Era solo una muraglia algherese

16 Ottobre 2009

Carlo Sechi

Riceviamo dal consigliere regionale di Sinistra e Libertà Carlo Sechi, e volentieri pubblichiamo, la seguente denuncia

E’ con estremo disappunto che intervengo per commentare l’ennesimo attentato al patrimonio storico e architettonico della città di Alghero. E’ stata abbattuta una porzione della antica muraglia cinquecentesca per realizzare un percorso pedonale finalizzato ad attirare clienti per future attività commerciali.
La storia si ripete, come quando tra fine Ottocento e primi del Novecento si abbatterono ingenti porzioni di muraglia per modernizzare la città e per dare lavoro ai disoccupati.
In tale contesto di riqualificazione, parola abusata per giustificare qualunque nefandezza, si è consentita la distruzione dell’antico mercato civico della città, un tempo adibito ad officina comunale, sostituito da pesanti colate di cemento armato realizzato prima dell’estate.
Tali operazioni stanno snaturando e falsificando la storia della città, già mortificata da scadenti interventi di pavimentazione dei bastioni e da fasulli e posticci rivestimenti di pietra d’oltremare dell’antico collegio dei Gesuiti e dell’ex Caserma Umberto I° nel quartiere di S.Michele.
Si confonde l’autentico con il falso, si mischia il vero con il verosimile, e dopo queste disinvolte operazioni non sarà più possibile rileggere correttamente la storia della città attraverso i suoi monumenti e le sue principali opere di ingegneria civile
Mi meraviglio che tutti questi interventi non siano stati valutati e vagliati con il necessario rigore dagli Enti preposti alla tutela e alla conservazione dei monumenti.
Non mi meraviglio invece che tali operazioni siano state attuate dalla Giunta Tedde, già distintasi per l’operazione immobiliare nell’area ex Giordo, nel massacro urbanistico delle ultime aree verdi della città, nel tollerare gli scempi edilizi in città e nell’agro, nella realizzazione di ingombranti manufatti di cemento nei giardini comunali.
Tali operazioni sono state fatte con il silenzio di un opinione pubblica indolente e distratta e con la complicità di tecnici che rinnegano i princìpi deontologici e i doveri più elementari della professione oltre che del buon gusto.
Il peso degli errori della classe politica dirigente è destinato a ripercuotersi sulle future generazioni, che troveranno una città composta da periferie orrende e dal centro storico mutilato delle sue opere più preziose. I giovani del domani non troveranno più la città descritta dal poeta Rafael Sari quando con i suoi versi definiva Alghero dai colori: azur – or – verd – vermell.

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