Contra a su desertu fòssile. Fridays for Future Casteddu e Ultima Generazione Sardegna scendono in piazza per il Global Climate Strike
4 Aprile 2024[red]
Fridays for Future Casteddu e Ultima Generazione Sardegna scendono in piazza per il Global Climate Strike il 19 aprile con un corteo a Cagliari da Via Roma, sotto il Consiglio Regionale alle ore 16:30. Pubblichiamo il loro comunicato.
La crisi climatica e idrica che affligge la Sardegna (come la Sicilia, la Catalogna e altre parti del Mediterraneo) ha raggiunto livelli di allerta, quando non emergenza: in Ogliastra e nelle Baronie si arriva a razionare l’acqua. L’inverno estremamente siccitoso appena trascorso e l’aumento delle temperature a causa del surriscaldamento globale hanno ulteriormente aggravato la situazione. Questo richiede un’immediata azione governativa volta a ridurre sia le perdite idriche che le emissioni da gas climalteranti, oltre a riparare i danni presenti e futuri.
Le istituzioni devono intervenire per mitigare gli effetti della crisi climatica. Allo stesso tempo, devono lavorare per la drastica riduzione dei combustibili fossili nell’isola, promuovendo il phase out del carbone entro il prossimo anno, elaborando un piano di chiusura della raffineria di Sarroch e interrompendo ogni progetto di ulteriore metanizzazione.
Le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, riguardo al ritardo nel “phase out” dal carbone in Sardegna al 2028, sono inaccettabili. In momenti di emergenza, è fondamentale agire tempestivamente per risolvere il problema alla radice anziché rimandare una soluzione che non si vuole prendere per non intaccare i privilegi degli industriali.
In più, invece di preoccuparsi di implementare misure di adattamento per prevenire danni ambientali ed economici in Sardegna, il governo italiano aumenta solo le spese militari, con servitù militari che sottraggono ai sardi 35 mila ettari di terra senza ascoltare la cittadinanza che da anni ne chiede la dismissione.
Al Governo italiano chiediamo con forza che venga istituito un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato, da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato, per affrontare le conseguenze devastanti di siccità, incendi, alluvioni e altri eventi climatici sempre più frequenti, in particolare nelle Isole. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari.
È necessario che anche la Giunta Regionale in corso di insediamento agisca con urgenza per affrontare la crisi climatica e idrica in corso. Innanzitutto mettendo argine alle perdite di acqua nelle reti idriche che rappresentano il 52,8% e in termini assoluti 129,2 milioni di metri cubi. Dunque fermando lo scellerato piano di metanizzazione dell’isola, ennesima servitù e speculazione che ci allontanerebbe dagli obbiettivi di neutralità climatica. Neutralità climatica che va raggiunta in fretta, basando la produzione sul reale fabbisogno dell’Isola e attivando processi partecipativi con le comunità per decidere la localizzazione e la potenza degli impianti rinnovabili, puntando in primis sull’autoconsumo e le Comunità Energetiche Rinnovabili.
La Sardegna non è un mondo a parte: attorno a noi la gestione dell’acqua è soggetta agli abusi dei regimi e delle privatizzazioni. Nella regione mediterranea 20 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile. In una vasta area che fa ampio uso di gas e petrolio estratti nel mare che ci circonda, la negazione dell’acqua diventa strumento di dominio in Palestina. Circa 180.000-200.000 palestinesi non hanno accesso all’acqua corrente mentre negli insediamenti israeliani costruiti illegalmente in Cisgiordania, le aziende agricole dispongono di sistemi di irrigazione intensiva.
Il corteo satirico, che partirà dal Consiglio Regionale in via Roma, si concluderà con un’Assemblea Popolare sul tema della siccità in Piazza Yenne, proprio sotto la statua di Carlo Felice di Savoia, uno dei simboli del colonialismo in Sardegna. L’Assemblea Popolare è uno strumento di democrazia partecipativa che si svolge in cerchi facilitati, affinché tutte le persone abbiano possibilità di parlare e deliberare.
Invitiamo tutte le realtà politiche e di lotta che si riconoscono nelle rivendicazioni ad inviare la propria adesione ai contatti di FFF Casteddu. Vieni in strada con noi a chiedere il Fondo Riparazione e una transizione ecologica giusta!