Doha capitale del Sardistan? Sta a noi impedirlo

1 Dicembre 2012
Stefano Deliperi
Doha finora è stata solo la capitale del Qatar. Presto, visto quanto ci ha raccontato il Presidente della Regione Cappellacci, potrebbe diventare anche la capitale del Sardistàn, il deterioramento irreversibile della Sardegna, perché sarebbe il posto dove si prendono le “decisioni che contano” per la Sardegna.
Sta a noi impedirlo. Indipendentisti e sovranisti, a parte una nota di I.R.S., tacciono e si trastullano con velleitarie mozioni d’indipendenza, mentre il Presidente Cappellacci e i sindaci di Olbia Giovannelli e di Arzachena Ragnedda sono andati in Qatar a fare shopping di sogni. Al ritorno hanno raccontato quanto di mirabolante, luccicante, straordinario verrà investito in Sardegna: un miliardo di euro per realizzare 400-550 mila metri cubi di nuove ville e alberghi fra Porto Cervo (Arzachena) e Razza de Juncu (Olbia), il restyling (l’ennesimo) dei quattro resort di lusso “storici” della Costa Smeralda, tre parchi attrezzati per complessivi 2.192 ettari in Costa Smeralda, un allevamento di cavalli con 500 purosangue anglo-arabi nel sud Sardegna (forse a Pula), pure una pista per go-kart (in Costa Smeralda) per un tocco di classe con Flavio Briatore.
Il sindaco Ragnedda ora è semplicemente raggiante: “con questo intervento, con volumi irrisori rispetto all’investimento, non andiamo a intaccare l’ambiente”. Mezzo milione di metri cubi di cemento, evidentemente, sono poca cosa per la mentalità corrente sui litorali galluresi.
Da Arzachena era già divenuta Arzakhan, sta per divenire Arzaqatar e sono tutti felici e contenti.
Domani non sapranno nemmeno chi sono, come ha ben scritto sulla progressiva perdita di identità l’attento giornalista gallurese Francesco Giorgioni sul suo blog
(http://francescogiorgioni.blogspot.it/2012/11/stazzi-e-storie-perdute.html).
Non finisce qui.
Mentre si parlava di un interessamento per Malfatano e Tuerredda (il progetto turistico-edilizio della Sitas, attualmente bloccato) e per la gestione del Forte Village di S. Margherita di Pula, in questi mesi i politici regionali hanno fatto la “lista della spesa” per l’emiro del Qatar: il sindaco di Sassari Ganau (P.D.) è pronto a trattare per l’Argentiera, l’on. Sisinnio Piras (PdL) ha proposto la costa arburese e il sindaco (ora dimesso) di Iglesias Perseu (UdC) i litorali di Masua e Nebida, s’è adombrato il sindaco di La Maddalena Comiti (P.D.) non adeguatamente considerato, l’on. Diana (PdL) ha preteso l’allevamento di cavalli nell’Oristanese, mentre il pasdaran istituzionale degli abusivi d’Ogliastra, l’on. Stochino (PdL), ha sbaragliato tutti: “tre nuovi porticcioli turistici a Tertenia, fra Cardedu e Barisardo, uno ad Arabatax, più un campo da golf fra Talana e Triei”.                            Senza alcun limite, in tutti i sensi.
Crisi economica e disoccupazione starebbero per diventare pallido ricordo, a sentir costoro. Eppure la memoria del recente passato dovrebbe indurre a un minimo di prudenza.
Quando la Colony Capital di Tom Barrack acquistò la Costa Smeralda dalla Starwood agli inizi del nuovo millennio, l’allora Giunta regionale dell’on. Mauro Pili (stranamente oggi silenzioso) annunciò mille nuove iniziative imprenditoriali del finanziere libanese-americano, in particolare nelle aree minerarie dell’Iglesiente.
Risultato? Dopo aver incassato il restyling degli alberghi “storici”, ha rivenduto (aprile 2012) alla Qatar Holding la Costa Smeralda per 600 milioni di euro, con un indubbio guadagno speculativo. Nessun investitore, per quanto ricchissimo, regala niente e non lo farà nemmeno l’emiro del Qatar. E’ un concetto semplice in tutto il mondo. Lo capiscono tutti, tranne la classe politica dirigente di una Sardegna sempre più Sardistàn, oscura isola del Mediterraneo centrale abbacinata da promessi investimenti stranieri per un miliardo di euro, quando beneficia più o meno dello stesso importo ogni anno – e da parecchi anni – grazie ai fondi comunitari e, in piena autonomia di programmazione e di spendita, non è riuscita a innescare un’equilibrata e diffusa crescita economico-sociale.
Noi ecologisti non ci facciamo abbagliare da perline e cammelli colorati e difenderemo territorio e identità con ogni mezzo disponibile. Ma da molti “semplici cittadini” arriva la richiesta di poter “far qualcosa” direttamente.
E’ davvero il momento di ribellarsi a scelte mai decise dai cittadini e di far sentire la propria voce. Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propongono l’invio al Ministro per i beni e attività culturali, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna e al Presidente del Consiglio regionale sardo di una richiesta esplicita di salvaguardia delle coste e dell’intero territorio della Sardegna attraverso il mantenimento del piano paesaggistico regionale.

Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propongono in proposito il seguente messaggio:
appello contro lo stravolgimento del piano paesaggistico regionale
Al Ministro per i Beni e Attività Culturali,
[email protected], [email protected],
Al Presidente della Regione autonoma della Sardegna,
[email protected], [email protected],
Al Presidente del Consiglio regionale della Sardegna,
[email protected],
e, per conoscenza, al Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
[email protected],
ho appreso con grande preoccupazione degli accordi presi fra il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, i sindaci di Arzachena e di Olbia e il fondo d’investimento Qatar Holding (proprietà della famiglia reale del Qatar) per la realizzazione di numerose iniziative immobiliari sulle coste delle Sardegna, in particolare in Gallura, per un importo di un miliardo di euro in più anni.
Ricordo che un importo analogo è già a disposizione della Sardegna ogni anno e da parecchi anni grazie ai fondi comunitari, per uno sviluppo diffuso e armonico con i valori ambientali dell’Isola.
Investimenti come questo devono essere valutati alla luce delle vigenti norme di salvaguardia ambientale, in primo luogo il piano paesaggistico regionale.
Esprimo la più forte contrarietà alla modifica e allo snaturamento del piano paesaggistico regionale per accogliere questa e altre proposte edificatorie.
_______________nome e cognome__________________________
E’ ora di rimboccarsi le maniche per difendere l’ambiente e il territorio della Sardegna, domani può essere troppo tardi: diffondiamo l’appello ad amici, parenti, conoscenti, mailing list, su siti web e blog, scriviamo e facciamo scrivere.   Facciamoci sentire, ora.

2 Commenti a “Doha capitale del Sardistan? Sta a noi impedirlo”

  1. Democrazia Oggi - Analisi belle e tante, ma le proposte? scrive:

    […] propone Deliperi a proposito del miliardo dell’emiro del Qatar in arrivo sulle coste sarde (http://www.manifestosardo.org/?p=15804). Chi dovrebbe firmare? Sicuramente TUTTI I FREQUENTATORI dei numerosi SITI-BLOG (siti e blog di […]

  2. Josy Effe scrive:

    Stavo cercando notizie sul Qatar e sono capitata qui… Come si è evoluta poi questa faccenda? Grazie,amo la Sardegna ;-)

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