Foto-ricordo?
16 Novembre 2009Redazione
Mai come questa volta viene da ripetere una domanda purtroppo consueta: dove va la chimica sarda? Un’osservazione storica che parta dagli inizi attraversa le speranze, la nascita di una nuova classe operaia, i giornali asserviti a Rovelli, le devastazioni ambientali. Assieme alle fabbriche costiere, la commissione Medici e le indicazioni per ‘modernizzare’ il mondo barbaricino, introducendo la fabbrica chimica ad Ottana.
Nelle percezione odierna vi sono due poli a loro modo drammatici: battersi per la difesa del lavoro e delle competenze maturate e di filiera, o voltare pagina con il modello petrolchimico per investire nell’ambiente, nei lavori e saperi relativi?
Vi proponiamo di seguito, su uno dei due versanti, il contributo di Piero Sanna, professore associato di Storia Moderna all’Università di Sassari e animatore di quel Circolo Progetto Progressista di Sassari che sul tema ha promosso, anche di recente, numerosi dibattiti con rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e industriali esponenti del mondo politico, economico, universitario.