Di nuovo Tuvixeddu

9 Febbraio 2010

fioriere_da RAS

Marcello Madau

La recente decisione del Consiglio di Stato blocca l’ edificazione di una parte significativa della collina di Tuvixeddu, almeno sino a più convincenti valutazioni paesaggistiche. Di essa ci colpisce questo periodo: “Altrimenti opinando, si introdurrebbe una troppo agevole modalità elusiva del sistema di controllo, tanto più significativa (..) in merito alla mancata, specifica sottoposizione al vaglio statuale della autorizzazione paesaggistica resa in ordine al piano”.
L’accordo di programma di dieci anni fa avrebbe quindi autorizzato un’edificazione nella sostanza abusiva: è quello che avevamo sempre sostenuto, in maniera incessante, con il cuore e la ragione rivolti alla tutela del paesaggio e dell’identità, seguiti da migliaia di cittadini. Costruendo un dossier al quale ci sembra dovrà seguirne un secondo, speriamo più fausto.
Che la necropoli di Tuvixeddu ‘colpisca’ ancora non è un film dell’orrore, per lo meno non di orrore immaginario, ma reale, che traccia le dinamiche e l’odore dei fermenti percepibili dalle cronache della stampa sarda in questi giorni. E’ una situazione di allarme. Da ciò che si apprende sulle indagini della Procura della Repubblica: dai rapporti fra il costruttore Cualbu e l’on. Maninchedda al ruolo sempre più delicato nel quale si trova, al contrario di politici e tecnici della precedente giunta per i quali l’indagine del pm pare archiviata, l’ex-Soprintendente Archeologo Vincenzo Santoni. Sembra che desse il parere contrario all’ampliamento dei vincoli sull’area mentre sua figlia lavorava dal costruttore Cualbu. Si negava l’esistenza di altri imponenti gruppi di tombe, un migliaio in tutto.
Le speculazioni, i veleni e le ingiustizie che si intravvedono nei resoconti di questi ultimi giorni è impressionante. In una delle frasi delle telefonate fra Cualbu e Maninchedda riportate dall’Unione Sarda si sarebbe persino detto ‘non si fanno prigionieri’, riferendosi al risarcimento danni che, oltre la Regione, avrebbero dovuto pagare politici e componenti della commissione regionale che propose l’allargamento del vincolo.
Un linguaggio che sentimmo da Cesare Previti, tipico di contesti che rimandano ad una politica ed ad una sfera economica che non vorremmo vicini agli scenari di un’inchiesta di Borsellino o di un racconto di Saviano. Una minaccia inquietante che già venne espressa dalle file del centro-destra sardo, con l’idea di una commissione d’inchiesta persino sui professionisti che costruirono il vincolo.
Noi crediamo davvero che serva una commissione d’inchiesta sulle relazioni fra politica e speculazione edilizia a proposito del colle di Tuvixeddu.
Eppure gli avvicendamenti ministeriali (riguardanti anche funzionari che si sono caratterizzati per la difesa di Tuvixedu) e la spinta verso una ‘managerialità’ che sovrasta le competenze specifiche della tutela servendo meglio l’esecutivo politico, non riescono ad eludere del tutto le leggi nazionali, a iniziare dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio, e le indicazioni europee che ruotano attorno alla Convenzione Europea del paesaggio, ricordate dal Consiglio di Stato e dal PM dell’indagine in corso.
Non sarà facile eluderli neppure se si proporrà nel pieno del suo disegno strategico la sovrapposizione, già sperimentata a Roma, della ‘Protezione Civile’ sulla tutela. Magari con la nomina di un tecnico come Bertolaso – già commissario straordinario sopra i soprintendenti romani – al posto di Bondi.
Perciò il compito che attende sia il Soprintendente Archeologo di Cagliari e Oristano sia il nuovissimo manager che ricopre da pochi giorni la Direzione Regionale del Ministero è assai delicato: si auspica uno stop definitivo alla cementificazione dell’area (senza escludere una riconsiderazione delle orrende, numerose fioriere che ‘valorizzano’ i limiti della necropoli).

Ci aspettiamo ancora sorprese, e soprattutto i molti fuochi di artificio tipici di una situazione di singolare ed elevata conflittualità politica: L’Unione Sarda del costruttore Zuncheddu attacca il costruttore Cualbu, alcuni settori del PD cercano una comprensibile rivalsa mentre altri settori dello stesso partito, soprattutto in Sardegna, tacciono. Si attendono posizioni anche dalle forze politiche della sinistra, che certo in passato non hanno brillato di incisività.
Nel dibattito delle prossime elezioni amministrative troveranno posto le posizioni da prendere su Tuvixeddu, sulla maniera di interpretare e difendere con rigore la costruzione di città sostenibili e dei nostri beni culturali e paesaggistici? Non lo sappiamo. Qualcuno faccia un sondaggio.
Ma sarebbe fondamentale rilanciare oggi la difesa di Tuvixeddu in modo trasversale, mettendo al primo piano non il calcolo politico ma la convinzione civica. L’unica soluzione possibile, ribadiamo, è la tutela integrale dell’area, senza edificazioni. Ed una valorizzazione del magnifico colle e della più grande necropoli punica al mondo che non prescinda dalla tutela.

5 Commenti a “Di nuovo Tuvixeddu”

  1. Andrea Nurcis scrive:

    Caro Marcello condivido pienamente la parte finale del tuo articolo e voglio sottolinearla con forza: è fondamentale rilanciare oggi la difesa di Tuvixeddu mettendo in primo piano la convinzione civica. Penso che sarebbe importante a questo punto riflettere su quali strumenti mettere in atto affinchè questa convinzione civica diventi una forma di lotta sempre più diretta ed efficace per ottenere ciò che abbiamo sempre chiesto, ovvero la tutela integrale di tutto il colle Tuvixeddu-Tuvumannu. Grazie.

  2. Mauro Perra scrive:

    I gravi episodi legati alla “valorizzazione” di Tuvixeddu, fioriere comprese, possono rappresentare solo una spinta ad agire tutti insieme per la conservazione di un sito archeologico fra i più importanti del Mediterraneo.
    Bravo Marcello!!!

  3. Andrea Nurcis scrive:

    ()Abbiamo di fronte al mondo, la responsabilità di salvaguardare questo grande patrimonio comune. E d’altronde a ciò ci chiama l’articolo 9 della nostra Costituzione, che è uno dei suoi principi fondamentali :”La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico è responsabilità che dobbiamo, sì, sollecitare i poteri pubblici ad assolvere pienamente ; ma è anche responsabilità che dobbiamo assumerci noi cittadini, ciascuno di noi, dovunque viviamo e operiamo, specie se in luoghi di inestimabile valore per l’umanità intera. Contano i comportamenti di ciascuno, che debbono essere rivolti non al cieco soddisfacimento di interessi particolari, ma alla salvaguardia della ricchezza comune, anche nell’interesse dei nostri figli e delle generazioni future.()
    Queste frasi furono pronunciate dal Presidente della Repubblica durante il suo discorso per la celebrazione delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità.
    I concetti espressi dal Presidente, il suo richiamo all’articolo 9 della Costituzione Italiana e il suo auspicio affinchè in Italia conti la salvaguardia della ricchezza comune e non il “cieco soddisfacimento di interessi particolari” devono essere validi anche per Tuvixeddu.
    Invito tutte le persone che hanno a cuore Tuvixeddu di sommergere di email il ministero dei beni culturali e il ministro bondi, nonchè l’ufficio della Presidenza della Repubblica ricordando le parole di Napolitano.

  4. Rainer Pauli scrive:

    Anche dalla Germania si stanno guardando alle vicende di Tuvixeddu con disprezzo massimo e non soltanto nei blog, ma anche nelle trasmissioni radiofoniche

    http://www.dradio.de/dlf/sendungen/kulturheute/796111/

    o in giornali come (per esempio) nel giornale tedesco d’abbonamento piu’ grande, la Süddeutsche Zeitung con un’edizione di appena 450.000 copie vendute:

    http://www.sueddeutsche.de/wissen/787/481260/text/
    [parte prima: Gräber unter Zement (tombe sotto il cemento)
    parte seconda: Triumph der Krämerseele (trionfo dell’anima da bottegaio)]

    Tuvixeddu e’ una vergogna culturale ben oltre il livello delle solite stupidaggine sarde.

  5. Bruno Picasso scrive:

    Lancio una modesta idea. Un Convegno mondiale sulle civiltà Puniche, finanziato da Enti illuminati ed eventualmente una sottoscrizione popolare. Dovrebbe essere un Convegno nel quale trovino posto sia il dovuto rigore scientifico e l’elaborazione critica, sia contenuti divulgativi di alto livello
    come le ricostruzioni multimediali e il rendering 3D
    rivolti ad un pubblico di non iniziati. Questo convegno porterebbe gli occhi del mondo scientifico e quelli dell’opinione pubblica su Tuvixeddu, sottraendo la discussione ad un ambito localistico e provinciale. Nello stesso tempo renderebbe più difficile un uso strumentale, da qualunque parte esso venga, del tema Tuvixeddu che certamente non giova alla causa.
    Bruno Picasso

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