Avendo cura della cultura
1 Febbraio 2008
Mario Cubeddu
Nel 1990 Musica Jazz consacrava la fama di Paolo Fresu assegnando il primo posto, a lui come musicista, al suo gruppo e al disco Live in Montpellier. Un appassionato che si fosse precipitato allora a cercare i dischi pubblicati da Fresu nei negozi di Cagliari, allora molto più numerosi di oggi, non sarebbe riuscito a trovarne uno da nessuna parte; risultava un nome sconosciuto ai più e nessuno mostrava particolare sollecitudine per far arrivare i cd della Splasc(h). Imperava un pregiudizio negativo, per cui ciò che era sardo non doveva avere in fin dei conti tutto questo valore, e difficilmente sarebbe durato nel tempo.
Oggi le cose sono ben diverse e non solo nel campo del jazz; le attività artistiche e le iniziative culturali della Sardegna ricevono un’attenzione ben più significativa. Ultimamente anche fuori dall’isola con un’eco di ritorno nei mezzi di comunicazione locali. Paolo Fresu moltiplica per tre il suo concerto all’Auditorium di Roma. Due film realizzati da registi nati in Sardegna sono chiamati a partecipare al prossimo Festival di Berlino. Uno di essi è interamente parlato in sardo. Diversi nostri scrittori sono diventati ormai autori pienamente nazionali, pubblicano per editori di vasta diffusione e le loro opere ottengono l’attenzione normale che si riserva agli altri autori italiani. Nell’occhio che guarda la Sardegna, così come spesso in chi scrive, sembra ancora manifestarsi una curiosità esotica per temi arcaici, ma anche l’immagine della Sardegna in letteratura tende a perdere i caratteri di diversità, i colori e i temi immediatamente riconoscibili come sardi.
Il rinascimento culturale sardo ha anche un versante istituzionale. L’amministrazione Soru ha affrontato questo problema con un forte impeto rinnovatore, anche se non sono mancate le contraddizioni e gli intoppi. Non a caso l’assessorato alla cultura è uno di quelli che ha subito un trauma con la sostituzione dell’assessore Elisabetta Pilia dopo due anni di attività.
Nell’ultimo fine settimana del 2007, il 28 e 29 dicembre, l’associazione Time in Jazz e Paolo Fresu hanno invitato a Berchidda artisti e organizzatori di iniziative culturali per discutere delle leggi sullo spettacolo e del futuro della cultura in Sardegna. Tra gli intervenuti al dibattito, l’assessore alla cultura della Regione sarda Maria Antonietta Mongiu, quello dell’Emilia Romagna Alberto Ronchi, alti dirigenti di uffici regionali che si occupano di promozione delle attività di spettacolo e rappresentanti di questo settore della cultura in Sardegna, dal teatro al cinema, dai grandi incontri musicali alla danza. Sino ai più recenti festival di letteratura, organizzati negli ultimi anni sul modello del Festival letteratura di Mantova, in particolare quello di luglio che Gavoi dedica alla narrativa e il Cabudanne de sos poetas di Seneghe. Marzia Corraini, uno dei direttori del festival di Mantova, ha svolto una interessante relazione sull’origine e i caratteri di un’iniziativa che ha 12 anni di vita, mobilita 700 volontari e costa un 1.500.000 euro, di cui solo il 15 per cento proveniente da fondi pubblici.
A conclusione delle due giornate il presidente della Regione sarda, Renato Soru, ha fatto il bilancio della politica culturale della sua giunta a un uditorio sotto choc per la notizia della uccisione di Peppino Marotto, consumata poche ore prima.
Le persone e le associazioni coinvolte nell’incontro di Berchidda sono quelle che devono essere aiutate dalle istituzioni per portare al pubblico vari tipi di iniziative culturali. In queste sono coinvolte professionalità, competenze, ricerca e produzione artistica che sono considerate degne di essere sostenute con un aiuto pubblico. A questo scopo è stata approvata nel dicembre 2006 la legge che disciplina le attività di spettacolo in Sardegna. Comuni, Province, Regione concorrono a organizzarle e sostenerle con i finanziamenti. Rappresentanti dei vari settori sono chiamati a far parte del Comitato regionale per le attività di spettacolo e concordano con l’Assessore la programmazione delle stesse. Uno degli obiettivi principali della legge è la costituzione di un registro regionale in cui entreranno, dietro domanda, i soggetti dotati di sufficiente professionalità e con sede in Sardegna.
Molti dei partecipanti alle due giornate di incontri a Berchidda sono stati scelti a far parte del Comitato consultivo che dovrà aiutare l’assessorato alla Cultura a dare efficacia alla legge. La discussione si è sviluppata sul terreno ancora incerto dei primi passi che essa sta muovendo. Le donne e gli uomini che si occupano delle attività di spettacolo in Sardegna non sono abituati alla collaborazione. Non fanno lobby come le società sportive, ha detto l’assessore. Per questo era necessario che si incontrassero, confrontassero i loro punti di vista, proponessero una piattaforma di idee e richieste. E’ su questo punto, forse, che le due giornate hanno ottenuto il risultato più positivo, che apparirà alla luce nel documento di sintesi in preparazione. La questione riguarda tutta la società sarda, in specie alcuni dei suoi settori più vivaci e attivi. Spettacolo, arte, cultura, sono sempre più al centro delle attenzioni dei giovani, oggi che la comunicazione è parte rilevante anche dell’economia. Per questo sarebbe importante che il documento si rivolgesse non solo e non tanto agli addetti ai lavori e alla controparte politica, ma fosse una proposta di cultura per l’intera società sarda. Due, tra i tanti, gli aspetti che vogliamo qui sottolineare. Il primo è il coinvolgimento del pubblico. E’ stato detto nel convegno che qualche volta proposte interessanti cadono nel vuoto. Il pubblico, dalle città ai tanti paesi sardi, va informato e preparato, avvicinato, con pazienza e intelligenza, al teatro, al libro, ad una musica non banale. L’altro aspetto riguarda una più facile possibilità per artisti e organizzatori giovani di ottenere fiducia e accedere ai finanziamenti. Per una cultura che sia contemporanea e non solo, come avviene spesso in Sardegna, “valorizzazione” di un patrimonio tradizionale di cui si vantano antichità e ricchezza talvolta tutte da dimostrare. Occorre quindi un nuovo manifesto per la cultura sarda dei prossimi anni. Berchidda è il luogo giusto in cui un’idea e pratiche in questo senso e in questa direzione possono nascere e crescere bene.