Contro il ddl anti-Gandhi
29 Settembre 2024[red]
Ieri pomeriggio alle ore 17.00, una persona aderente alla campagna Fondo Riparazione di Ultima Generazione si è seduta in piazza Tre Fontane vicino al mercato di Morbegno, per sostenere Giacomo Baggio di Ultima Generazione, per cui la questura di Roma ha chiesto due anni di sorveglianza speciale, e per protestare contro il DDL 1660 approvato dalla Camera la scorsa settimana. Durante il sit-in, ha esposto un cartello con scritto “sta avvenendo un’ingiustizia chiedimi perché” e “Giacomo attivista nonviolento trattato come un mafioso”.
Paola, 29 anni, geometra, ha dichiarato: Oggi sono qui perché quello che sta accadendo è gravissimo, mi preoccupa e mi fa molto arrabbiare. La questura di Roma ha richiesto per Giacomo la sorveglianza speciale: due anni di pesanti restrizioni della libertà personale in quanto ritenuto un soggetto “socialmente pericoloso” per aver partecipato ad azioni di protesta nonviolenta. La sorveglianza speciale è una misura a dir poco sproporzionata e ridicola, è una misura di prevenzione regolata dal codice antimafia; infatti, i reati connessi a tale misura sono: Associazione mafiosa, Estorsioni, Traffico di droga, Omicidi e stragi…. niente di nemmeno lontanamente associabile a Giacomo, che ricordo essere una persona nonviolenta. È vero, Giacomo nelle sue proteste ha creato un disturbo, un disturbo necessario per portare l’attenzione delle persone e del governo sul collasso climatico e sociale di cui il governo non si sta occupando, anzi… invece che proteggere cittadini e cittadine dalle inevitabili conseguenze (che vediamo già, come in Emilia Romagna 3 alluvioni in 16 mesi), la nostra classe politica spreca il suo tempo ad accanirsi contro chi chiede di agire. La misura richiesta non è solo assurda, ma è anche pericolosa, così come la nuova norma “anti-Ghandi”. Sì, perché con questa richiesta della questura e queste norme create ad hoc dal governo è evidente l’accanimento nei confronti di chi protesta. E nell’indifferenza dei più, non ce ne accorgiamo, ma una per una ci vengono tolte le nostre libertà. Ma io non ci sto, rivendico qui oggi il mio diritto al dissenso
Il 14 ottobre alle 9.30 saremo davanti il Tribunale di Roma per manifestare la nostra solidarietà a Giacomo Baggio, per il quale la questura di Roma ha richiesto l’applicazione della misura della sorveglianza speciale per due anni. La richiesta è: 2 anni di impossibilità di allontanarsi dal proprio Comune di residenza; coprifuoco notturno dalle 20:00 alle 7:00; obbligo di firma quotidiano; e divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione a sfondo politico, gare sportive, concerti negli stadi e processioni religiose. Questa misura cautelare è di fatto una misura prevista dal Codice Antimafia per limitare la libertà personale dei cosiddetti “soggetti pericolosi con tenace propensione delittuosa”.
Il Disegno di legge contiene una lunga serie di disposizioni specificamente destinate a reprimere il dissenso, spesso palesemente disegnate su uno “specifico” soggetto ritenuto, evidentemente, da reprimere in modo particolare: una vera e propria costruzione di un diritto sanzionatorio speciale d’autore. Già con il decreto ‘ecovandali’, peraltro, questa legislatura ci aveva abituato alla costruzione di reati sugli attivisti ambientalisti e sulle loro modalità di protesta. Tra le disposizioni specificamente dirette alla repressione del dissenso (e degli attivisti ambientali in primis) spicca la circostanza aggravante (e dunque la previsione che la pena sia aumentata) per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale (ma anche ad altri reati, come le minacce) nel caso in cui il fatto “è commesso al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”. Chi si ribella, chi anche solo protesta (magari rivendicando il diritto ad un ambiente salubre e in ultima analisi ad un futuro) è un soggetto estraneo al modello di società che deve essere punito. E’ un modello di società estremamente pericoloso ed estraneo ai principi costituzionali.
La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.