Il numero 67

1 Febbraio 2010

Continuiamo le nostre rotte fra lavoro, ambiente e identità, nel mondo che dovrebbe essere occupato dalla buona politica. Se nessuno vuole rimetterci la faccia, neppure a sinistra (‘Rimetterci la faccia’ di Marco Ligas), il rischio concreto è che continuino a rimetterci gli operai (‘Alcoa, c’è molto poco da fare’ di Bruno Caria), i poveri del mondo (‘Manifestando ad Al Mas’Ara’ di Alice Sassu), l’ambiente (‘Che dio vi condoni’ e ‘Mai dire mais’ di Marcello Madau, ‘La Pelosa e il cemento borderline’ di Stefano Deliperi). Anche se il prossimo ministro Bertolaso ha risolto i problemi di Haiti (come dimostra la vignetta di Raffaello Ugo).
D’accordo, sciopero generale: ma esiste una piattaforma convincente (‘Lo sciopero generale del 5 febbraio’, Enrico Lobina)? Un partito di opposizione laico (Mario Cubeddu, ‘Il missionario e il guerriero’)?
Continua l’approfondimento sull’identità con ‘Sardi deportati’ di Alfonso Stiglitz e ‘Notti padane, un sindaco in carriera’ di Valeria Piasentà, mentre ospitiamo un contributo indipendentista (‘Indipendenza, non nazionalismo’, di Angelo Morittu). Intanto, le trame letterarie si muovono ventun giorni prima dell’undici settembre (Natalino Piras), fra i bilanci di un piccolo paese …immaginario (Su sindagu de Furaiadu, Joan Oliva) e l’orticaria qualunquista di Paolo Nori (Costantino Cossu). Un caro ricordo, infine, lo dedichiamo alla figura di Giorgio Baratta (‘Ricordando Giorgio Baratta’, di Francesco Carta).
Buona lettura.

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