Finalmente in dirittura d’arrivo
16 Febbraio 2013Marco Ligas
Forse non è necessario che le campagne elettorali durino a lungo. Col passare del tempo mi sono persuaso che, dopo lo scioglimento delle camere, sarebbero sufficienti una o due settimane perché le diverse formazioni politiche definiscano programmi e liste e perché i cittadini riflettano sulle scelte di voto.
Se si allungano i tempi la campagna elettorale tende a caratterizzarsi per l’arroganza di alcuni suoi protagonisti e rischia di diventare offensiva soprattutto nei confronti dell’elettorato, ritenuto incapace di interpretare le presunte virtù prodigiose dell’attuale politica. Anche i candidati apparentemente più equilibrati smarriscono la coerenza e il rispetto per gli avversari e mettono in pratica voltafaccia clamorosi con continui adattamenti alle convenienze.
L’esempio più clamoroso della nostra campagna elettorale riguarda il tema delle tasse. Raramente abbiamo assistito ad una vessazione così insopportabile come quella registrata in questi ultimi anni, pagata come sempre dalle fasce più deboli della popolazione. Ebbene, che cosa propongono oggi i due schieramenti più omogenei alle concezioni neo liberiste e perciò ad esse saldamente legate? La restituzione o la riduzione delle tasse ingiustamente imposte a tutela degli interessi del capitalismo finanziario e di tutto il sistema di potere ad esso collegato, comprese la corruzione, lo spreco del denaro pubblico, la messa in discussione dei diritti dei cittadini.
Le diverse modalità di espressione (se vogliamo di educazione) dei due schieramenti rappresentati da Berlusconi e Monti sono innegabili ma gli effetti delle politiche che hanno condotto sono così differenti? È difficile sostenerlo. Per quanto possano provarci Casini o Montezemolo bisogna riconoscere che Marchionne smentisce e sovrasta tutti imponendo (altro che buona educazione!) la vera filosofia della globalizzazione sempre più orientata verso la fabbrica mononucleare che non può accogliere la diversità anche se riconosciuta dalla nostra Costituzione.
Occorrerebbe riflettere di più su questi fenomeni; i partiti (o le coalizioni, almeno quelle di sinistra e di centro sinistra) farebbero bene a discutere su come aggregare quelle forze sociali che subiscono più di tutti gli effetti disastrosi della crisi, individuando preliminarmente nuove politiche del lavoro.
I temi del lavoro sono ancora oggi fondamentali ma paradossalmente restano ai margini in questa campagna elettorale, e insieme ad essi quelli sui diritti. Eppure ci troviamo in una fase dove cresce la disoccupazione e dove ci sono delle capacità produttive inutilizzate. Sarebbe perciò possibile incrementare l’occupazione e il reddito attraverso un aumento della spesa per consumi e con investimenti.
Le forze politiche che intendono sostenere questi obiettivi possono ancora farlo. Per queste ragioni proponiamo ai candidati delle liste di sinistra e di centro sinistra di sottoscrivere l’appello che riportiamo qua sotto, già presentato dai compagni del circolo del manifesto di Bologna.
È un appello sulla rappresentanza sindacale e sul diritto di voto in fabbrica, è stato già sottoscritto da diversi candidati, rappresenta una manifestazione di intelligenza politica molto importante.
La Costituzione della Repubblica fondata sul lavoro garantisce a tutti i cittadini il diritto di partecipare alla vita pubblica con il voto. Ma questo diritto, ancora oggi, si ferma di fronte alla soglia di fabbriche e uffici. Perché nulla garantisce alle lavoratrici e ai lavoratori di poter intervenire sulle decisioni che regolano la loro vita e la loro condizione di donne e uomini sul luogo di lavoro.
Una privazione che diventa ancor più pesante nel corso di una crisi economica che difficilmente può essere superata senza la partecipazione democratica dei lavoratori. È importante e urgente – per motivi concreti oltre che per affermare un valore costituzionale – il varo di una legge sulla rappresentanza sindacale che garantisca alle lavoratrici e ai lavoratori di poter giudicare con il voto gli accordi e i contratti che li riguardano e abrogare l’articolo 8 della legge 148/2011 che ostacola l’esercizio di questo diritto. È un impegno che assumiamo per la prossima legislatura nel momento in cui ci candidiamo alle elezioni parlamentari.
I firmatari dell’appello:
Giorgio Airaudo, capolista Sel alla Camera, in Piemonte
Mario Tronti, candidato Pd al Senato, in Lombardia
Giovanni Barozzino, capolista Sel al Senato, in Basilicata
Piergiovanni Alleva, candidato Rivoluzione Civile al Senato, in Campania
Ida Dominijanni, capolista Sel al Senato, in Calabria
Roberta Fantozzi, capolista di Rivoluzione civile al Senato, in Toscana
Carlo Galli, candidato Pd alla Camera, in Emilia Romagna
Giovanna Marano, candidata di Rivoluzione civile alla Camera, in Lombardia, Lazio, Sicilia
Tino Magni, candidato Sel al Senato, in Lombardia
Manuela Palermi, candidata di Rivoluzione civile alla Camera, in Puglia
Maurizio Zipponi, candidato di Rivoluzione civile alla Camera,in Toscana, Campania e Lombardia
Giulio Marcon, candidato Sel alla Camera in Veneto
Antonio Di Luca, candidato Rivoluzione civile alla Camera, in Campania e Puglia
Augusto Rocchi, candidato Rivoluzione civile alla Camera, in Veneto e Marche
Stefano Micheli, candidato Rivoluzione civile alla Camera nel Lazio