volta  giornalisti e a proprie spese, catalogati  asociali  – meglio “ sfigati”  – per aver osato mettere in dubbio l’onestà  del “politico” ,  viaggiatore turista  in compagnia ma, destino cinico e baro,  non si comprendeva –  e non si comprende ancora –  a spese di chi. L’aggettivo   semanticamente sorprende  in quanto pronunciato   da individui che sin  a qualche  tempo prima, a proposito di memoria sociale e di esempio,  professavano una sorta di ascetica  “ astinenza sessuale”  o “insegnavano”  discipline da cattedre universitarie, anche esse di discendenza,  dove il valore della conoscenza  e significato delle parole  hanno un certo peso.
Torniamo ai giorni nostri.  Nel caso “Expo” , occorre precisare ancora in fase d’accertamento,   termine ricorrente  nelle posizioni dirigenziali di varia natura  e’ quello di “inconsapevolezza”( Non sapevo, non sono stato interamente informato ) Nonostante l’esistenza  di vari organismi di controllo( che gravano sul solito pubblico erario) sulle spese  e liceita’degli appalti salta all’occhio la mancanza di raccordo e comunicazione “adeguata” tra l’organismo politico e quello amministrativo imprenditoriale deputato. A domanda risponde:non siamo stai informati.  Evoluzione  dello “sfigato”  della Formigoniana Milano  o del  “cosi’ facevan tutti”della Craxiana Milano da bere? Diritti d’autore.
Colpisce maggiormente la leggerezza e volgarizzazione del linguaggio , usato  da soggetti adulti, investiti di posizioni  verticistiche  e  che, tuttavia,  praticano le  stesse dinamiche di “ guistificazione /deresponsabilizzazione, esclusione /ridicolizzazione”  applicate nelle tribu’ dei minori   per isolare il soggetto diverso e che si pretende “deviante” , secondo i concetti  comuni morali,  socializzanti di democrazia  collettiva minima.  Che sfociano nella vita concreta  nelle fattispecie di bullismo, violenza psicologica e fisica , mobbing , tanto per fare della psicologia spicciola, da penultima  pagina. Nei vertici di Res Pubblica  capita invece d’imabattersi spesso  in arroganza ,  pessimi esempi di coerenza ed abuso  del linguaggio responsabilmente democratico.  Se non in codici penali o giu’ di li’.  Piccoli Uomini crescono.
Per tornare al concetto di “istruzione e democrazia  partecipativa” di   Calamandrei,  che invece era  e rimane un Grande Uomo , durante gli incontri nelle Scuole  con il gruppo giuridico Bobbio,  nelle simulazioni dei processi , l’avvocato difensore, p.m. , giudici , imputato, testimoni sono convincenti  controfigure  secondo i ruoli svolti  nella realtà quotidiana. I ragazzi, gli insegnanti,  le famiglie che seguono i programmi  percepiscono  il messaggio ed ascoltano  con solennità’ e serietà lo svolgimento del rito. Condividono il contenuto  dei termini ed il peso delle parole espresse che sottende un comportamento giuridico sociale. A conclusione degli interventi sovente  viene chiesto perché  non viene insegnata quella che una volta era  denominata “Educazione civica”, nel significato originario del termine.  Ma la domanda piu’ gettonata  da giovani (e  piu’ maturi ) e’  “Perché le nozioni elementari, sancite nella nostra Costituzione , di democrazia, potere legittimo e derivato dal Popolo, liberta’, doveri e diritti, “ non vengono  rispettate da molti appartenenti   alla  c.d. “Casta multipartitica”?
Ci vien da dire “Ragazzi proviamo  a chiederlo e pretenderlo da loro e in primis da noi stessi ?” Sinchè gli strumenti elettorali, la Costituzione,  le Leggi e i liberi cittadini ci sono… Chissà cosa ne penserebbe Calamandrei.

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