Costituito l’Osservatorio dei Beni Comuni della Sardegna. Si comincia con i beni comuni urbani
1 Marzo 2017Franco Meloni
L’Osservatorio dei Beni Comuni della Sardegna – promosso partendo da un piccolo gruppo, con l’ambizione di crescita in misura consistente e in tempi rapidi – si propone di approfondire e diffondere il concetto di “beni comuni”, da individuare concretamente nelle “cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona (…) che devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico, anche a beneficio delle generazioni future” (1) e dei quali favorire la fruibilità e la gestione da parte dei cittadini attivi e organizzati in accordo con le Pubbliche amministrazioni. La categoria dei “beni comuni” è immensa. Il primo bene comune universale è la terra, nella sua generalità (superficie e sottosuolo), da utilizzare a beneficio di tutti, nel rispetto dei limiti imposti dall’ordinamento giuridico. E possiamo continuare in un’elencazione di dettaglio, non certo esauriente, traendola dalle elaborazioni della Commissione Rodotà (1): “i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’aria; i parchi come definiti dalla legge, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate” (1). Risulta pertanto necessario da parte di un Gruppo ristretto quale è l’attuale, sia pure ambiziosamente destinato a crescere, selezionare il proprio campo di azione. Tale scelta non viene effettuata “a priori”, avendo il Gruppo promotore deciso di modellare il programma da portare avanti rispetto alle persone che formano ora e che formeranno nel tempo l’Osservatorio, che sarà organizzato in diverse “sezioni per ambiti di intervento”. Anche la dimensione territoriale, tendenzialmente riferita a tutto il territorio regionale, nella pratica riguarderà solo parziali articolazioni dello stesso. In questo quadro allo stato attuale il Gruppo ha stabilito che si occuperà immediatamente solo di “beni comuni urbani”, limitandosi a quelli che insistono nel territorio comunale di Cagliari. Almeno da qui si comincerà, poi si vedrà.
Le iniziative dell’Osservatorio allo stato riguarderanno particolarmente due diversi ambiti:
– quello di carattere generale, per definire concettualmente i “beni comuni”, partendo dallo stato dell’arte nei diversi settori disciplinari;
– quello specifico, di concreto intervento sul territorio, con particolare attenzione al riuso sociale delle ex servitù militari e delle altre strutture pubbliche dismesse o in dismissione o già nella piena disponibilità delle amministrazioni pubbliche.
All’Ossservatorio interessa che nella gestione di questi “beni comuni” intervengano direttamente i cittadini, nella pratica attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale, di cui all’art. 118, ultimo comma della Costituzione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Detta norma, allo stato attuale largamente disattesa, riconosce ai cittadini – e dunque alle loro organizzazioni/associazioni nelle più diverse espressioni – la capacità di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e dispone che le istituzioni debbano sostenerne le coerenti iniziative.
Unendo il generale al particolare si punta ad individuare gli strumenti per praticare con tutta la possibile urgenza tali obbiettivi. Per esempio aiutando il Comune di Cagliari a dotarsi di un buon “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni”, magari da copiare, adattandolo, dai migliori regolamenti tra quelli attualmente vigenti in più di 100 Comuni italiani, e, operativamente, per rendere concreto e tangibile il rapporto tra amministrazione e cittadini, invitando il Comune a dotarsi di un ufficio per l’amministrazione condivisa, uno “sportello unico per i cittadini attivi”, che faciliti e semplifichi al massimo il rapporto fra i cittadini, che portano risorse preziose per il bene della comunità, e le strutture amministrative
Nell’immediato l’Osservatorio vuole aiutare le entità dell’associazionismo socio-culturale della città (e non solo) a reperire spazi adeguati per le loro benemerite attività. Tra queste c’è lo stesso Osservatorio, allo stato ospitato nella sede della Confederazione Sindacale Sarda.
L’Osservatorio intendei attivare tutte le possibili collaborazioni e, di più, di “fare integrazione” con altri soggetti che si propongono la pratica della “democrazia partecipata”.
A tal fine di collegherà agli Organismi simili a livello italiano, europeo e internazionale, a partire dal Laboratorio sulla Sussidiarietà fondato e diretto dal prof. Gregorio Arena (www.labsus.it).
In questa direzione si sta anche lavorando per uno o più Convegni sulla tematica “Costituzione, Beni comuni e Sussidiarietà” da organizzare a Cagliari tra il mese di giugno e quello di novembre 2017, in collaborazione con il “Comitato d’iniziativa Costituzionale e Statutaria”, che vedano la partecipazione di illustri relatori come Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Stefano Rodotà, Gregorio Arena ed altri. Ed ancora si sta lavorando per attivare uno stretto rapporto con i Dipartimenti e i singoli docenti dell’Università della Sardegna (Cagliari e Sassari) di diversi settori disciplinari, interessati alle tematiche dei “beni comuni” per iniziative di ricerca, didattica, diffusione di buone pratiche.
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La pagina fb dell’Osservatorio.
Ll blog messo a disposizione dal Circolo culturale “I ragazzi di Palabanda”: http://stampaxi16.
La mail dell’Osservatorio: benicomunis