No alla legge statutaria
1 Settembre 2007Il Comitato Referendario per il NO
Care concittadine e cari concittadini sardi, il prossimo 21 ottobre saremo chiamati a votare nel referendum sulla cosiddetta Legge Statutaria, che riguarda il funzionamento interno delle istituzioni regionali. Una legge che il Consiglio regionale ha approvato nello scorso mese di marzo affrettatamente, senza che sia stato prima elaborato – ed il ritardo è ormai di sette anni – il nuovo Statuto Speciale, indispensabile per dare alla Sardegna un nuovo ruolo in Italia e in Europa e per disporre dei poteri e delle risorse occorrenti per lo sviluppo.
La legge statutaria vorrebbe regolare il funzionamento della Regione confermando e rafforzando quella enorme concentrazione di potere che già oggi è in capo al solo Presidente della Regione.
Essa non risolve il problema del conflitto d’interessi: se il Presidente o gli Assessori, da lui direttamente nominati, sono grandi imprenditori, non vieta che le imprese di loro proprietà possano partecipare alle gare per gli appalti pubblici indette dalla Regione.
Non riduce il numero delle cariche politiche. Introduce nuove limitazioni del diritto dei cittadini ad essere candidati al Consiglio regionale. Non consente ai cittadini di esprimersi sui privilegi della casta politica. Limita la partecipazione popolare, aumentando ingiustificatamente il numero delle firme di elettori necessarie per promuovere i referendum e il numero dei votanti necessari per la loro validità.
Esclude i Comuni e le Province dalla partecipazione alle decisioni regionali.
La Legge Statutaria è ispirata a un presidenzialismo autoritario e a un nuovo centralismo regionale. Nello stesso tempo favorisce il permanere al potere della casta politica e ne esclude il popolo sardo.
Questa legge entrerà in vigore, tuttavia, solo se supererà la prova del referendum popolare, che è stato promosso e sostenuto da numerose persone di diverso orientamento culturale e politico.
I sardi vogliono istituzioni efficienti e trasparenti. Siamo contro la lottizzazione delle istituzioni fra i partiti, ma anche contro una legge che consegna tutto il potere nelle mani di una sola persona, o di gruppi ristretti, espressioni degli interessi economici e politici più forti ed esclusivi. Istituzioni governate non democraticamente, come l’esperienza dimostra anche nell’Isola, non possono soddisfare la domanda di sviluppo e di lavoro della società sarda.
La nostra autonomia regionale deve nutrirsi di una più diretta partecipazione democratica. Il Consiglio regionale deve rappresentare l’interesse generale di tutti i sardi. La Regione non deve accentrare su di sé poteri che spettano alle istituzioni locali. I cittadini devono poter controllare l’operato degli amministratori pubblici. Al popolo non si può impedire di intervenire direttamente nelle decisioni delle pubbliche istituzioni.
Serve perciò una Legge Statutaria totalmente diversa. Per questi motivi vi invitiamo a votare NO, il 21 ottobre, a quella approvata nello scorso marzo.
Il Comitato Referendario per il NO.
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