Frontiere, Migranti e Rifugiati

16 Marzo 2010

reka

Suzanne Fernandez

Sono lieta di annunciarvi la presentazione della mostra “Frontiere, Migranti e Rifugiati”, che si terrà al Rettorato (via Università, 40) dal 15 al 19 marzo, con inaugurazione il 16 marzo alle 16.30. La mostra è composta da 20 carte disegnate a mano da Philippe Rekacewicz, geografo e cartografo del Monde diplomatique,accompagnate da testi in francese tradotti in italiano. Disegni e testi esplorano le relazioni tra le frontiere e le migrazioni internazionali, che siano economiche, politiche o ancora ambientali. Il primo allestimento, al Museum di Lione dal 3 ottobre 2006 al 4 febbraio 2007, ha attirato 8000 visitatori al giorno. In seguito ha viaggiato a Barcellona, Lille, Stoccolma, Bucarest, Saint Dié.  A maggio 2009 è stata presentata a Bologna durante la settimana di incontri e attività culturali con Le Monde diplomatique, in occasione della manifestazione « Un mondo in gestazione, dall’iperpotenza al policentrismo », organizzata dall’Università di Bologna, in collaborazione con la Delegazione culturale / Alliance française di Bologna e la lettrice di scambio, Cécile Ricard. A settembre 2009, grazie alla rete culturale dei lettori di scambio e delle Alliance françaises in Italia, la mostra arriva in Sardegna ed è presentata al ex-liceo artistico di piazza Dettori durante i quattro giorni del festival Marina Café Noir organizzato dall’Associazione Chourmo. Dal 15 al 19 marzo 2010, la mostra sarà di nuovo visibile al Rettorato dell’Università di Cagliari, su iniziativa di Maurizio Memoli (Facoltà di Economia) e di Suzanne Fernandez, lettrice di scambio all’Università di Cagliari, e grazie alla collaborazione tra il Rettorato, le Facoltà di Economia, Lingue e Scienze politiche, l’Alliance française di Cagliari e la Società Geografica Italiana. La mostra sarà inaugurata il 16 marzo alle 16.30 : approfitteremo dell’occasione per presentare il libro della Prof.ssa Maria Luisa Gentileschi Geografia delle migrazioni. Interveranno Giovanni Melis (Rettore Università di Cagliari), Franco Salvatori (Presidente della Società Geografica Italiana), Massimo Arcangeli (Preside Facoltà di Lingue), Elisabeth Euvrard (Alliance Française), Suzanne Fernandez, Raffaele Cattedra (Université Montpellier 3 / Università di Cagliari), Giovanni Sistu (Crenos), Emile Kolodny (CNRS – Aix en Provence), Maria Luisa Gentileschi (Facoltà di Scienze Politiche), Maurizio Memoli, Francesco Boggio (Facoltà di Economia). Seguirà un rinfresco. In allegato, la locandina della mostra e il programma dell’inaugurazione. La mostra – Philippe Rekacewicz « È impossibile parlare delle migrazioni di esseri umani senza evocare i confini che altri esseri umani erigono. La relazione tra i due fenomeni è infatti molto stretta, dal momento che il confine è l’ostacolo più pericoloso in cui si imbatte il migrante, clandestino o meno, nel corso del suo viaggio. Il confine si inscrive in modo contrastante nel paesaggio: o si impone come una barriera spessa, o finge di sparire. Dà l’illusione di un mondo perfettamente organizzato in regioni e paesi. I confini allo stesso tempo aggruppano gli uomini e li separano. Si muovono nel tempo e nello spazio quando la storia sconvolge la geografia del mondo. Le carte qui esposte sono schizzi fatti a matita, il cui aspetto incerto testimonia la natura del confine stesso: ambivalente e paradossale. Lo schizzo prefigura la mappa, permette di esprimere più liberamente e più soggettivamente il carattere instabile o arbitrario di queste linee di spartizione, insieme alla diversità del loro statuto. In questo modo la cartografia incontra l’arte e il cartografo si cimenta in un esercizio che gli permette di essere più diretto e incisivo. Le carte rispondono prima di tutto alla domanda “dove ?” e permettono in seguito di capire “cosa”, cioè in quale modo le comunità umane producono il loro territorio. Dietro ogni mappa, c’è un’intenzione. La mappa nasce da un’idea, è una costruzione mentale prima che cartacea. Lo schizzo mostra l’umore e le esitazioni del cartografo, il quale annota in disordine le idee che costituiranno la trama della storia da raccontare. Il disegno è così concepito e organizzato come un gioco di costruzione: ogni pezzo si trova in contatto con tutti gli altri. Cambiare il posto di uno di questi pezzi significa tornare a ricomporre il paesaggio. Lo schizzo è un “opera di transizione” malleabile, è il luogo di sperimentazioni grafiche, un rivelatore più autentico e più fedele al pensiero del cartografo rispetto al computer, che invece lo tradisce: cristallizza in modo freddo e artificiale situazioni spesso mutevoli. È anche più dinamico: movimenti, forme e colori si esprimono in modo più vivace. È possibile rinforzare i tratti, giocare sui contrasti, insistere sul carattere aleatorio della geografia del mondo. Tutto questo suscita un’emozione sia artistica sia politica ».

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI