Che fare per il diritto alla salute in Sardegna?

25 Febbraio 2025

[Francesco Carta]

L’opinione di Francesco Carta, referente di Medicina Democratica in Sardegna sulla riorganizzazione della sanità territoriale e sulle cure primarie. Una proposta per rilanciare il Servizio Sanitario regionale, dotare la Regione Sardegna di un Piano Socio-Sanitario e per dare risposte all’attuale emergenza sanitaria.

Le criticità della sanità in Sardegna sono note e largamente denunciate da tempo.

In tale situazione di grave emergenza, che colloca la Sardegna al primo posto per percentuale di abbandono delle cure  e all’ultimo posto per i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la Giunta regionale propone (col Ddl 40/24), non una nuova riforma strutturale, (le due precedenti hanno peggiorato la situazione preesistente), ma una riorganizzazione, e assegna ai commissari straordinari (che vorrebbe nominare) il compito di predisporre il piano di riassetto e riqualificazione dei servizi sanitari ed amministrativi. Si annunciano le linee guida per l’adozione degli atti aziendali delle ASL e del SSR. 

Secondo noi va confermata l’attuale suddivisione delle ASL e dei Distretti.

Un riassetto della sanità deve partire dalla riorganizzazione territoriale delle cure primarie e di prossimità. Per fare ciò si rende necessario un Piano Sanitario Regionale (PSR) che parta da un’analisi dei dati epidemiologici, demografici, che esamini la situazione sanitaria esistente, le strutture disponibili e funzionanti, quelle mancanti e propone delle soluzioni. Serve una riorganizzazione dal basso, a partire dall’esistente che spesso è sottoutilizzato e disorganizzato.

È necessaria una programmazione che coinvolga la cittadinanza attraverso una Consulta regionale con la partecipazione attiva dei rappresentanti degli operatori delle professioni sanitarie, degli enti locali, delle associazioni dei cittadini affetti da patologie e disabilità. Verifica dello stato dei Distretti, della Case e ospedali di comunità, poliambulatori, organizzazione e associazioni dei medici di medicina generale, aggregazioni funzionali territoriali (AFT).

Va recepito il DM 77/22 con le case e ospedali di comunità, le proposte organizzative e le competenze del Distretto sociosanitario, la centralità del ruolo del medico di medicina generale (MMG). Il PSR deve ridefinire il piano locale unitario dei servizi alla persona (PLUS), adottare i Piani Diagnostici e Terapeutici Assistenziali per le patologie croniche (PDTA) e Piani assistenziali Individuali (PAI) quando necessari. Garantire la presa in carico del malato. Le patologie croniche andrebbero gestite nel territorio.

Va ridotto l’accesso improprio all’Ospedale e al Pronto soccorso. L’Ospedale va riservato ai casi acuti complessi. Il Distretti sociosanitari congiuntamente ai dipartimenti di Igiene e Prevenzione e di salute mentale promuovono la prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro, per ridurre l’incidenza delle malattie. Conoscere l’epidemiologia del territorio è fondamentale per programmare interventi di prevenzione primaria e secondaria (diagnosi precoce).

La carenza di medici di famiglia è una delle emergenze principali, interi territori sono senza assistenza di base, oltre 400 mila sardi sono senza medico di medicina generale (MMG). Il suo ruolo è fondamentale. Esso non è superato dalla realizzazione delle Case di comunità (che tra l’altro non sono pronte).

Una riorganizzazione seria e realistica deve integrare queste due figure in modo complementare. Le AFT possono svolgere un ruolo insostituibile. La medicina di base  e di libera scelta ha permesso l’assistenza anche nei piccoli comuni

Va data la possibilità di scelta del medico per la libera professione o per la dipendenza. Se si introducesse l’obbligo della dipendenza per tutti, altri medici potrebbero lasciare la professione anticipatamente. Va migliorata la qualità del lavoro, ridotto il carico burocratico. L’aumento dei massimali peggiora la qualità della vita e di lavoro (per medici e assistiti), la professione è meno attrattiva in queste condizioni.

Una giusta mediazione va trovata con l’Accordo Integrativo Regionale (AIR) per la medicina generale che deve essere ripreso e approvato.

Il PSR e un buon AIR possono contribuire a salvare il servizio sanitario pubblico.

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