Emergenza democratica

7 Febbraio 2009

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Redazionale
Gli appelli digitali non possono né devono esaurire le nostre forme di protesta, ma certamente sono un nuovo strumento che può unire e aggregare in modo sorprendente ed efficace. Ad integrazione di quanto scritto qui sotto, invitiamo chi fosse d’accordo ad aderire a tre appelli:
il primo promosso dall’associazione Libertà e Giustizia (tra di essi Zagrebelski, Eco, Sartori) per protestare contro l’attacco a democrazia, critica, diritto operato da Berlusconi,
Il secondo promosso da Micromega contro la “dittatura oscurantista”,
il terzo contro il commissariamento dei Soprintendenti archeologi di Roma ed Ostia Antica, con nomina di Bertolaso come commissario straordinario. E’ l’altra faccia delle ‘vecchie’ cartolarizzazioni.
Firmate e fate firmare!
Sulla dolorosa vicenda di Eluana e dei suoi cari, vogliamo infine proporvi il collegamento ad un articolo scritto da Manuela Scroccu nell’agosto scorso.

Per la prima volta un governo della Repubblica italiana apre un conflitto destinato a provocare conseguenze gravissime ai massimi livelli istituzionali. Nonostante il parere informale espresso dal Presidente della Repubblica sulla vicenda di Eluana e il pronunciamento della Magistratura, Berlusconi e i suoi ministri hanno approvato il decreto legge per vietare la sospensione dell’alimentazione artificiale. Lo hanno fatto con un atteggiamento di sfida per inviare un duplice messaggio al paese: 1) dimostrare che se ne infischiano della divisione dei poteri sancita dalla nostra Costituzione e che chi governa decide su tutto; 2) che il loro punto di riferimento non sono le istituzioni della Repubblica ma l’apparato ecclesiastico. Non a caso il Vaticano, commettendo un’ingerenza inaudita nella politica italiana, subito dopo l’approvazione del decreto legge, ha applaudito e nel contempo ha criticato il nostro Presidente della Repubblica. Ma non bisogna sottovalutare come da questa scelta emergano anche gli altri obiettivi, tenuti sinora allo stato latente: cambiare la Costituzione e approvare una volta per tutte la decretazione d’urgenza per dare via libera al programma di fascistizzazione del paese. Questi segnali di arretramento sono emersi in modo inconfondibile già nei giorni scorsi con l’approvazione delle misure sulla sicurezza. La xenofobia è la caratteristica prevalente di questa politica perché si tende a discriminare ancora una volta gli stranieri privandoli dei diritti fondamentali, compreso quello della tutela della salute. Questo e non altro è il significato dell’imposizione fatta ai medici perché denuncino gli immigrati da loro assistiti. E su questa linea il governo procede senza tentennamenti, insensibile persino alla riprovazione internazionale. E che dire della tassa sul permesso di soggiorno, tanto più offensiva in quanto imposta a persone che scappano dal loro paese di origine per sottrarsi alla fame e alla miseria. Stiamo diventando proprio il paese della barbarie grazie a questa classe dirigente impresentabile. Intanto il Parlamento discute, si fa per dire, sull’opportunità di attribuire ai giovani di Salò il titolo di combattenti per la ricostruzione dell’Italia. Si pone davvero una situazione di  gravissima emergenza democratica.

Anche in Sardegna

Con precisione le tessere vanno progressivamente al loro posto, destando il massimo allarme democratico. Il controllo della magistratura, il dominio della politica sulla legge, la distruzione delle tutele sul lavoro: gli obiettivi del piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli. Cogliete il senso dell’azione del Consiglio dei Ministri sul drammatico caso di Eluana Englaro, che sostituisce alle sentenze della magistratura la maggioranza ignorando la figura suprema di garante costituzionale del Presidente della Repubblica.
L’emergenza democratica è tale da obbligarci ad una rinnovata e radicale riflessione, perché in questo momento di grave allarme non è inutile chiedersi se la Sardegna sia al di fuori di tutto ciò, o se anche noi non si rischi una severissima deriva autoritaria. I tratti di un aggiornato fascismo e del piano Gelli ci sono tutti, dai legami contabili con l’impero berlusconiano a linee di programma che, ammantate di tecno-parole e falsi sardismi, promettono una società autoritaria e clericale. Alle storie anche piduiste di autorevoli personaggi pubblici e meno pubblici, che si muovono per dare a Berlusconi la nostra isola, persino i suoi nuraghi.
E’ solo grazie a qualche caso di coscienza nel centro-destra che un emendamento di Felice Casson è stato votato e perciò non gireranno legalmente armate le ronde padane: ma esse sono in ogni caso autorizzate dalla legge, pronte a interpretare in salsa leghista la tradizione degli squadroni della morte di Videla e delle squadracce fasciste di Mussolini. L’ipocrita commozione per Eluana, rozza e squallida al punto di ipotizzarne una gravidanza (ma leggete l’intervista all’arcivescovo Giuseppe Casale), cade nell’infame delazione chiesta ai medici verso i poveri che da Occidente abbiamo creato.
C’è un filo tenace che lega razzismo, integralismo religioso, autoritarismo politico, dominio arrogante del peggior capitalismo, controllo di arte e cultura (si veda da ultimo la destituzione dei Soprintendenti archeologi di Roma e Ostia antica a favore del commissario straordinario Bertolaso): è una forma mortalmente pericolosa per la libertà, e come ogni volta che un paese consegna loro la maggioranza, i veri fascisti la usano sempre in maniera illiberale.
Discutiamo di equidistanza, talora con apparente ragionevolezza, nelle alte regioni della speculazione ideologica, e non ci accorgiamo del nuovo fascismo che avanza. Vogliamo davvero questa robaccia in Sardegna? Ogni voto destinato a non sconfiggere Cappellacci, in questa situazione di allarme eccezionale, ci appare, da sinistra, un voto pericoloso e irresponsabile. Per essere utile fino in fondo dovrà accompagnarsi ad una battaglia incessante per la democrazia partecipativa.

2 Commenti a “Emergenza democratica”

  1. Renzo Mazzetti scrive:

    dall’amata isola – nel ricordo del caro gramsci antonio – aspetto un chiaro segnale di amore e di rivolta contro sua maestà l’oscurità che pretende di decidere della vita e della morte delle persone ridotte a sudditi.
    alle compagne/i dedico il ricordo di una poesia “incontro”:

    E sentivo
    che tu sentivi
    quel richiamo
    della nostra foresta:
    … se il vento fischiava
    ora fischia più forte …
    Un bacio
    ad ogni strofa
    sulle lebbra entusiasma
    quello e questo entusiasmo.
    Contessa del mondo
    nostra unica Patria.
    Momenti magici
    perenni rivivono
    vivono!

  2. Marcello Madau scrive:

    Pur fra mille difficoltà, ricatti, tentativi di isolamento, la riuscita dell’odierno sciopero generale di FIOM e Funzione Pubblica della CGIL è un segno di delicatissima, grande importanza. Questo sciopero ci ricorda che una parte non piccola del paese si batte contro l’ingiustizia sociale e l’autocrazia para-golpista di Berlusconi e del centro-destra, che ancora una dimensione di massa della sinistra esiste e tiene. Sottolinea anche la deriva moderata del Partito Democratico, nonostante la presenza di (solo) alcuni esponenti e confermata dalle dichiarazioni di eclettismo fatte da Veltroni. La tanto, spesso giustamente, bistrattata sinistra è stata dentro la manifestazione romana con le sue anime, a differenza del PD. L’auspicio è che essa tragga ispirazione e pratica più solida nel rapporto con il mondo del lavoro, che i lavoratori sardi non si facciano incantare dal fuochi d’artificio governativi di fine campagna elettorale. E che gli elettori di sinistra – se pure dovranno votare in Sardegna il candidato PD alla Presidenza della Regione – traggano sino in fondo nella scelta del voto di lista le conseguenze delle scelte interclassiste del PD votando a sinistra.

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