Cari babbo e mamma
1 Novembre 2016Giulio Angioni
Cari babbo e mamma, la lascio qui
sotto il piatto di babbo
la lettera quest’anno. In tavola c’è tutto.
A parte il grano cotto
ci sono i malloreddus,
babbo, come piacciono a te
ma un po’ meno conditi,
mamma, come piacciono a te
e a nonno Angelo che si ricorda troppo
del riso scotto di trincea.
Posate niente, certo,
quante volte me l’avrai detto
nonna. Però tu nonna Lica
quest’anno stai a tavola,
non sulla sedia bassa del camino.
Babbo, ti lascio i funghetti di cisto
fatti con olio e lauro
credo ti piaceranno
come li sa fare Rodolfo, abbondanti.
Mamma, guarda nel forno, sono lì,
al caldo giusto. Visto che brava
coi funghetti sott’olio?
Solo che se ti cerco per pareri
(capita ancora), tu non ci sei più
e neanche nonna Lica
e Fausto fa cucina da signori.
Vi farà luce e caldo giusti
bello acceso il camino di sarmenti
che piace a nonna Lica.
O mamma per favore non discutere
con tzia Antonica: è fatta così,
lasciala perdere. Parla con Gesualdo,
lui è così tranquillo. Ho messo
il piatto anche per lui, perché tanto
tua nuora lombarda, figurarsi.
Ah, ho invitato anche Maria Rosaria
che troverà la strada dall’Emilia
a prendere almeno il caffè,
dov’è la caffettiera già lo sai,
ma se vuole mangiare qualcosa,
c’è il piatto anche per lei
e per Lucia, le basta poco, a lei.
Niente vino bianco, stavolta.
Ho trascurato e non ho fatto in tempo,
sarà per l’anno prossimo,
il nero l’ha portato Ottavio
e dice ch’è di marca.
Mamma vedi che bello adesso a casa
anche senza i tuoi mobili di stile,
quel floreale di tziu Cheddu Puddu.
Guardate bene tutto e fatelo sapere
a chi sapete voi.
Babbo, già te li ho ritrovati
gli occhiali tuoi da vista,
sono sulla credenza.
6 Novembre 2016 alle 19:12
C’è mia mamma in questa poesia e i miei zii, i miei nonni e i bisnonni…..Grazie zio Giulio….