Graziano Pintori: terra, fuoco, aria e sintetico
1 Dicembre 2015Redazione
La redazione del manifesto sardo vi invita a partecipare dell’inaugurazione della mostra di Graziano Pintori dal titolo: “Gli effetti di un’anomala pareidolite sulle foto di Graziano Pintori: terra, fuoco, aria e sintetico“. La mostra sarà inaugurata giovedì 17 dicembre 2015 a partire dalle ore 19.00 al Jester Club, in via Roma 257 a Cagliari. Sarà presente il fotografo Graziano Pintori.
Le immagini che si propongono sono il frutto di una profonda e attenta ricerca basata sull’osservazione di tutto ciò che circonda il nostro quotidiano. L’esposizione non ha scopi di lucro, ma l’ambizione di far conoscere le capacità dello sguardo umano quando è nelle condizioni di poter osservare e contemplare, con la dovuta introspezione, ciò che apparentemente è banale e invisibile.
La PAREIDOLIA (dal greco èidolon = immagine) è la capacità immaginativa della mente, una facoltà comune a tutti gli esseri umani. “La PAREIDOLIA è un processo psichico consistente nella elaborazione fantastica di percezioni reali incomplete, non spiegabile con sentimenti o processi associativi, che porta a immagini illusorie dotate di una nitidezza materiale” (Treccani).
“in un certo senso vediamo quello che vogliamo vedere, siamo sempre guidati nelle nostre percezioni, da motivazioni, significati e categorie del tutto personali, più o meno condivise socialmente e spesso del tutto inconsce. La PAREIDOLIA ci insegna che più che al mistero, molti casi “occulti” vanno ricondotti al potere creativo e produttivo delle capacità immaginative della nostra mente che più che parlarci di mondi extraterrestri o extrasensoriali parlano inevitabilmente di noi stessi, delle aspettative, motivazioni e significati di cui siamo inevitabilmente portatori” (da crescitapersonale.it).
Tutta l’esposizione fotografica è il frutto di una forma di PAREIDOLIA visiva, continua e frequente, in cui la fotografia è solo un mezzo per mettere in evidenza le particolarità nascoste in tutto ciò che è alla portata dello sguardo. Cioè, sono messe in rilievo forme, solitamente umane o simili e apparentemente invisibili, contenute nel contesto più ampio in cui si opera.
“Il consiglio che rivolgo ai visitatori è quello di non distrarsi nel dare valutazioni tecniche alle immagini, sarebbe come guardare il dito invece della luna che viene indicata. Non si è davanti a un fotografo professionista ma ad un semplice osservatore che fa uso del mezzo fotografico con l’ambizione di voler indagare”. (Graziano Pintori su www.pingr.it)