Con Tsipras e col popolo greco
2 Luglio 2015Redazione
Quanto sta accadendo in queste ore in Grecia non può lasciarci indifferenti. Le politiche di austerità imposte dall’Unione Europea hanno dimostrato ancora una volta il loro fallimento: contro di esse è necessaria una dura presa di posizione.
Se ci sarà il default non riguarderà solo la Grecia, tutti i Paesi del sud Europa ne verranno coinvolti. In Italia il rapporto debito/PIL è passato dal 103,3% del 2007 al 132,6% del 2013, la pressione fiscale ha raggiunto livelli da record cosi come ha di recente denunciato la stessa Corte dei Conti, la disoccupazione è di nuovo in crescita.
E’ ormai evidente che l’attuale Unione Europea è ben lontana dagli obiettivi previsti dai trattati originari che si fondavano sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle persone appartenenti a minoranze.
Denunciamo con forte preoccupazione l’attuale primato della finanza sulla politica. La crisi dei debiti sovrani è funzionale agli interessi delle banche le quali continuano ad arricchirsi a piacimento. Questo fenomeno riguarda anche l’Italia. Da settembre 2014 sino a marzo 2015 la BCE ha erogato 94 miliardi di euro agli istituti di credito Italiani i quali hanno privilegiato gli investimenti in Bot, Btp, Cct portando di fatto ad un’ulteriore contrazione del credito alle imprese e alle famiglie.
La decisione di Tsipras di non pagare il debito è una scelta inevitabile. Bisogna essere consapevoli che rappresenta una novità nello scenario Europeo: in questo modo si riporta al centro la politica, e si pone sul tavolo delle trattative l’unica via d’uscita perseguibile.
Abbiamo bisogno più che mai della ristrutturazione del debito, di una politica di investimenti ed di un’equa redistribuzione della ricchezza cosi come la stessa nostra Costituzione prevede all’art. 53 quando si richiama il principio di capacità contributiva.
Sosteniamo perciò la lotta del governo e del popolo greco. Diciamo no alle politiche di austerità che non hanno fatto altro che accentuare le disuguaglianze tra i Paesi ricchi e quelli poveri e, all’interno dei vari Paesi, le disparità tra le classi sociali agiate e quelle meno abbienti aumentando i livelli di povertà.
Auspichiamo una maggiore presa di coscienza della nostra classe politica sia a livello nazionale che a livello locale. Le politiche di sviluppo devono essere riproposte con forza a discapito delle politiche di bilancio.
E’ necessaria una politica di investimenti capace di creare sviluppo, cosi come è fondamentale incrementare i livelli salariali mai cosi bassi. Per far questo bisogna applicare una politica fiscale che sposti la tassazione dai redditi di lavoro ai redditi di capitale.
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