Democrazia e ambiente a rischio

16 Luglio 2021

[red]

Pubblichiamo la nota stampa dell’assemblea dei comitati, degli amministratori locali, delle associazioni e formazioni politiche, dei sindacati di base e identitari, riunita a Bauladu il giorno 4 luglio 2021, per discutere dell’emergenza che attraversa la Sardegna a causa dei numerosi e non giustificati mega impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e del paventato pericolo di sostituire, senza alcun vantaggio ambientale, il carbone e il petrolio con il gas nella produzione di energia elettrica.

Richiesta moratoria contro tutti i nuovi progetti per la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici ed eolici previsti in aree agricole e contro la realizzazione delle infrastrutture per l’approvvigionamento, il trasporto e la distribuzione del gas. 

Come anche le ultime dichiarazioni del ministro della transizione ecologica dimostrano, in nome dell’emergenza climatica e pandemica si sta tentando in ogni modo derogare anche alle più elementari forme di tutela: dal lavoro, ai beni storici, ambientali e paesaggistici, fino alla salute. La crisi ambientale e la pandemia si stanno trasformando nei fatti in un’ennesima occasione per speculare e assaltare territori e diritti, col rischio di una catastrofe ambientale, economica e sociale senza precedenti.

Ai primi di giugno è stato lanciato in Sardegna un appello alla mobilitazione, il 16 dello stesso mese convocato un primo incontro e il 4 luglio un secondo da cui è scaturito il documento che qui presentiamo, già sottoscritto da numerose organizzazioni, associazioni e singoli, che contiene una richiesta di moratoria contro tutti i nuovi progetti per la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici ed eolici previsti in aree agricole e la realizzazione delle infrastrutture per il gas previste dall’art. 31 del Decreto Semplificazioni. La richiesta è stata inoltrata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Transizione Ecologica, al Ministro della Cultura, al Presidente della Giunta Regionale Sarda, all’assessore della Difesa dell’Ambiente Sardegna, all’Assessore dell’Industria Sardegna e ai Capi Gruppo del Consiglio Regionale Sardo, e l’invito rivolto a tutti i lettori è di sottoscriverla al fine di darle ancora maggiore impulso ed efficacia.

Le ragioni di questa richiesta nascono a seguito della nuova ondata di progetti, ad oggi 114, per impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, ora in fase di valutazione ambientale, ai quali si accompagnano vecchi e nuovi progetti per le infrastrutture del gas metano; questi ultimi solo in apparente contrapposizione ai primi ma in realtà figli delle stesse logiche. Vi sono alcune zone geografiche in cui l’assalto si sta concentrando, e tra queste l’attenzione è particolarmente concentrata sulla Sardegna, grazie soprattutto alle difficoltà economiche e sociali in cui si trova oramai da lungo tempo.

Ci opponiamo con forza a queste politiche predatorie che rischiano di compromettere in maniera irreversibile il territorio e il nostro futuro. Chiediamo pertanto una pausa di riflessione in attesa dell’elaborazione di un grande piano strategico, all’interno del quale la pianificazione del territorio e il piano energetico siano funzionali ai nostri reali fabbisogni e rispondano concretamente ai criteri di sostenibilità, salvaguardia ambientale e paesaggistica, di tutela dei beni comuni, della salute e dell’ambiente, in cui siano garantiti servizi di qualità e accessibili a tutti, di mantenimento o addirittura crescita dei livelli occupazionali, per un lavoro sano e di qualità e maggiore ricchezza per tutti. Affinché la transizione sia realmente ecologica e a vantaggio del pianeta intero.

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