Una consultazione pubblica preventiva

1 Novembre 2014
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Stefano Deliperi

Può sembrare poca cosa, ma può anche esser l’inizio di una politica di gestione del territorio più aperta alle istanze provenienti dai cittadini, dalle associazioni e comitati ecologisti e popolari.
L’Amministrazione regionale Pigliaru ha svolto, infatti, una fase di consultazione pubblica preventiva relativa al disegno di legge regionale in materia urbanistica (“Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”). La consultazione è stata avviata, prima dell’avvìo dell’esame da parte del Consiglio regionale, come sarebbe utile e intelligente fare in ogni occasione in cui si discuta di “grandi opere” o di riforme legislative comportanti rilevanti ricadute sui territori interessati. E’ un’esigenza, in linea con quanto si svolge in contesti di democrazia “matura”, fatta presente in varie occasioni.
Fino al 31 ottobre 2014 è stato possibile inviare osservazioni e contributi all’indirizzo di posta elettronica dedicato [email protected].
Così è stata presentata la proposta normativa: “con il DDL sono state riordinate le principali norme regionali in materia edilizia ed è stato messo un freno alle iniziative straordinarie o contingenti, contrastando il consumo del suolo non compromesso, salvaguardando i caratteri delle aree rurali e soprattutto incentivando la “buona edilizia” grazie ad agevolazioni e premialità volumetriche per la riqualificazione architettonica ed energetica del patrimonio esistente. 
Sarà possibile riqualificare e ridurre il fabbisogno energetico degli edifici attraverso premialità con incremento di volumi per l’edilizia residenziale e per l’integrazione delle funzioni turistico ricettive. Gli ampliamenti saranno consentiti esclusivamente per il miglioramento dell’offerta turistica, senza incrementi di posti letto.  Il DDL disciplina inoltre gli interventi realizzabili nella zone agricole. Sono invece eliminate le norme del piano casa per seminterrati e pilotis a fini abitativi, quelle intruse che derogano le norme contenute nel Ppr e le norme sul golf (LR 19/2011)”.
In realtà, non è tutto rose e fiori, ma vi sono anche forti preoccupazioni su alcuni contenuti della proposta di legge.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Lega per l’Abolizione della Caccia le hanno formalizzate con un atto di “osservazioni” (29 ottobre 2014).
In particolare, fra i casi più rilevanti è stata espressa contrarietà alla possibilità di superamento degli indici volumetrici, dei limiti massimi di altezza e superficie coperta stabiliti in disposizioni regionali e comunali in caso di interventi di incremento volumetrico del patrimonio edilizio esistente (art. 2, comma 9°) per evitare evidenti rischi speculativi, così come sono stati ritenuti eccessivi i “premi volumetrici” rispettivamente del 40% e del 30% per le delocalizzazioni di immobili già in aree di tutela ambientale o a rischio idrogeologico (art. 8) e le demolizioni e ricostruzioni di edifici vecchi degradati (art. 9). Premialità rispettive del 15-20% e del 10-15% appaiono adeguate.
Soprattutto, è stata chiesta l’abrogazione totale dell’art. 3 del disegno di legge regionale, che riprende analoghe discipline del c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.), in quanto consente l’ampliamento volumetrico delle strutture ricettive (alberghi, residences, multiproprietà) anche nella fascia costiera dei mt. 300 dalla battigia marina, norma in palese contrasto con il piano paesaggistico regionale e le sovraordinate disposizioni di tutela ambientale e paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), come già affermato dalla giurisprudenza costituzionale e amministrativa (vds. Corte cost. n. 210/2014; Corte cost. n. 308/2013; T.A.R. Sardegna, Sez. II, 18 marzo 2011, n. 135).
Molto positivo l’inserimento delle disposizioni di attuazione del Testo unico dell’edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.) in modifica della normativa regionale (legge regionale n. 23/1985), con l’individuazione – finalmente – di interventi regionali sostitutivi per la demolizione degli abusi edilizi e il ripristino ambientale in caso di inerzia dei trasgressori e dei Comuni territorialmente competenti (art. 10).
Ora si vedrà quali modifiche e integrazioni l’Amministrazione regionale Pigliaru riterrà di effettuare e, in definitiva, quale sarà il testo che uscirà dall’esame e dal voto del Consiglio regionale.
E’ un bel banco di prova.

1 Commento a “Una consultazione pubblica preventiva”

  1. Il disegno di legge regionale sardo in materia urbanistica come emerge dalla consultazione pubblica preventiva. | Gruppo d'Intervento Giuridico onlus scrive:

    […] su Il Manifesto Sardo (“Una consultazione pubblica preventiva“), n. 179, 1 novembre […]

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