Deportazione
15 Febbraio 2025[Amedeo Spagnuolo]
Negli ultimi anni, sono state “sdoganate” ideologie e concetti che sembravano ormai essere archiviati per sempre.
Purtroppo la storia, molto spesso, non insegna proprio nulla o meglio l’oblio determinato dall’eterno presente del mondo dei social e della tecnologia al servizio del potere, stanno volutamente cancellando tutta quella conoscenza storica necessaria a dotarsi degli strumenti necessari, di natura democratica, utili a respingere di continuo il tentativo del ritorno del male assoluto che nello specifico si traduce, a livello di dimensione politico – sociale nel ritorno di tutte le varie forme di fascismo che hanno determinato, in anni non molto lontani, tragedie immani e orrori che hanno provocato dolore e disperazione in milioni di persone.
Tra gl’innumerevoli concetti della destra più violenta e antidemocratica che oggi ormai scandalizzano solo una sparuta minoranza, ce n’è uno in particolare che m’inquieta, si tratta del termine deportazione. Fino a qualche decennio fa, si utilizzava questa parola esclusivamente nella sua accezione naturalmente negativa e chi osava usare quell’ impronunciabile vocabolo per esprimere la propria idea riguardante il fenomeno dell’immigrazione, veniva immediatamente isolato e collocato fuori da qualsiasi confronto democratico. Oggi, al contrario, si ha l’impressione di assistere a una vera e propria mutazione antropologica per cui il cosiddetto “uomo comune” parla di deportazione come se si parlasse di un allegro viaggetto turistico. L’esempio più eclatante di quello che si sta dicendo è espresso da chi è al comando della più potente nazione del mondo, almeno militarmente, gli Stati Uniti d’America.
In quella che era considerata (a torto o a ragione) la più importante democrazia del mondo è successo ciò che tutti i sinceri democratici temevano, le elezioni sono state vinte da un signore di nome Donald Trump che ha costruito la sua fortuna su pratiche illecite per le quali non viene perseguito solo perché lo protegge l’immunità che ha acquisito con l’elezione a Presidente degli Stati Uniti. L’ultima, in ordine di tempo, che ci fa capire meglio chi ci troviamo di fronte, riguarda le accuse, poi confermate, che gli sono state rivolte dalla pornostar Stormy Daniels.
Il Presidente Trump è uno di quelli che usa con molta disinvoltura il termine deportazione, egli, infatti, parla di deportazione quando si riferisce agli immigrati indesiderati che vivono negli Usa, ma anche delle migliaia di persone che legittimamente vivono da sempre nella striscia di Gaza e che lui vorrebbe appunto deportare in Arabia Saudita per poter poi trasformare la striscia di Gaza, che si affaccia sul mare, in una sorta di nuova California controllata, ovviamente, dagli americani. La cosa però che scandalizza non sono tanto le deliranti parole del Presidente quanto la flebile reazione che questo progetto ha suscitato, anzi direi che è sconvolgente il fatto che non pochi in Europa hanno considerato non del tutto irricevibile questo progetto. Insomma tantissime persone, non solo della destra estrema ma anche tanti individui considerati “per bene” hanno considerato le parole di Trump degne di essere ascoltate e prese in considerazione.
Ma cosa ci sta succedendo, com’è possibile che sta accadendo tutto ciò, com’è possibile che una pratica cosi violenta e disumana oggi viene quasi considerata una valida soluzione per quanto concerne la questione palestinese? La risposta sembra presupporre una riflessione difficile e articolata, certo questo è sempre vero quando si analizzano questioni complesse, in questo caso però credo che si possa azzardare una riflessione più semplice, se non altro per provare a cominciare a riflettere su questo tema così scottante.
Per come la vedo io, il nostro tempo sempre più buio e inquietante sta facendo emergere quella parte di male assoluto che ognuno di noi porta dentro di sé ma che finora, per fortuna, grazie alla ragione e all’educazione democratica è riuscita a reprimere, ma che adesso, a causa della convergenza internazionale delle risorte ideologie fasciste di varia natura, stanno riprendendo forza mettendo seriamente in pericolo la convivenza civile del genere umano.
La deportazione, per i razzisti che si palesano e per quelli che ancora si nascondono, è la soluzione più efficace per allontanare o eliminare tutte quelle persone arrivate in “Occidente” da altri luoghi e considerati pericolosi poiché metterebbero in discussione la cosiddetta “purezza” della razza e, conseguentemente, minerebbero la forza della razza occidentale dal punto di vista economico, sociale e politico, mischiando le loro razze impure con quella superiore della cosiddetta civiltà occidentale.
Nonostante i terribili esempi di deportazione che la storia ci ricorda: la deportazione e lo sterminio degli ebrei da parte dei razzisti nazisti; la deportazione dei nativi americani negli Stati Uniti per consentire l’occupazione delle loro terre ai coloni europei; l’espulsione violenta di africani e asiatici durante il processo di decolonizzazione ecc., nonostante questo scandalo dell’orrore, la terribile idea della deportazione ha ripreso forza e sembra conquistare ogni giorno un numero impressionante di adepti in tutto il mondo.
Comunque, nonostante la deriva fascista che sta interessando la scena internazionale, la deportazione su base razziale rimane una violazione dei diritti umani e il diritto internazionale la condanna senza appello, per cui, prima che sia troppo tardi, tutti i sinceri democratici devono uscire dai loro rifugi e ritrovare la forza e l’orgoglio di opporsi all’orrore che è già venuto a visitarci, come la storia c’insegna, per fare in modo che l’abominio che abbiamo già vissuto non ritorni trovando forma nelle farneticanti affermazioni del trumpismo.
“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso sfida come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale.”
Hannah Arendt
16 Febbraio 2025 alle 10:59
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