Yogurt e miele amaro
16 Giugno 2011Giovanni Cocco
Il limbo è stato abolito da papa Ratzinger qualche anno fa, ma il termine andrebbe recuperato per descrivere il clima di attesa ed incertezza che sta vivendo l’area industriale di Porto Torres.
Alla chiusura degli impianti ed alla perdita dei posti di lavoro fanno da contraltare le firme sui protocolli di intesa con gli enti terriotiriali e la recente formazione di quella che in sardo si chiamerebbe “madrighe”. Matrica, il nome della matrice per creare lo yogurt, è la nuova società creata dalla joint venture fra ENI e Novamont. Il core business dell’azienda sarà quello dei biochemicals (bio-intermedi, bio-plastiche, bio-lubrificanti e bio-additivi) e come si evince dalle interviste rilasciate dal Presidente dell’azienda, Daniele Ferrari, il “Polo verde” di Porto Torres sarà uno dei più importanti del settore a livello mondiale, grazie al carattere innovativo delle produzioni, all’integrazione della catena produttiva e alle sue dimensioni, con una capacità complessiva installata di 350mila tonnellate all’anno di bioprodotto.
Sempre il Presidente Ferrari sostiene che: «Nessuno resterà fuori, da mesi c’è un gruppo che studia nei dettagli la fase di transizione e i modi per affrontarla senza danni».
Alla luce della creazione di questa società il Manifesto Sardo ha deciso di ascoltare la voce di un operaio reduce, è proprio il caso di dirlo, da una battaglia in difesa del proprio posto di lavoro.
La battaglia era quella dei lavoratori Vinyls e l’operaio si chiama Tino Tellini, da tutti conosciuto come “ministro degli esteri” dell’isola dei Cassintegrati.
D. Ciao Tino, la lotta nell’isola è finita e la Vinyls chiuderà per sempre i battenti. Cosa senti di dire alla luce di questa vostra straordinaria battaglia?
R. Sono stati due anni intensi, creativi, duri, irripetibili, di grandi litigi fra di noi, ma straordinariamente vivi. Un manipolo formidabile di operai che hanno stupito tutti, che non si sono mai arresi. Mi piange il cuore che non abbiamo vinto, lo meritavamo davvero. Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze, di questo ne siamo orgogliosi.
D. Marco Nurra, dalle pagine del seguitissimo blog dell’isola dei cassintegrati, ha scritto che è finito l’unico reality “reale”, senza vincitori ma con un grande paura all’orizzonte: il fallimento.
R. E’ proprio così, noi abbiamo portato nelle case di milioni di italiani, il dramma della mancanza del lavoro. Il nostro scopo non era quello di stupire, noi volevamo sfondare il muro dell’indifferenza. Volevamo diffendere il nostro posto di lavoro con qualunque mezzo e non ci siamo riusciti, ma almeno un’isola di operai in carne ed ossa ha rubato la scena alle solite subrette dell’isola dei famosi.
D. Magra consolazione non credi?
R. L’attenzione mediatica pur importante non può bastare quando in ballo ci sono tanti posti di lavoro. Serve la volontà politica. Il governo nazionale ha disatteso tutti gli impegni presi sulla chimica. Ha raccantato bugie ed ora tutti noi stiamo vedendo i risultati.
D. Ritieni che ci siano responsabilità anche a livello regionale?
R. Il presidente Cappellacci, ha manifestato più volte solidarietà nei nostri confronti, ma questo non è sufficiente. Le scelte politiche non si muovono sullo stesso piano della solidarietà. Servono atti concreti che la destra che ci governa non è in grado di mettere in piedi. Le differenze fra destra e sinistra sono evidenti e gli operai dovrebbero sapere bene da che parte stare.
D. I giorni scorsi Antonio Rudas segretario provinciale della CGIL ha detto che con la firma della “chimica verde” senza la tutela dei lavoratori si è decisa la chiusura definitiva del Petrolchimico. Condividi la sua opinione?
R. Con Antonio Rudas ho spesso avuto idee diverse, ma questa volta ha ragione : con la firma della chimica verde, senza nessuna tutela dei lavoratori, si è sancita la definitiva chiusura dello stabilimento petrolchimico e la croce sulla vertenza Vinyls. Ho detto che nei prossimi mesi avremo migliaia di altri operai sulla strada, specie quell’indotto. In cambio solo un pezzo di carta, un libro dei sogni.
D.Per cui non credi che l’accordo fra Eni e Novamont possa portare qualcosa di buono?
R. Ritengo che la creazione di questa nuova società sia un bene per tutto il territorio anche se ho paura che il passaggio dalle parole ai fatti non sarà affatto breve.
D. Le tempistiche parlano dell’apertura dei primi impianti per il 2013 pensi possa essere vero?
R. Spero di si così come spero che le parole di Ferrari sul fatto che nessuno resterà fuori siano vere. Di sicuro c’è che all’apertura degli impianti fa da contraltare la fermata temporanea delle produzioni di etilene, aromatici, politene HDPE, da attuare entro il mese di giugno 2011. Questo significa una perdita di centinaia di posti di lavoro.
D. La certezza del licenziamento e per contro la speranza di essere reitegrati con un nuovo lavoro. Cosa pensi si possa fare per tutelare i lavoratori che saranno licenziati?
R. Innanzitutto vanno tutelati tramite gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto occorre che il territorio si faccia garante di questi nuovi accordi. Ogni scelta di tipo economico dev’essere valutata in termini di coerenza e fattibilità. Serve una politica industriale seria che dia prospettive di lavoro per tutta la Sardegna.
D. Pensi che lo sviluppo passi anche per la tutela dell’ambiente?
R. Assolutamente si. L’Asinara, l’isola che ci ha ospitato in questi anni di lotta operaia, è un paradiso terrestre che debitamente valorrizzato darebbe centinaia di posti di lavoro senza alterare per niente il suo meravilgioso ecosistema.
D. Tino, vuoi aggiungere qualcosa nel salutare i lettori del Manifesto Sardo?
R. Vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno seguito la nostra battaglia. Il calore umano di migliaia di persone ha contribuito a credere che quanto stavamo facendo fosse giusto. Alcune persone, per la verità molto poche, hanno vissuto con odio la nostra lotta quasi stessimo rovinando l’immagine della città di Porto Torres. Mi spiace esistano certi soggetti e spero vivamente che sempre più cittadini imparino ad alzare la testa davanti ai potenti.
16 Giugno 2011 alle 23:32
Siamo noi che ringraziamo Tino e l’isola dei cassintegrati per la lezione di civiltà e di coraggio che hanno dato al resto del paese.
Non è finita con una vittoria, ma la storia non finisce mica qui!