Conversescion estate 2015
16 Maggio 2012Piero Careddu
Due vecchi amici ottantenni, in pensione da pochissimi anni, passeggiano negli ex-giardini pubblici di una città ex-tranquilla, ex-ricca, ex-civile.
– Ti ricordi che fino a sei anni fa c’erano ancora gli alberi?
– E come no? Ora ce le scordiamo le serate passate al fresco a mangiare un gelato. Non trovi un po’ d’ombra neanche a pagarla.
– E soprattutto non ci possiamo permettere il gelato…
– Non è che mi dispiaccia poi tanto… Ormai si mangiano solo gelati di merda. Ti ricordi i gelati di Ciccio? Quelli si ! Da quando hanno comprato la gelateria i cinesi fanno tutti con i loro prelavorati. Due mesi fa c’è stata un’epidemia di cagarella in tutto il quartiere. Avresti dovuto vedere le persone in fila alla guardia medica.
– Lo so. Prodotti cinesi senza controlli. Ormai fanno quello che vogliono. Io li odio i cinesi!
– Che c’entra il popolo cinese? Loro sono sfruttati come noi. Li fanno lavorare come animali.
– Il comunismo che predicavi sempre tu con i tuoi compagnucci…
– Senti, vecchio rincoglionito, non tocchiamo quel tasto! Se siamo qua a passeggiare senza un albero e neanche un soldo lo dobbiamo alla tua cara società liberalcapitalista del cazzo. Adesso godiamoci la libertà di essere tutti dei morti di fame.
– Forse hai un po’ ragione…
– Lo so che ho ragione. Parliamo d’altro che è meglio… Guarda laggiù! Dove una volta c’era la fontana con i pesci esotici. Ha piazzato la tenda Gigi Freddi.
– Ma chi? L’ex-direttore dell’ufficio credito ordinario del Banco di Napoli?
– Lo era… Dopo il fallimento dello stato ha perso lavoro e tutto. Ora fa vita da clochard in quel piccolo accampamento nella fontana secca.
– Ti ricordi quanto faceva il figo dietro la scrivania? Gessato di sartoria e cravatta di seta. Finchè avevi denari sul conto ti dava del tu, sorrisoni e pacche sulle spalle. Appena iniziavi ad andare in rosso riprendeva a darti del lei e partiva con le minacce. Che fine che ha fatto!
– Ha fatto così anche con me ma non riesco ad essere contento a vederlo così!
– Siamo tutti finiti male… Domani vieni a pranzo a casa? Mio figlio, il medico, quello che ora fa il bracciante agricolo, mi ha portato della borragine e uova fresche di campagna. Ci facciamo una bella frittata. Non ho altro ma almeno stiamo un po’ insieme. Da quando ho dovuto vendere il televisore la solitudine è diventata pesante.
– Frittata di borragine? Buona! Io porto un po’ di pane vecchio che ho messo da parte per le grandi occasioni…
– Ridiamo va’ che è meglio! La vita non è stata generosa con la nostra generazione. Io e tu l’abbiamo passata a romperci la schiena fino a 76 anni e ora siamo due vecchi sdentati col diabete, la prostata sfondata e con problemi di fame ad ogni metà del mese!
– Ho deciso che alla prossima pensione, se ancora ce la daranno, compro un pollo intero e lo faccio arrosto.
– Ma non ti avevano pignorato la cucina di casa, due anni fa?
– Si, ma lo possiamo arrostire qua al parco. Usiamo rami morti d’albero. Tanto è tutto secco e se bruciamo qualcosa facciamo un’opera di bene.
– Solo dieci anni fa andavamo ancora a mangiare alla Taverna dei Sogni. Ho ancora in bocca il sapore di quei filetti di triglia allo zafferano. E quel vino…
– E quella zuppa di pesce che facevi tu? Non credere che me ne sia dimenticato. Abbiamo passato dei bei momenti con le nostre donne.
– Eh, si! Se ne sono andate tutte e due prima di vivere questo sconcio, questa vergogna che stiamo sopportando oggi.
– Cerco di non pensare mai a Maria perché mi faccio schifo quando provo invidia per il fatto che mi è mancata in tre mesi. Si è risparmiata la tristezza di questi giorni che ci restano.
– Me lo dici il segreto di quella tua zuppa di pesce? Tanto ormai non posso copiartela. Dove e come cazzo lo compro il pesce?
– Consolati pensando che se anche avessi qualche spicciolo da spendere, ormai nel mare non c’è più niente.
– Allora? Me lo dici il segreto?
– Quando pulivo gli scorfani, conservavo il fegato e lo mettevo spezzettato nel soffritto. Era questo il piccolo trucco che aumentava profumi e sapori.
– Ah!
– Si, solo questo.
– Le vuoi due arachidi salate? Ho trovato un vecchio pacchetto in fondo alla credenza.
– Ci fanno male…
– Mi fai morire! Male a cosa? A me fa male vedere i palazzi che cadono a pezzi, i ragazzi che fumano crack sui marciapiedi, le famiglie accampate nelle periferie.
– Dài, andiamo dall’altra parte che ora c’è un po’ d’ombra.
– Queste noccioline sono ancora buone.
– Si, sono ancora buone.
20 Maggio 2012 alle 18:12
Malinconico e pessimista, ma non del tutto inverosimile…