Chi conosce il passato indovina il futuro.

1 Novembre 2012

Diamo notizia di questa iniziativa, organizzata dai ‘Presidi del libro’, che riteniamo importante e invitiamo i nostri lettori a partecipare (Red)

Al Piccolo Auditorium di Cagliari, per tre giorni  – il pomeriggio del 9 novembre, la mattinata e il pomeriggio del 10 con chiusura la mattina dell’11 – si discuterà del tramonto, che noi chiamiamo sommariamente crisi, di un mondo, quello occidentale, e di alcuni princìpi che lo hanno retto sino da quando esiste l’idea di Occidente. Interventi numerosi e brevi, spunti, orientamenti. Personalità e esperienze di notevole valore riunite intorno all’idea della Decadenza. Tutto a partire dal Tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler

Duro, nel 1920, il giudizio di Benedetto Croce su Spengler. Lo giudicò un danno per la cultura tedesca messa a rischio da dilettantismo e ignoranza. Eppure il libro era, in Germania, alla quarta edizione. Fu pubblicato in Italia solo nel 1957, tradotto da Julius Evola.
Il viaggio dei testi spengleriani nel mondo della destra e della cultura europea è complesso. Un libro, forse, più citato che letto. I testi politici (“L’uomo e la macchina”[1931] e “Anni decisivi” [1934])furono diffusi dallo stesso Mussolini, ritenuto da Spengler il vero Cesare d’Europa. Solo tardivamente il filosofo riconobbe il Kaiser in Hitler.
Ma perché oggi un ragionamento a partire dal libro di Spengler?
Il Tramonto dell’Occidente è, per alcuni, un libro dei profeti. Per altri un testo sterminato in cui, però, tutto si tiene sino alle conseguenze estreme. L’opera è un compendio di storia universale, contenitore assoluto della conoscenza. E la Storia non è solo Passato e Presente.
L’Europa divenuta vittima di un volgare materialismo e delle conseguenze dell’urbanizzazione di massa e  malata. L’economia si forma nelle città. Inizia la decadenza e l’inverno di un mondo. Nel 1918 Spengler scrive “che le macchine nella loro forma sono sempre più disumanizzate… avvolgono la terra con una rete infinita di forze sottili, di correnti e di tensioni…  Agli occhi del credente esse rappresentano la detronizzazione di Dio”. Gli uomini usano macchine che non comprendono. Difficile non vedervi la macchina perfetta e i computer.
Ci racconta – impossibile compendiare il testo fluviale di Spengler – come il denaro nella forma di moneta rappresenti l’antico. E come nella nostra storia “la corrente dell’esistenza finisce tra le strutture di pietra delle città e da lì il denaro e lo spirito vanno a dirigere la storia”.
Così la “dittatura del denaro”, frutto dell’uomo inurbato, conferisce ai beni un’altra forma, staccata dalle “cose”. Il denaro si astrae e diviene numero incorporeo. Una ricchezza mobile e indeterminata, un’astrazione che cambia la vita e la storia. La civiltà arriverà alla sua lotta conclusiva fra il denaro e il sangue metafora, quest’ultimo, di tutti gli individui.
Non si può riassumere il testo vulcanico di Spengler, ma al termine della sua lettura e all’uscita dal disordine che la sue pagine generano, l’impressione, a guardarsi intorno, è che il Tramonto sia arrivato.

Il programma

Venerdì 9 alle ore 18, l’Occidente visto dall’altrove. Francesca Caferri, giornalista di Repubblica, discute proprio dell’idea stessa di Occidente come modello di vita che annaspa perché c’è sempre qualcosa più a Occidente e perché altre vite prendono forma. La Romania come esempio di esaurimento delle risorse consunte da un modo “occidentalizzato” di consumarle. La terra venduta alla finanza e la perdita materiale della patria. L’Iran e il Vicino Oriente. Identità che sfumano l’una nell’altra e sfuggono all’occidentalizzazione forzata.  Mauro Covacich, Bijan Zarmandili. Gabriela Adamesteanu con Mihai Butcovan e Roberto Merlo. Ornela Vorpsi e Gabriella Kuruvilla sono le voci dell’Altrove.

Sabato alle 10 Pierluigi Sullo ragionerà del Tramonto del nostro Paesaggio con Ugo Mattei, Paolo Cacciari, Paolo Berdini, Andrea Carraro,Guido Viale, Massimo Venturi Ferriolo e le realtà locali di Italia Nostra Sardegna, dei NoTAV della Val di Susa e i No Chimica Verde di Porto Torres. No necessari.

Sabato alle 17,30 Stefano Salis, critico del Sole 24ore, discuterà di analisi del profondo comune con lo psicoanalista Pierluigi Zoja, con Marino Niola, antropologo dei simboli che oggi determinano le nostre scelte. Narratori di quello che avviene, Paolo di Paolo, Laura Pugno e Giorgio Vasta racconteranno i mutamenti di un mondo che fa la fila per l’iphone e però declina.

Domenica alle 10 Giorgio Meletti, giornalista economico, coordinerà la discussione tra Antonio Cianciullo, editorialista di Repubblica, Giulietto Chiesa, Andrea Baranes della Banca Etica, Francesco Pigliaru si domanderà se lo Stato Sociale difenda le imprese o i lavoratori. E l’attore Davide Enia dimostrerà che ognuno di noi è un economista e trova soluzioni da sé.

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