Castellina: Una sinistra forte per cambiare l’Europa
16 Aprile 2019[Argiris Panagopoulos]
L’intervista a Luciana Castellina del giornalista greco Argiris Panagopoulos è stata pubblicata nel quotidiano di SYRIZA “Avgi”, domenica 14 aprile 2019 con il titolo: “L’Europa è il terreno delle lotte che abbiamo di fronte” (red).
“È un mio grande onore essere candidata di SYRIZA alle elezioni europee, perché la presenza di Alexis Tsipras e del governo di sinistra è stato il punto principale per cambiare le politiche distruttive di austerità in Grecia e del tentativo di cambiare gli equilibri in Europa, con i governi progressisti della Spagna e del Portogallo”, ha detto ad “Avgi” Luciana Castellina, la storica dirigente di spicco della sinistra italiana ed europea, che è stata una dei protagonisti della lotta contro la dittatura sia dall’interno della Grecia che in Italia e in Europa.
-Come ha visto la proposta della sua partecipazione nella lista di SYRIZA per le elezioni europee?
Mi sono emozionata troppo, perché ho legami fraterni con i greci, la sinistra greca, la sua storia eroica e complicata, che guardo da vicino ancora prima che tu nascesti! Dico questo perché seguo cosa succede in Grecia dagli anni ’50. Mi sono commossa quando ho saputo che nella lista per il parlamento europeo di SYRIZA c’è anche Dimitris, il figlio di Nikos Ploumpidis, perché abbiamo lottato per salvarlo [dalla fucilazione], come avevamo fatto prima per salvare Nikos Belogiannis e i suoi compagni. Scrivevo per la Grecia dalle pagine del Paese Sera di Roma, la rivista teorica del PCI “Rinascita”, dopo al “Manifesto”, che abbiamo fondato con Rosana Rossanda, Lucio Magri, Luigi Pintor, Valentino Parlato e tanti altri eccezionali compagni appartenenti a quella che in Grecia era chiamata “la sinistra del rinnovamento”. .
Il mio rapporto con la Grecia e la sinistra greca era più che un rapporto giornalistico, perché era una passione e un amore continuo per il paese, la sua gente e tutti coloro che lottavano per portarlo avanti in tempi molto difficili. Non mi lega solo uno stretto rapporto umano con molti protagonisti della storia tumultuosa della sinistra greca, ma anche con le molte delle nostre comuni avventure politiche dalla ricerca difficile del rinnovamento, come si diceva in Grecia, del movimento comunista nel confronto tra il dogmatico KKE e gli “rinnovatori” del KKE Esoterikou, del PC Greco dell’Interno, tra il KKE Ex. e il KKE Es. Ho seguito molto da vicino la creazione di Synaspismos, della Coalizione di sinistra, e gli sforzi di questa sinistra pe guadagnare una solida base elettorale, poi ho visto con entusiasmo la creazione di SYRIZA. Ho partecipato alla maggior parte delle discussioni, plenarie e agli incontri che hanno segnato questo percorso della sinistra greca.
Non dimenticate che in Italia con il “Manifesto” e il Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, il PdUP, stavamo andando oltre la logica comunista ufficiale e burocratica ed eravamo alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Ci siamo incontrati in tempi difficili durante la giunta militare cercando di aprire un nuovo percorso per la sinistra greca, con Babis Drakopoulos, Mitsos Partsalidis, con la stampa della “Grecia Libera” a Roma. Ci siamo opposti all’invasione sovietica in Cecoslovacchia e abbiamo difeso un altro comunismo, perchè eravamo liberi di seguire un percorso diverso dalla “ufficialità” del Partito Comunista Italiano E tutto questo si faceva di pari passo con la lotta contro la dittatura. Sono orgogliosa perché la dittatura dei colonnelli mi ha arrestato. Non sono cose che si dimenticano. Molti italiani abbiamo dato l’anima nella lotta contro la dittatura dentro e fuori la Grecia. Oggi ho novant’anni, ma mi sento bene con me stessa, perché né io né i miei compagni non siamo mai rassegnati.
-Dalla lotta contro la dittatura alla “sinistra del rinnovamento” fino alla lista di SYRIZA
Sono molto onorata di partecipare alla lista elettorale di SYRIZA e di sostenere Alexis Tsipras, perché sono contraria a tutti quei cretini che dicevano che si doveva fare una cosa diversa.
-Ma come vede oggi il suo paese, l’Italia?
In Italia dobbiamo aprire nuove strade, perché ci troviamo in una situazione difficile con la destra che abbiamo. Salvini è qualcosa di molto brutto. Il Movimento Cinque Stelle è in una grande confusione e il Partito Democratico non è nella posizione di intervenire. Non riesce a fare nemmeno una autocritica. Direi “Viva la socialdemocrazia tedesca dell’SPD!”. Quelli almeno hanno discusso nel loro interno, il perché hanno perso così tanti voti e hanno riconosciuto che tutto è iniziato con la riforma del lavoro e dello stato sociale di Schroeder, che ha provocato un duro colpo al forte stato sociale e ai diritti dei lavoratori tedeschi. Il Partito Democratico non è in grado di fare una cosa simile e continua a vacillare.
La sinistra si sta preparando a fare una lista unitaria per le elezioni europee, per dimostrare che esiste. Purtroppo c’è una grande sfiducia nella politica che non aiuta l’emergere di una forte sinistra politica, anche se, come ben sai, l’Italia è una società vivace, non è ferma, ci sono molti movimenti, ci sono molte persone che stanno lottando, ma è molto difficile creare una proposta a livello politico soprattutto perché i giovani sono molto scettici. Ma dobbiamo provare. Abbiamo fatto una lista di candidati per le elezioni europee che riunisce tutto ciò che si trova politicamente a sinistra.
-Lei ha una grandissima esperienza all’interno delle istituzioni europee e un importante coinvolgimento negli eventi internazionali degli ultimi decenni. Lei è stata presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo, probabilmente ha ricoperto uno degli incarichi più alti raggiunti da una persona di sinistra all’interno dell’unica istituzione europea eletta. Come vede l’Europa di oggi?
Sono appena tornata da Bruxelles, dove alcuni greci hanno festeggiato la mia candidatura con SYRIZA. Abbiamo fatto un’iniziativa del gruppo della sinistra al Parlamento europeo, del gruppo GUE, con la partecipazione dei verdi e dei socialdemocratici. Qualcosa si muove. Non mi sembra che l’estrema destra riuscirà a ottenere i deputati che dice. Il gruppo socialista sarà decimato, anche se c’è un pezzo che cerca di un altro percorso. Non sono troppo pessimista.
In questo momento forse i grandi cambiamenti non sono quelli che possono essere fatti all’interno delle istituzioni, ma nella società. La sinistra e il centrosinistra hanno fatto troppi errori, perché non hanno cercato di creare un soggetto politico europeo. Se non hai un soggetto politico, non è possibile cambiare nulla a livello istituzionale. Non ci sono sindacati che si muovono come sindacati europei. Nei paesi europei ci sono problemi grandi e aperti. Prendiamo ad esempio il salario minimo e il reddito sociale. In ogni paese hanno discusso questi problemi, ma non c’è un’iniziativa comune a livello europeo. Una proposta europea comune su questi temi avrebbe dato loro forza e li avrebbe resi noti a tutti. I sindacati sono coinvolti nei loro problemi nazionali. I partiti sono presenti nel Parlamento europeo, abbiamo l’eurogruppo dei socialisti, della sinistra. Anche ora che inizia la campagna elettorale non siamo in grado di prendere iniziative comuni, pubblicazioni comuni ed un vero e proprio dialogo pubblico. In questo modo c’è la frammentazione della opinione pubblica e della sinistra. Questo permette di mettere uno contro l’altro. Non c’era solo Schaeuble a dire che i greci non lavorano e che sono pigri. Lo diceva sfortunatamente anche il lavoratore tedesco. Per noi del Sud Europa tutti i tedeschi sono nazisti. Cosa che non è vera. Dobbiamo essere in grado di superare gli stereotipi e costruire una società europea, una comunità di persone, di cittadini europei ed un soggetto politico comune della sinistra. In caso contrario, non saremo mai in grado di raggiungere una redistribuzione della ricchezza e un’Europa basata sulla solidarietà. Rischiamo di avere un’Europa brutta, competitiva, frammentata. Forse la più grande sfida per le elezioni europee è quella di costruire questo soggetto politico comune che non siamo riusciti a costruire finora. Questo sarà una garanzia per la democrazia in Europa. Ci dovrebbe essere un popolo veramente europeo con il suo partito di sinistra. Non possiamo rimanere con i governi che discutono e decidono tra di loro.
-Lei parla di unificazione, di un popolo europeo, partiti europei in opposizione al rinascimento del nazionalismo?
Certamente. Il nazionalismo non è il futuro ma il passato. Vi faccio un esempio. L’unificazione italiana è stata trainata dal Regno di Piemonte, quello di Torino. Il Regno di Savoia è stato un pessimo stato che si è comportato male e occupò l’Italia meridionale, era reazionario. Ma nessuno ha chiesto di tornare ai Borboni, al Regno delle Due Sicilie. Era evidente che il nuovo Stato italiano era il terreno nel quale si doveva dare la nuova contrapposizione storica. La questione non è se l’Europa è buona o cattiva. È il terreno nel quale dobbiamo fare le nostre lotte. Solo lì possiamo davvero cambiare le cose. È pura follia pensare che le potrà cambiare lo stato nazionale. Ognuno di noi da solo affonderebbe nel Mediterraneo. Questa è la verità.
Solo se abbiamo un’idea collettiva e la forza per cambiare l’Europa possiamo sperare di essere in grado di recuperare una parte del potere e delle decisioni, del cambiamento complessivo delle sue istituzioni. Nonostante i suoi difetti l’Europa rimane la più grande democrazia che garantisce i maggiori diritti democratici, economici e sociali nel mondo, quelli che abbiamo conquistato perché abbiamo lottato, forse di più nel passato. Non c’è li hanno regalati per ridarli indietro.
-Ha vissuto in prima persona la grande crisi economica, inclusa quella greca. Come vede la situazione oggi?
Noi tutti, come persone e tutti i nostri governi, siamo colpevoli, perché non abbiamo dato alla Grecia la solidarietà che avrebbe dovuto avere. Dovevamo fare di più. La scelta di Tsipras è stata una scelta molto difficile e molto dura, ma ha fatto la scelta giusta. Cosa doveva fare? Uscire dall’euro, come diceva Juncker? Uscire dall’euro e dall’Europa? Sapete benissimo che in una settimana non avreste potuto comprare carburante per andare nelle vostre bellissime isole o medicine per gli ospedali..
Cosa avrebbe dovuto fare? Andare da Samaras e da Mitsotakis a dire “mi dispiace Samaras e Mitsotakis, riprendere il governo, perché io non c’è la faccio e continuate a distruggere il Paese e la sua gente! Fate quello che volete!”. Tsipras ha fatto la scelta giusta e ha cercato di alleggerire la gente colpita dalla crisi e dal peso delle misure negative imposteda icreditori miserabili. Tsipras e il suo governo hanno cercato e cercano di ridistribuire il peso della crisi, con una ridistribuzione della ricchezza, perché stanno cercando di proteggere i poveri e la classe media impoverita.
Credo che Tsipras abbia preso una decisione molto coraggiosa. Non dipendeva da lui, da SYRIZA o dalla sinistra, ma dagli altri europei, che si sono rivelati meschini. Per questo motivo abbiamo bisogno di un soggetto politico europeo veramente comune, che senta la propria la battaglia che ognuno si dà, senza lasciare nessuno da solo.
Eravamo insieme a festeggiare in piazza a Klathmonos le vittorie di SYRIZA, nel gennaio del 2015, la vittoria nel referendum e la vostra vittoria nelle elezioni del settembre 2015. Quelli che sono andati via da SYRIZA, Unità Popolare e Varoufakis, avrebbero voluto far cadere il governo e portare la Grecia fuori dall’UE e dall’eurozona. Queste cose dicevano allora e sono stati giudicati dal popolo greco che li ha fatti rimanere anche fuori del parlamento. Questo è stato un verdetto popolare politico. Nel mio ultimo libro “Amori comunisti”, descrivo la grande storia d’amore di due grandi combattenti dell’Esercito Repubblicano greco e grandi combattenti della sinistra, di Nikos e di Argirò Kokovli, che avevo conosciuti anni fa nella casa del mio amico Christos Papoutsakis.. Queste due persone coraggiose, che erano rifugiati politici nella ex Unione Sovietica avevano scelto di andare con il PC Greco dell’Interno, come Kostas Filinis, con il quale eravamo insieme nel Parlamento europeo, come Gianniw Banias e tanti altri bravi compagni che ci hanno lasciato. Erano traditori o guardavano più lontano? In Spagna, voteranno tra qualche giorno, in Grecia avrete le elezioni parlamentari in autunno, come in Portogallo. Nessuno cittadino democratico, progressista e di sinistra in questi tre paesi e in Europa dovrebbe trascurare che la nostra possibilità per cambiare l’Europa passa dalla vittoria dei loro partiti che sostengono questi tre governi progressisti. SYRIZA e la sinistra spagnola e portoghese fanno il loro dovere verso i loro lavoratori e verso i loro popoli. Cercano di trovare le migliori soluzioni. Il popolo greco, il suo governo e SYRIZA non devono mai più restare soli. Tutti noi ne abbiamo bisogno per cambiare l’Europa.
La nostra Luciana
La novantenne Luciana Castellina è diventata membro del PCI nel 1947, ed è stata tra i leader della sua organizzazione giovanile, la FGCI, avendo diretto per anni il suo settimanale, e si era appassionata di giornalismo. Fu arrestata nel 1948, nel 1950 e nel 1956, mentre nel 1963 fu imprigionata per due mesi. La giunta dei colonnelli ha arrestato ed espulso Luciana, la quale tra le altre cose, insieme a Furio Colombo avevano potuto diffondere all’estero le prime immagini dalla dittatura militare, che furono mandata in ondaa dalla RAI. Nel 1968 è stata espulsa dal PCI, insieme al gruppo del “Manifesto”, e nel 1976 fu eletta deputata con la lista unitaria di allora Democrazia Proletaria, per passare un paio di mesi dopo, nel Parlamento europeo. Nel 1983 `stata rieletta al parlamento italiano, ma un anno dopo ha scelto il Parlamento europeo, partecipando anche alla Direzione del PCI, dopo lo scioglimento del Partito di unità proletaria per il comunismo PdUP e il suo ritorno nel PCI. È stata eletta più volte al Parlamento italiano ed europeo. È stata presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo dal 1994 al 1997, protagonista alla creazione della Rifondazione Comunista, dirigendo per anni il suo settimanale “Liberazione”, tra i fondatori e dirigenti di Sinistra Ecologia Libertà, de L’altra Europa con Tsipras ed oggi di Sinistra Italiana, con un impegno straordinario nel campo del cinema e della cultura. Dal 2014 è presidente onorario dell’ARCI, la grande associazione culturale e sociale della sinistra, mentre proprio la settimana scorsa è stata premiata con L’Olivo d’Oro al Festival del Cinema Europeo per il suo ultimo libro: “Amori comunisti”, che parla di alcuni grandi amori tra attivisti del movimento comunista, tra i quali anche quello di Argyrò e Nikos Kokovlis.